​Peschereccio mazarese “Boccia VM” alla deriva per 40 ore. Intervengono Flai, Fai e Uila Trapani

“Sicurezza è un diritto, il lavoro in mare sia riconosciuto come usurante”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
25 Novembre 2025 17:41
​Peschereccio mazarese “Boccia VM” alla deriva per 40 ore. Intervengono Flai, Fai e Uila Trapani

“Quaranta ore di deriva sono un tempo infinito per chi è in balia delle onde. Vogliamo esprimere, pertanto, un sincero sospiro di sollievo per il lieto fine di questa ennesima, potenziale tragedia in mare, che mette in luce ancora una volta quanto sia pericoloso il lavoro dei marittimi e quanto sia necessario, pertanto, tutelarlo con misure più mirate ed efficaci”.Lo affermano i segretari generali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Trapani, Giovanni Di Dia, Massimo Santoro e Leonardo Falco, intervenendo in seguito alla notizia del peschereccio mazarese “Boccia VM” rimasto alla deriva per quasi 40 ore a ponente di Marettimo, a causa di un’avaria al motore, e soccorso solo grazie all'intervento del motopesca “Regina” che lo ha trainato in porto."Facciamo i complimenti e un ringraziamento sentito all'equipaggio del motopesca “Regina” per la tempestività e il senso di solidarietà dimostrati: sono l'esempio di quella fratellanza che da sempre caratterizza il mondo della pesca.

I membri dell'equipaggio del 'Regina' meritano sicuramente un riconoscimento istituzionale per l'atto di salvataggio compiuto, ma hanno ancor più diritto, come lavoratori del mare e di un settore fondamentale per la nostra economia, di vedersi finalmente riconosciuto il loro lavoro come attività usurante."I segretari sottolineano, inoltre, come l’incidente del “Boccia VM” rimetta in luce le criticità strutturali che affliggono la flotta peschereccia e, al contempo, la necessità di dare risposte concrete ai lavoratori che rischiano costantemente la propria vita quando si trovano in mare."La politica e le istituzioni – aggiungono - devono smettere di procrastinare e dare risposte concrete e immediate in termini di tutele previdenziali che riconoscano il lavoro in mare come attività usurante, permettendo un accesso anticipato alla pensione in virtù del sacrificio fisico e dei rischi che questi professionisti affrontano quotidianamente.

Ciò che è accaduto è l'ennesimo campanello d'allarme. È fondamentale che si cambi rotta, e che si vada verso un migliore utilizzo dei fondi comunitari di competenza del settore, affinché si investa in modo serio per un ammodernamento della flotta e per la costruzione di nuove imbarcazioni equipaggiate con le nuove tecnologie che guardino a migliori condizioni di lavoro e alla sicurezza a bordo."I segretari concludono affermando che " continueremo a vigilare e a lottare affinché episodi come questo siano solo un ricordo e che le nostre marinerie possano lavorare in condizioni di piena sicurezza e dignità.

La vita dei lavoratori non ha prezzo”.

NOTA STAMPA

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza