“Noi slavi mazaresi fuggiti dalla guerra negli anni 90”.Ismailj Sadikov racconta

Il “capo spirituale” della comunità slava di Mazara del Vallo ricorda la fuga dalla Yugoslavia e l’accoglienza in Città

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
10 Marzo 2022 08:22
“Noi slavi mazaresi fuggiti dalla guerra negli anni 90”.Ismailj Sadikov racconta

La crisi umanitaria scoppiata con la guerra in Ucraina ci riporta indietro di alcuni decenni ed in particolare alla guerra nei Balcani scoppiata nei primissimi anni ’90 La spinta nazionalistica portò alla disgregazione della grande Yugoslavia, così come l’aveva fondata il maresciallo Tito: sloveni, croati, bosniaci, macedoni, montenegrini ed infine kosovari si ribellarono alla politica accentratrice e dispotica imposta dal dittatore serbo Slobodan Milosevic che poi cadrà nel 1999 a seguito dell’intervento Nato venendo incriminato per crimini contro l’umanità dal Tribunale dell’Aia; Milosevic morirà nel carcere olandese.

Da quelle guerre, sfociate in una vera battaglia fratricida ove si consumarono violenze inaudite fra vicini di casa e genocidi, scapparono migliaia di persone, cittadini che con le proprie famiglie oltrepassarono le frontiere dell’ex Yugoslavia per raggiungere molti Paesi Europei (e non solo) per mettersi in salvo e costruire un nuovo futuro.

Anche l’Italia, la Sicilia e nello specifico Mazara del Vallo, storicamente città dell’accoglienza, vide l’arrivo di famiglie di origine slava. A raccontarci la sua esperienza è Ismailj Sadikov, 63 anni, macedone di madre croata; Ismailj (nella foto da noi scattata) è considerato il capo spirituale della comunità slava di Mazara del Vallo composta da oltre 150 cittadini residenti suddivisi in circa 24 famiglie fra kosovari (la maggior parte), serbi e macedoni. “Era il maggio 1992, insieme alla mia famiglia siamo scappati dalla guerra civile, l’esercito di Milosevic ci bombardava.

Noi -racconta - stavamo in Croazia, a Slavoski Brod, nella provincia di Zagabria. Eravamo io, mia moglie e i nostri tre figli Mohamed (5 anni), Ahmed (3 anni) ed Emma appena nata. Abbiamo attraversato in treno la frontiera dalla Slovenia in Austria, poi da lì siamo arrivati a Treviso. Molti altri amici che vivevano nella mia Città sono fuggiti verso altri Paesi. Avevo dei contatti a Mazara del Vallo, qualche parente, così siamo arrivati in Città. Inizialmente eravamo tante famiglie, poi alcune sono partite per la Germania, per la Svezia etc”.

Ismailj Sadikov parla dell’accoglienza ricevuta dai cittadini mazaresi: “è stata una bellissima accoglienza, c’è stata molta solidarietà da parte dei mazaresi. Oggi guardo le immagini dall’Ucraina e mi si spezza il cuore per i bambini e le donne: a pagare le conseguenze delle decisioni di chi comanda è sempre la povera gente, gli innocenti. Speriamo che finisca bene, da noi la guerra è durata 14 anni”. Sadikov però sottolinea: “oggi tutti i profughi ricevono molti aiuti e facilitazioni dallo Stato italiano, allora con noi non è successo questo, abbiamo fatto molti sacrifici, soprattutto per fare studiare i ragazzi e ricevere contribuiti.

Eppure vero che fino nei primi anni del 2000 ricevevamo qualche aiuto dal Comune, sussidi temporanei per affitti etc. . I miei figli sono tutti diplomati, hanno figli, sono nonno di quattro nipoti grazie a Dio”. In merito al rapporto con le altre comunità immigrate a Mazara, in particolare con quella più numerosa della Tunisia, Ismailj precisa: “non c’è integrazione, abbiamo rapporti di pacifica convivenza, di rispetto. Certo con i mazaresi siamo molto più legati”.

Il suo secondogenito, Ahmed, alcuni anni fa si era candidato come consigliere comunale aggiunto (una figura istituita dal sindaco Nicolò Vella per rappresentare in Consiglio comunale tutte le comunità immigrate mazaresi e per la quale al momento non vi è nessun rappresentante in quanto si aspetta ancora che l'attuale Amministrazione indica le elezioni).

Molti slavi residenti a Mazara del Vallo vanno a pregare nella stessa moschea “Ettakwa” frequentata dalle altre comunità islamiche in città. Ismailj è una sorta di “vescovo” per la comunità slava mazarese che lavora soprattutto nel commercio ambulante ma anche in altri settori fra i quali l’agricoltura. “Purtroppo –conclude amaramente- la comunità slava non ha rappresentanze diplomatiche in Sicilia, le diverse ambasciate sono tutte a Roma, anche questo rappresenta un problema”.

Francesco Mezzapelle  

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