Quinci: “Rimettiamo al centro del dibattito l’autorevolezza degli Enti Locali”

Dichiarazione del sindaco di Mazara e presidente L.C.C. di Trapani a seguito incontri istituzionali

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
25 Giugno 2025 11:50
Quinci: “Rimettiamo al centro del dibattito l’autorevolezza degli Enti Locali”

Riceiamo e pubblichiamo la seguente nota:

Ieri ho partecipato, insieme agli altri cinque Presidenti dei Liberi Consorzi siciliani e ai rappresentanti di ANCI Sicilia, a due incontri istituzionali di grande rilevanza: uno con il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno, e l’altro con la Commissione Bilancio.Ci siamo presentati uniti, con un approccio coordinato e con un obiettivo chiaro: portare finalmente all’attenzione della politica regionale le difficoltà concrete che affrontiamo ogni giorno come amministratori locali.

Non si tratta di rivendicazioni di parte, ma di un grido di responsabilità: se affondano gli Enti Locali, affonda l’intero sistema.Abbiamo discusso due grandi temi. Il primo riguarda i Liberi Consorzi, tornati in vita dopo anni di commissariamento ma lasciati con una macchina spuntata e senza benzina. Il secondo tema è quello dei Comuni, messi in ginocchio da una lunga serie di emergenze finanziarie e normative. Due fronti diversi, ma lo stesso problema: la marginalizzazione degli enti territoriali.Sui Liberi Consorzi abbiamo chiesto, con forza, l’aggiornamento della Legge regionale 15 del 2015: è anacronistica e non risponde più alle reali esigenze operative.

Abbiamo chiesto di risolvere una volta per tutte il vuoto normativo che penalizza i consiglieri provinciali delegati, lasciandoli senza tutela e senza rimborsi. Ma soprattutto abbiamo parlato di risorse. Perché oggi il vero nodo è lì.Chi amministra un Libero Consorzio sa cosa significa operare con le casse vuote. Il prelievo forzoso introdotto con la legge Delrio ha prosciugato gli enti intermedi. In altre regioni è stato compensato o azzerato. In Sicilia, no. E i ristori parziali della Regione non bastano neanche a garantire i servizi minimi.Con il Presidente Galvagno e con la Commissione Bilancio abbiamo aperto un dialogo serio su possibili interventi in variazione di bilancio già entro il 31 luglio.

Non basta però l’ascolto: servono fatti. E noi presenteremo, nei prossimi giorni, proposte concrete di intervento legislativo.Ma la situazione dei Comuni è, se possibile, ancora più drammatica. I numeri parlano da soli: 130 Comuni siciliani in dissesto o pre-dissesto, 180 commissari nominati per chiudere i bilanci, decine ancora senza rendiconto 2023. È una crisi sistemica.E in mezzo a tutto questo, si chiede ai Comuni di continuare a sostenere spese essenziali senza avere i fondi. Basti pensare all’assistenza scolastica per studenti con disabilità (servizi Asacom) e alle rette per ricoveri e assistenza socio-sanitaria: due voci che da sole pesano per oltre 160 milioni di euro l’anno.

Le norme dicono che le ASP dovrebbero coprire almeno il 40% della spesa sanitaria. Ma le ASP si rifiutano. E i Comuni restano soli.A tutto ciò si aggiungono tagli ai trasferimenti ordinari per il 2024. Un depauperamento silenzioso ma costante, che rende ogni programmazione un atto di resistenza.Ora basta. È il momento di dire con chiarezza che così non si può più andare avanti. Serve una svolta. Serve rimettere al centro dell’agenda politica l’autorevolezza degli Enti Locali. Non per retorica, ma perché senza Comuni e Consorzi operativi, ogni politica regionale è destinata a fallire.Io continuerò a battermi, insieme ai colleghi presidenti e ad ANCI Sicilia, perché questa consapevolezza diventi patrimonio comune.

Non chiediamo privilegi. Chiediamo solo di essere messi nelle condizioni di fare il nostro lavoro, al servizio dei cittadini.

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