Pantelleria, il Comune dovrà risarcire oltre 60mila euro a una dipendente

Il Giudice del lavoro ha condannato l’Ente nel quale la donna era stata assunta come lavoratrice socialmente utile

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
15 Novembre 2022 11:35
Pantelleria, il Comune dovrà risarcire oltre 60mila euro a una dipendente

Il Giudice del lavoro del Tribunale di Marsala, Cinzia Immordino, all’esito dell’udienza dello scorso 8 novembre 2022, ha condannato il Comune di Pantelleria a corrispondere alla dipendente S.S., in giudizio difesa e rappresentata dagli avvocati Antonio Consentino e Fabrizio Rizzo, la somma di euro 62.808,44, a titolo di differenze retributive, oltre interessi dalla maturazione delle singole poste al soddisfo, ed oltre spese legali con oneri accessori di legge. S.S. era stata assunta l’1 gennaio 2003, dal Comune di Pantelleria, come lavoratrice socialmente utile, ed aveva prestato continuativa attività lavorativa alle dipendenze dell’Ente per un totale di 20 ore settimanali, percependo un sussidio pari a euro 587,00 mensili, pur svolgendo mansioni equiparabili ai dipendenti di ruolo di livello B del CCNL di categoria.

Avanti al Giudice del lavoro gli avvocati Consentino e Rizzo hanno dimostrato che durante il continuativo periodo di attività alle dipendenze del Comune di Pantelleria, la loro assistita aveva prestato attività lavorativa con mansioni superiori rispetto a quelle che avrebbe dovuto e potuto svolgere quale lavoratrice socialmente utile, nei settori servizi finanze, tributi, rilevazione presenze, personale, servizi demografici. E’ emerso, inoltre, che la dipendente era pure indebitamente autorizzata ad accedere al programma gestionale per effettuare ricerche e/o adempimenti per conto dell’Ente con riferimento al servizio anagrafe, ed aveva svolto anche attività formativa di istruttore amministrativo per altri dipendenti del Comune.

La sentenza del Tribunale di Marsala ha sancito che le mansioni svolte dalla stessa erano tutt’altro che riconducibili al progetto dei lavori di pubblica utilità approvato dal Comune di Pantelleria con la delibera numero 436/98 e rimodulato dalla Commissione regionale con delibera n. 8587/97, per cui la dipendente era stata assunta nel lontano gennaio 2003. La dipendente in sostanza, rispetto al progetto originario di lavoratrice socialmente utile, veniva continuativamente ed illegittimamente inserita nell’organizzazione pubblicistica del Comune di Pantelleria, utilizzata per sopperire a carenze in organico, oltre che adibita a plurimi servizi rientranti nei fini istituzionali dell’Ente.

Manifestiamo –hanno riferito testualmente gli avvocati Consentino e Rizzo- grande soddisfazione per l’ennesima pronuncia favorevole del Giudice del lavoro, dato che che la sentenza è ineccepibile, perfettamente rispondente alle univoche pronunce della Corte di Cassazione sul tema e le argomentazioni poste a sostegno del riscorso sono state integralmente accolte dal Tribunale perché adeguatamente suffragate con testimoni e documentazione, mentre le questioni ed eccezioni poste dal Comune di Pantelleria sono state tutte rigettate. La condotta del Comune di Pantelleria parrebbe anche integrare la fattispecie criminosa di cui all’articolo 603 bis del codice penale stante l’acclarata reiterata corresponsione alla lavoratrice di retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o, comunque, in modo sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro dalla stessa prestato”.

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