Mazara, pescherecci all’ancora per il maltempo, tre bloccati a Lampedusa. “Chi riuscirà a pagare i tributi?”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
14 Gennaio 2021 21:31
Mazara, pescherecci all’ancora per il maltempo, tre bloccati a Lampedusa. “Chi riuscirà a pagare i tributi?”

Si prospetta un altro anno triste per la marineria di Mazara del Vallo. Alla crisi della pesca mediterranea, già da circa 15 anni progressivamente aumentata per cause di natura endogena ed esogena al comparto, e l'emergenza covid19 che ha inferto un duro colpo all'economia in generale, si aggiungono anche le sempre più variabili condizioni meteo marine di questi giorni che stanno compromettendo l’attività di pesca dei poco più di 60 pescherecci mazaresi d’altura (questo è il numero odierno della flotta mazarese a seguito anche della nefasta politica delle demolizioni non accompagnata da una ristrutturazione sostenibile della flotta) che operano nel Mediterraneo centrale, ed in particolare nel Canale di Sicilia sia nei banchi per il cosiddetto “fresco” che per la pesca  gambero bianco, rosso e viola nei fondali delle acque internazionali antistanti la Libia e la  Tunisia, di ponente  e dell’alto Tirreno.

A causa del maltempo gran parte della flotta si trova ancora ormeggiata in porto in attesa di riprendere la pesca nel 2021 dopo il fermo tecnico e compensativo. Ci sono pure pescherecci che era usciti nei giorni scorsi per una bordata a pesce fresco (a triglie e calamari) che a causa delle avverse condizioni meteo marine sono stati costretti a trovare “ospitalità” all’interno del porto di Lampedusa. I tre pescherecci “Pegaso”, “Aliseo” e “Anna Madre” si trovano da tre giorni fermi al riparo, ormeggiati in banchina (in foto copertina i motopesca mazaresi “Pegaso” e “Anna Madre” nel porto di Lampedusa).

“E’ una situazione paradossale, non basta solo la grande crisi ma anche il maltempo ci sta dando un colpo mortale” dicono i giovani armatori Leonardo Gancitano e Alessandro Giacalone. In particolare Gancitano, proprietario del peschereccio “Pegaso” (ma anche del motopesca “Antartide” sequestrato per 108 a Bengasi e liberato il 17 dicembre scorso), sottolinea: “Non bastava la riduzione, imposta, delle giornate di pesca durante l'anno, e le sempre più stringenti normative Ue, ma rimanere all’ancora in questo periodo rappresenta una vera e propria mazzata.

Neanche prenderemo le spese. Chi riuscirà a pagare nei prossimi giorni imposte, tasse e contributi? Chiediamo che la politica a qualsiasi livello possa occuparsi della nostra situazione. Riusciremo a sopravvivere?” Francesco Mezzapelle  

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