​Mazara, le tradizioni di Pasqua, Pasquetta e San Vito

Vogliamo portarvi indietro nel tempo raccontandovi come i giorni di Pasqua, Pasqetta e San Vito venivano celebrati

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
31 Marzo 2024 16:47
​Mazara, le tradizioni di Pasqua, Pasquetta e San Vito

Oggi vogliamo parlarvi di come una volta i cittadini mazaresi celebravano i giorni di Pasqua, Pasquetta ed il martedì dopo Pasqua. Vi racconteremo di tradizioni intrise di fede e folklore che si intrecciavano con la storia e la bellezza del territorio. Per Pasqua si andava ai Cappuccini, per Pasquetta a Miragliano e per il giorno dopo a San Vito a mare.

 I Cappuccini: la domenica di Pasqua, i mazaresi si recavano al convento dei Cappuccini, nella chiesa di Cristo Re, dove in passato le donne vi compivano "lu viaggiu a la Madonna di là Confusioni", un'immagine miracolosa che veniva venerata proprio in quella chiesa. La giornata proseguiva con la visita alla sepoltura dei frati cappuccini conservati in alcune nicchie proprio dentro al convento. Durante la giornata si giocava al gioco delle "aranciteddi" in poche parole era come il gioco delle bocce ma fatto con delle arance amare. La sera i mazaresi si recavano in centro città per ritrovarsi in alcuni bar o luoghi di intrattenimento. 

 Miragliano: il lunedì dell’angelo Miragliano si trasformava in un vivace punto d'incontro. La gente vi si reca per trascorrere una giornata all'aria aperta e consumare insieme i cibi della tradizione come il campanaro, la cassata e tanto altro. I mazaresi trascorrevano il pomeriggio tra musica, chiacchierate e giochi. La sera, grazie al fascino del luogo, molti si fermavano ad esplorare le grotte dove i primi cristiani si riunivano, tra queste, la più conosciuta è un sistema di grotte chiamato l’ipogeo di San Bartolomeo dove all’interno furono trovati nicchie e affreschi. 

 San Vito: il martedì dopo Pasqua, i mazaresi si recavano sempre nella piccola chiesa di San Vito a mare. Il culto del santo, patrono della città, si univa al piacere di una gita sulla spiaggia. La leggenda narra che San Vito lasciò la Sicilia proprio nel punto dove sorge la chiesetta su una barca guidata dagli angeli. La spiaggia diventava un luogo di ristoro, dove si consumavano panini e uova sode. I ragazzi giocavano al gioco “cu è cchiù beddu la paga”. Questi si riunivano attorno ad un venditore di “cubbaida” e ne consumavano due o tre pezzi per ognuno, ad un certo punto il venditore guardava tutti i giovani in faccia e ne indicava uno che doveva pagare per tutti. A quanto pare, chi pagava era sempre il più ingenuo. La sera, dopo il crepuscolo, i mazaresi rientravano nelle loro case. 

Seppur tramontate con il trascorrere del tempo e l'evolversi della società, le antiche usanze Pasquali della città di Mazara del Vallo conservano un valore inestimabile e meritano di essere preservate nella memoria collettiva.

Caterina Mezzapelle 

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