Il 17 dicembre, presso il Complesso monumentale “Filippo Corridoni”, è stata inaugurata, nell’ambito delle celebrazioni “#10senzasalvino” promosse dall’Amministrazione comunale, “La porta di Salvino”. L’opera, realizzata da Francesca De Santi ed Emmanuele Lombardo nel laboratorio sociale/officina creativa “Novanova”, oltre che a lasciare “a futura memoria” un segno tangibile del suo “passaggio”, ha permesso di recuperare “frammenti” delle mattonelle in ceramica della vecchia pavimentazione di Villa Jolanda, realizzate da Salvino Catania poco prima della sua prematura e tragica scomparsa.
L’opera, composta da due pilastri asimmetrici e “spigolosi” - quasi a voler sottolinearne il carattere - uniti da un “architrave” in acciaio COR-TEN, ci permette l’”attraversamento” verso una dimensione “altra” e favorire un “contatto ideale” tra chi l’attraversa e l’universo creativo di Salvino. Come nell’opera di Giuseppe Uncini dedicata a tutti i caduti di Gibellina realizzata nel 1986, questo monumento rappresenta una porta semiaperta verso l’aldilà. L’immagine della porta evoca l’idea di un con-fine, di un limite, sia fisico che simbolico; varcare la soglia simboleggia l’ingresso in uno spazio diverso da quello da cui si proviene, a volte ignoto, misterioso o perfino sacro.
L’opera, a nostro parere, intende ri-stabilire un contatto, un dialogo continuo e mai inter-rotto (alcune mattonelle riportano frasi emblematiche di Salvino) tra noi e l’artista scomparso. Adesso non ci rimane che aspettare la mostra retrospettiva “Un’esistenza ai margini” del 29 febbraio 2024 per poter ammirare una corposa selezione della sua frenetica produzione artistica.
Giacomo Cuttone
