Mazara, Mistero sulla morte di Pasquale Mineo, si profila un altro “giallo mazarese”?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
29 Aprile 2016 13:00
Mazara, Mistero sulla morte di Pasquale Mineo, si profila un altro “giallo mazarese”?

Molti interrogativi stanno dietro alla morte di Pasquale Mineo, il 53enne mazarese che ieri mattina è stato trovato morto, riverso a terra in una pozza di sangue con il cranio fracassato.

A rinvenire il corpo dell’uomo è stata una residente del condominio di via Toniolo n.31. Inizialmente la stessa ha pensato ad un malore improvviso di un residente del condominio, subito dopo è stato lanciato l’allarme alle forze dell’ordine, ad intervenire sono stati militari Compagnia dei carabinieri di Mazara del Vallo, guidati dal cap. Fabio Manzo, che hanno rilevato quanto accaduto grazie all’ausilio della Scientifica.

La notizia si è sparsa in città in pochi minuti. Dapprima si è ipotizzato il suicidio di Mineo (vedi sua immagine in foto n.1), pista che pian piano veniva esclusa considerato anche che Mineo, almeno da quanto lo descrive chi lo conosceva, non sarebbe stato il tipo da ricorrere a tale gesto estremo. Inspiegabile sarebbe il suicidio considerate le condizioni nelle quali è stato ritrovato il corpo di Mineo che –ricordiamo- non abitava in quel condominio bensì in un casa (insieme alla madre ed alla sua compagna, una ragazza polacca dal quale si dice aspettasse un figlio e che in questi giorni si troverebbe nel suo Paese), un appartamento ad un piano adiacente al piazzale del condominio dove ritrovato il suo corpo.

Per capirci, dalla foto n.1, attraverso google, il pallino rosso è il tetto della casa di Mineo quello nero il punto dove è stato trovato. Visto che la casa di Mineo è ad un piano, se Mineo fosse cascato giù lo avrebbe fatto dal tetto della sua casa, stiamo parlano almeno di 6 metri dal livello del suolo più altri 6 dello scivolo, quindi sommando circa 12 metri; una persona che cade da circa 12 metri non riporterebbe solo dei segni sulla testa ma fratture e contusioni in altre parti del corpo; sinceramente una traiettoria piuttosto improbabile considerata anche la posizione come ritrovato.

Forse Mineo aveva uno o due garage a disposizione nel piazzale del condominio dove ritrovato? Probabilmente per conservare della merce? Ricordiamo che Mineo, oltre ad essere uno dei quasi 200 “contrattisti” in forza al Comune di Mazara, sbarcava il lunario facendo, ormai da alcuni anni, contratti di telefonia mobile e di reti wireless. Pasquale Mineo, molto conosciuto in Città, si era “riabilitato” socialmente negli ultimi anni dopo una gioventù da tossicodipendente che lo aveva reso noto alle forze dell’ordine; ciò non toglie che lo stesso avrebbe potuto mantenere contatti con gli ambienti della microcriminalità e tossicodipendenza.

In attesa dei risultati dell’autopsia sul cadavere da parte dei medici legali Antonino Margiotta e da Stefania Zerbo (dell’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo), i militari del Comando Provinciale dei Carabinieri stanno battendo la pista dell’omicidio, così si inquadrerebbe il sopralluogo condotto ieri pomeriggio intorno alle 17 dagli stessi militari, grazie al supporto dei Vigili del Fuoco, nel garage del condominio di via Toniolo (vedi foto n.2) utilizzato da Mineo forse come deposito merce, luogo dove rinvenuto il suo corpo privo di vita.

Forse la chiave del mistero si nasconde proprio in quei garage. Mineo nascondeva qualcosa? Sarebbe forse sceso in quel garage nella notte fra 27 ed il 28 aprile dopo essere stato chiamato da qualcuno. Una discussione accesa e chissà degenerata nell’omicidio? Forse Mineo è stato chiamato nella notte, da qui il fatto che si trovasse in pigiama e ciabatte (vedi foto n.3), ed attirato in un tranello da qualcuno che non avrebbe digerito la sua condotta in qualche affare? Sono ipotesi che inquirenti starebbero vagliando. 

Tecnicamente il luogo dove rinvenuto il corpo di Mineo non è accessibile se non ai residenti o proprietari dei garage. Quel luogo è raggiungibile in tre modi, da un grande cancello di via Toniolo, dalla via Siracusa (adiacentemente ad una Farmacia), o dall’interno del condominio.

Sul caso di Pasquale Mineo, che ricordiamo lavorava come Lsu al Comune, era usciere all'assessorato ai Lavori pubblici, è stato contattato ieri dall'agenzia AdnKronos è il sindaco Nicola Cristaldi il quale ha così commentato: "E' una notizia che mi ha colto di sorpresa, del tutto inaspettata. L'ho conosciuto come una persona tranquilla e come impiegato comunale aveva un comportamento corretto”. Riferendosi al passato di tossicodipendente di Mineo, il primo cittadino ha aggiunto: “pensavo avesse superato quel periodo, mi sembrava perfettamente integrato una persona tranquilla, piacevole.

Una settimana fa mi ha incontrato chiedendomi di assegnargli più ore di lavoro perché presto sarebbe diventato padre e l'ho rassicurato dicendogli che avrei visto cosa fare. Non mi è sembrato preoccupato. Anzi, penso stesse progettando la sua vita futura con la madre di suo figlio”. Forse chissà che la necessità di trovare maggiori entrate potrebbe aver indotto lo stesso Mineo a cacciarsi in qualche affare più grosso di lui?

Insomma un giallo in “salsa mazarese”, speriamo che al più presto le indagini portino a stabilire la verità (e magari all’individuazione di un colpevole qualora confermato che trattatosi di omicidio). Altrimenti quello di Pasquale Mineo sarà un ulteriore caso di omicidio irrisolto nella storia della Città, ricordiamo ad esempio l’omicidio dell’imprenditore Giuseppe Ferro avvenuto a fine anni ‘70 in un condominio vicinissimo a dove ritrovato il cadavere di Meo, oppure il più recente, dicembre 2011, omicidio dell’assicuratore Attilio Sicurella picchiato a sangue nell’ingresso del suo studio di via Maccagnone, sempre nel centro della Città.

Altro caso irrisolto quello dell'omicidio di Maria D' Alfio, 50 anni, sorella del già sindaco Giovanni, assassinata all' interno della sua abitazione del centro storico. Per non parlare dell’omicidio a Capo Feto (2002) dell’assistente sanitario Salvatore Capizzo, sempre sul litorale di Capo Feto nel luglio del 1988 furono trovati morti l’attore romano Giancarlo Prati ed il giornalista lombardo Luca Coppola

Francesco Mezzapelle

29-04-2016 14,30

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