Mazara, sigarette sequestrate: servivano a finanziare l’Isis?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
18 Febbraio 2015 11:48
Mazara, sigarette sequestrate: servivano a finanziare l’Isis?

La notizia è di quelle che, in altre occasioni, sarebbe passata un po’ in sordina, ma con i venti di guerra che soffiano sul Mediterraneo e la minaccia di uno Stato Islamico sempre più incombente in Europa,

magari anche un’operazione di sequestro di sigarette di contrabbando può assumere, in questo contesto, un’importanza non di poco conto.

Ieri il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trapani ha reso noto che nei giorni scorsi è stato sequestrato nel porto di Mazara del Vallo un motopesca battente bandiera libica, giunto all’alba di sabato scorso, con a bordo circa 1270 stecche di sigarette di contrabbando, pari a oltre 250 Kg, per un valore commerciale di oltre 60 mila euro e destinate ad alimentare il mercato dell’intera provincia di Trapani. L’operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Mazara, in collaborazione con il personale della locale Capitaneria di Porto, nell’ambito di un’attività in materia di contrasto al fenomeno del contrabbando di tabacchi. Le sigarette erano nascoste all’interno dei vari scomparti ricavati nei locali del peschereccio, le più visibili all’interno della cambusa e adagiate nei corridoi.

“L’operazione - si legge nel comunicato dei Finanzieri - è scattata a seguito delle indagini nei confronti di alcuni soggetti sospettati di essere piccoli rivenditori locali di sigarette di contrabbando: il paziente e certosino approfondimento delle informazioni allora acquisite ha permesso ai finanzieri di ricostruire il modus operandi localmente adottato dai contrabbandieri per introdurre in Italia tabacchi lavorati esteri aggirando del tutto il regime di monopolio e i controlli doganali.. Quattro persone sono state denunciate all’A.G. di Marsala per contrabbando”.

Dietro tale sequestro, alla luce delle recenti cronache, appare fondato il sospetto che ci sia l’ombra della guerra in Libia e della propaganda dell’Isis (guerra che finora vede contrapposti, da Ovest a Est del Paese, milizie islamiche, jihadisti di Bengasi vicini comunque all’Isis, Califfato Is, e Governo legittimo a Tobruk). Tanto più che il peschereccio fermato è libico e che, molto probabilmente, proveniva da uno dei porti dello Paese nordafricano.

E’ noto che lo Stato Islamico-Califfato, alla conquista del Nord Africa e del Mediterraneo, con il suo avamposto a Derna, in Cirenaica, a Est della Libia, prosegua la sua rapida corsa verso Ovest, verso Tripoli, e che per finanziare le sue carneficine di cristiani e non solo, in nome di una visione distorta della religione - oltre al petrolio ed alle donazioni degli Stati del Golfo - si procuri il denaro attraverso il contrabbando: sigarette, beni artistici (forse anche traffico d’organi e pornografia).

Proprio il 17 febbraio circolavano su alcuni account facebook arabi alcune foto (in alto e a dx) di una recente confisca da parte di forze di Polizia di una grossa quantità di sigarette in Cirenaica (precisamente nel Wilayat Barqah) Libia. Dalle foto si possono leggere alcune marche delle “bionde” sequestrate, come “Business Royal”, “Craven”, “Manchester”. Sarà un caso che fra le marche citate dalla Guardia di Finanza nel sequestro delle “stecche” approdate a Mazara figuri proprio la “Business Royal”?

E’ probabile dunque che le somme di denaro legate alla partita di sigarette giunte in Sicilia attraverso il peschereccio libico (e sicuramente dalla Libia) servissero per finanziare le attività militari di un qualche gruppo armato-tribù della Regione nordafricana, o addirittura lo stesso Stato Islamico che mira ad assoggettare tutte le coalizioni. Si può inoltre pensare che, a parte i piccoli rivenditori locali che avrebbero smerciato le sigarette a Mazara e nelle città vicine, ci sia qualche soggetto “mediatore” che dal Nord Africa alla città del Satiro, attraverso il Canale di Sicilia, contribuisca ad alimentare tale ponte di contrabbando, scoperto ieri grazie all’attività investigativa della Guardia di Finanza.

Vincenzo De Santi

18/02/15  12,30

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