Mazara, Sanità e non solo, il grido di allarme e il "j'accuse" alla politica da parte di due studentesse mazaresi

Giorgia Cristaldi e Giorgia Di Natale sono intervenute nel corso del Consiglio comunale aperto dedicato alla sanità

Redazione Prima Pagina Mazara
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17 Aprile 2025 12:07
Mazara, Sanità e non solo, il grido di allarme e il

Nel corso della seduta aperta del Consiglio comunale di Mazara del Vallo dello scorso 14 aprile richiesta dalla IV Commissione consiliare “Igiene, Sanità, Assistenza Sociale e Tutela dell'Ambiente” e dedicata ai “Ritardi nei referti istologici dell’ASP di Trapani” ha visto diversi interventi di politici ad ogni livello, di rappresentati di associazioni, del comparto sanitario, e qualche testimonianza diretta come quella della prof.ssa Costanza Grassa malata oncologica. Ha fatto molto scalpore anche l'intervento di due studentesse mazaresi, entrambe diciottenni, Giorgia Cristaldi e Giorgia Di Natale (in foto di copertina a sx e a dx), frequentanti rispettivamente il Liceo "Adria-Ballatore" e l'altra il Liceo Artistico "G. Morello" che hanno chiesto a gran voce alla politica tutti gli sforzi possibili per garantire un'adeguata assistenza sanitaria a salvaguardia delle presenti e nuove generazioni". Pubblichiamo integralmente il testo dei loro interventi.

"Mi chiamo Giorgia e ho 18 anni. Non porto con me né interessi personali né strategie elettorali. Porto solo la verità, quella che si respira per strada, negli ospedali, nelle case. Porto la voce di una generazione che non ha più voglia di sentirsi dire "non si può fare", quando è chiaro che non si vuole fare. Oggi, davanti a voi, non parlo da tecnica, non parlo da politica. Parlo da giovane, da figlia, da sorella, da cittadina che ama questa città e che si rifiuta di abituarsi alla sua agonia.

Parlo in nome di un diritto sacrosanto, quello alla salute. Non un privilegio, ma un pilastro della nostra dignità. Mazara è malata caro Presidente. E la sua malattia si chiama NEGLIGENZA! Siamo stanchi di veder chiudere reparti, di contare ambulanze che non arrivano in tempo, di doverci spostare fuori dalla Nostra regione per una semplice visita specialistica. Siamo stanchi di vedere madri in lacrime nei corridoi di un pronto soccorso che non riesce più a soccorrere nessuno. E mentre i medici fanno miracoli con ciò che resta, chi governa resta in silenzio .E allora vi chiedo: che cosa c'è di più grave dell'abituarsi a tutto questo? L'indifferenza che dilaga è la forma più sottile di violenza.

E voi, che avete responsabilità pubbliche, non potete più ignorare questo grido. Non parliamo di problemi nuovi. Parliamo di problemi vecchi, cronicizzati, mai risolti. Parliamo di fondi che scompaiono, di promesse non mantenute, di passerelle politiche in tempo di campagna elettorale e poi il nulla. Il vuoto. Parliamo di abbandono istituzionale. E lo facciamo con la voce ferma di chi non accetta che Mazara venga trattata come una periferia dimenticata. Perché noi non siamo periferia. Noi siamo cuore.

E se la sanità è lo specchio di una comunità, allora il nostro riflesso oggi è opaco, sporco, dimenticato. Ma vi assicuro una cosa: non sarà sempre così. La mia generazione non resterà in silenzio. E se oggi parliamo in 10, domani parleremo in cento. E poi in mille. Perché MAZARA SI CURA, e lo fa a partire dal coraggio di chi non ha paura di dire che il Re è nudo. Vogliamo risposte. Ma soprattutto vogliamo responsabilità Vogliamo sapere chi ha permesso questo decadimento. Chi doveva vigilare.

Chi ha girato lo sguardo altrove. Vogliamo sapere perché nei tavoli Provinciali siete cosi bravi a trovare accordi elettorali e, invece, quando si parla di sanità un "inesperto" non è in grado di garantire neppure il numero legale della conferenza che era stata indetta a tutela dei fragili, dei malati, dei deboli. Perché il diritto alla salute non è negoziabile, non è rinviabile, non è merce da barattare per un posto in giunta o per un equilibrio di partito o per un posto predominante alle prossime elezioni provinciali.

Caro Presidente, io non ho paura di alzare la voce. E non dovreste averne neanche voi! Questo è solo l'inizio. Perché Mazara si cura. E noi siamo la cura. Grazie. Giorgia Cristaldi" .

"Buongiorno a tutte e tutti, mi chiamo Giorgia, ho 16 anni, frequento il Liceo Artistico “Morello” qui a Mazara e oggi porto la voce di tanti studenti, di tanti giovani che, il 7 aprile scorso, sono scesi in piazza con un messaggio semplice e potentissimo: Mazara si cura. Eravamo lì con i nostri cartelli, con la rabbia negli occhi e la speranza nel cuore. Non era solo una manifestazione. Era un grido collettivo, un atto d’amore verso questa città. Un grido che dice: noi ci siamo, noi vediamo tutto e noi non vogliamo più tacere. Siamo stanchi di sentirci dire che dobbiamo “avere pazienza”, mentre i nostri diritti non vengono tutelati. Mentre i nostri amici partono per studiare o curarsi altrove.

Mentre le nostre famiglie si sentono abbandonate da uno Stato e da un sistema che sembra ricordarsi di noi solo in campagna elettorale. Noi giovani chiediamo attenzione, disciplina etica, controllo vero! Non siamo ingenui: sappiamo che la sanità pubblica è complessa. Ma sappiamo anche che quando manca la volontà politica, quando le priorità sono altre, a pagare siamo sempre noi. Abbiamo bisogno di scelte coraggiose, di investimenti seri. Abbiamo bisogno di credere che il nostro futuro possa restare qui, nella nostra terra, senza dover scappare per studiare, per lavorare, per vivere. Perché sì, oggi emigrare non è più una scelta.

È una condanna. Chi ci governa ha il dovere di garantire a noi giovani un presente che non ci tolga il futuro. Noi chiediamo verità, trasparenza, partecipazione. Chiediamo un’amministrazione che sappia guardare oltre il prossimo bilancio, che abbia il coraggio di immaginare Mazara tra dieci, vent’anni, e di metterci al centro. E non vogliamo più sentirci dire che siamo “troppo giovani per capire”. Perché noi abbiamo capito benissimo: abbiamo capito che serve una politica che ascolti davvero, che agisca con coerenza, che smetta di usare parole vuote. Abbiamo capito che il cambiamento non arriverà dall’alto, ma da chi oggi decide di alzarsi in piedi, anche a diciassette, diciotto anni, e dire: noi valiamo, noi contiamo. E concludo con le parole di Don Milani, che ci guidano ogni giorno nelle scuole, nelle piazze, nei sogni: “A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?” Noi le mani ce le stiamo sporcando. Le stiamo alzando. E non le abbasseremo più. Grazie. Giorgia Di Natale".

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