Più volte ci siamo occupati delle disfunzioni della biblioteca comunale allocata da pochi anni nei rinnovati locali del Complesso Filippo Corridoni. Più volte, negli ultimi 2 anni, ci siamo occupati del problema della caduta dei calcinacci dalla cupola di tufo che si trova proprio sopra la sala lettura (il problema era stato evidenziato nel luglio del 2015 dopo la caduta di una grossa pietra da circa 16 metri che aveva sfiorato uno studente seduto nella originaria sala lettura).
Più volte lo stesso direttore della biblioteca, il dott. Rosario Salafia, ha segnalato il problema all’Amministrazione comunale. In effetti negli ultimi due anni più volte sono stati compiuti degli interventi ma nessuno è risultato risolutorio. Sta di fatto che la sala lettura della biblioteca comunale è rimasta chiusa. Così molti studenti universitari, molti mazaresi iscritti nelle Università fuori dalla Sicilia, sono stati costretti a stare in spazi ristretti, angusti, al fine di preparare gli esami o la loro tesi di laurea.
Adesso finalmente l’Amministrazione Cristaldi sembra aver risolto il problema. Infatti da qualche giorno l’intera Biblioteca, e non solo la sala lettura, risulta chiusa; in altre parole non è possibile usufruire di tutti i servizi bibliotecari. Infatti l’ingresso della biblioteca, in via San Michele, è chiuso ed affisso al portone di legno si legge un avviso (vedi foto n.1), firmato dal direttore della stessa biblioteca, che informa che “a seguito di formale disposizione del dirigente, per ragioni di sicurezza la biblioteca comunale è chiusa fino a data da destinarsi. Gli utenti che dovranno restituire i volumi potranno farlo accedendo all’ufficio dal portone in legno di via delle Sette Chiese n.2”.
Sembra che ad aver interdetto l’intera area della biblioteca sia stato l’ex dirigente dei Lavori Pubblici, Ing. Stefano Bonaiuto, attraverso una comunicazione dello scorso maggio a seguito di un sopralluogo nella stessa biblioteca ed in particolare alla suddetta cupola. In quella ispezione fu giudicata ancor più pericolosa la situazione rispetto alle volte precedenti tanto che lo stesso dirigente ha deciso di inibire, proprio qualche giorno prima di lasciare il suo incarico, tutto l’intero locale sia al pubblico che al personale in servizio ai fini della salvaguardia della sicurezza.
Diversi sono gli interrogativi in merito alla questione:
1) per arrivare a questa decisione bisognava aspettare due anni?
2) Perché non si è chiusa la biblioteca per tempo nei mesi scorsi ed effettuati i lavori al fine di risolvere definitivamente la problematica, invece di interventi palliativi che in pratica non sono serviti a nulla?
3) Perché nel piano annuale dei lavori pubblici non risulta nessuna somma per mettere in sicurezza e riaprire la biblioteca comunale?
4) Cosa sarà offerto agli studenti fuorisede che nei mesi di luglio ed agosto vorranno usufruire della biblioteca per consultare testi o soltanto potere studiare?
5) Davvero in questi due anni l’amministrazione comunale tanto impegnata nel riqualificare il centro storico ed in particolare per completare i lavori di riqualificazione dell’intero complesso Corridoni non ha trovato risorse per risolvere il problema?
6) Possibile che a distanza di meno di dieci anni dal completamento dei locali della biblioteca si verifichino crolli di calcinacci dal tetto? Qualcuno ha pensato a controllare le parti in ferro, forse ossidate, che circondano la cupoletta interna?
7) A cosa sono serviti i diversi sopralluoghi della V commissione consiliare “Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Turismo e Sport, Politiche Giovanili”? D’altronde l’Amministrazione non risponde alle interrogazioni dei consiglieri, soprattutto se provengono da una certa opposizione.
8) A che serve avere riqualificato e aperto al pubblico l’atrio interno del complesso Corridoni quando chi si siede sui divanetti esterni non può consultare nessun libro della biblioteca? Ma non doveva essere uno spazio letterario? Ma senza biblioteca comunale?
Ricordiamo che negli ultimi tempi la biblioteca comunale, prima della sua chiusura definitiva, era divenuto uno spazio “stringiamicizia”, così lo aveva definito ironicamente una studentessa mazarese fuorisede che la scorsa estate aveva raccontato la sua indimenticabile esperienza nel ristretto spazio di lettura dove gli studenti di giurisprudenza con un po’ di buona volontà alla fine dell’estate potevano anche sostenere esami di medicina bastava interagire un minimo con il vicinissimo collega di banco.
L'idea dell’amministrazione comunale è stata rivoluzionaria: in questo modo anche lo studente di medicina poteva sapere il contenuto dell'art 2043 cc studiato dallo studente di giurisprudenza accanto a lui, e quello di giurisprudenza cos'è una molecola poliatomica.Per rendere tutto ancora più accogliente, il clima della biblioteca era stato lasciato "temperatura ambiente". “Non sia mai che i giovani studenti mazaresi –si leggeva nella lettera della studentessa Giusi Asaro- rischino un'indigestione per il freddo polare della biblioteca dovuta ai climatizzatori...quindi per tenerli al fresco niente è meglio dei ventilatori vintage.
Perché questa città sostiene l'energia rinnovabile!!! E poi...e poi penso che spesso mi è capitato di avere interessanti discussioni con altri giovani come me sui disagi della nostra città, e l'epilogo è sempre lo stesso: Mazara è una città meravigliosa, non manca di nulla....però siamo costretti a scappare via perché questa perla di città non ci offre quello che abbiamo il diritto di avere!” (in foto n.2, scattata alcuni mesi fa, la sala lettura della biblioteca interdetta al pubblico)
“Una città non è una città senza una biblioteca. Magari pretende di chiamarsi città lo stesso, ma se non ha una biblioteca sa bene di non poter ingannare nessuno” scriveva l’inglese Neil Gaiman, scrittore, fumettista, giornalista e sceneggiatore televisivo e radiofonico contemporaneo.
Mazara del Vallo fortunatamente, grazie a quanti in passato si sono spesi per creare un patrimonio storico non indifferente, ha una sua biblioteca comunale ma essa oggi si trova dislocata in una sede a parer nostro inadeguata. Ricordiamo che la biblioteca comunale pochi anni fa, dopo aver trovato ospitalità per alcuni anni in locali in affitto dalla Diocesi a seguito della chiusura degli storici locali dell’ex Collegio dei Gesuiti di piazza Plebiscito per lavori di messa in sicurezza, è stata trasferita presso un’ala del nuovo complesso Corridoni.
Circa 20.000 testi, antichi e di pregio, non sono mai stati trasferiti nei nuovi locali e sono, ancora, presso l’ex Collegio dei Gesuiti, giacciono, da diversi anni, in stanze umide con il rischio che molti loro siano ormai sbriciolati; questi al contrario di quelli presenti in via delle Sette Chiese non sono catalogati e pertanto la loro ricerca risulta impossibile l’archivio digitale provinciale.
Perché i locali sono inadeguati? Eppure sono locali nuovi creati dopo la riqualificazione dello stesso complesso di via delle Sette Chiese. La suddetta biblioteca comunale, intitolata a “Leonardo Bonanno”, e l’archivio storico si trovano nei freddi, scuri e poco sicuri locali del ex asilo Corridoni. Nei mesi invernali entrando nella nuova biblioteca di via delle Sette Chiese al fine di usufruire della pinacoteca è difficile trattenersi dal cadere in uno stato di forte depressione.
I dipendenti comunali sono costretti a rimanere con addosso giubbotto, sciarpa e cappello per non ammalarsi vista la forte umidità ed il freddo che trapana dalle pareti; non basta qualche stufetta a riscaldare un locale non illuminato sufficientemente. Probabile che queste condizioni siano state alla base del crollo di alcuni calcinacci dal tetto della cupola che sormonta la struttura (vedi foto n.3). I calcinacci cadono sulla sala lettura della stessa biblioteca, una sala lettura (ecco anche qui la cattiva organizzazione degli spazi) in uno spazio aperto davanti alle due porte di accesso della biblioteca e agli uffici della stessa, insomma uno spazio non adeguato per quanti auspicano silenzio durante lo studio e la consultazione dei testi.
A proposito ci chiediamo: non era prevedibile che i locali dell’attuale biblioteca risultassero inadeguati per questa funzione? Chi ha deciso poteva certamente scegliere i locali che attualmente sono occupati dalla Galleria di Arte Moderna dove, visti gli spazi, poteva essere allocata l’intero patrimonio librario del Comune ed in un ambiente luminoso. Nella vastità di edifici che l’Amministrazione si vanta di aver riqualificato nel centro storico si sarebbe certamente trovato il posto per la Galleria d’Arte Moderna.
La biblioteca come i musei rappresentano uno spazio non solo culturale, ma anche sociale, luoghi di incontro, scambio di idee e di partecipazione e nella partecipazione, che è condivisione, nasce la possibilità di elaborare forme di intelligenza collettiva e costruire nuove conoscenze. Un patrimonio che non è solo custode del passato e “servizio” per il presente, ma base per la costruzione di un futuro. A quanto pare l’Amministrazione comunale mazarese ignora questa possibilità?
Francesco Mezzapelle
21-06-2017 14,30
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