E’ passato circa un mese dall’aggiudicazione, presso l’Urega di Trapani, al gruppo di imprese composto dalla Senesi spa (capofila) ed Eco Burgus della gara di appalto per il servizio quinquennale di raccolta rifiuti previsto nel Piano Aro nel territorio cittadino. Niente si muove, vige un silenzio assordante.
Questo iter purtroppo sembra però complicarsi ulteriormente a seguito di una grave vicenda giudiziaria che riguarda anche la Senesi spa, la società di Porto Sant’Elpidio che si occupa della raccolta rifiuti in diversi comuni del centro sud e già partecipante a diverse gare in alcuni comuni della Provincia di Trapani. Infatti nei giorni scorsi la Dia di Catania, coordinata dalla Dda della Procura etnea, ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di imprenditori, funzionari amministrativi ed elementi di vertice dei clan Cappello e Laudani. Al centro dell'inchiesta la presunta illecita gestione della raccolta dei rifiuti nei Comuni di Trecastagni, Misterbianco e Aci Catena, con diramazioni nella Sicilia Orientale. Sequestri di società per un valore complessivo di 30 milioni di euro.
Fra gli arrestati anche il 58enne Rodolfo Briganti, rappresentante legale della Senesi Spa, accusato di corruzione. Briganti, già nel 2015 risultava al centro di numerose indagini, tanto che la stessa ditta aveva l'interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Fermo. (nella foto, fornita dalla Dia di Catania, alcuni fra gli arrestati nell’Operazione Gorgoni)
Ritornando alla gara di appalto quinquennale per la raccolta rifiuti a Mazara. La commissione di gara riunitasi lo scorso 30 ottobre presso l’Urega di Trapani aveva aggiudicato provvisoriamente il servizio ad un raggruppamento di due imprese, la marchigiana Senesi Spa e l’’impresa siciliana Eco Burgus società consortile a.r.l. di Borgetto (Pa) (quest’ultima già lo scorso marzo si era aggiudicata la gara per effettuare per 5 mesi il “Servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti indifferenziati ed altri servizi di igiene pubblica del Comune di Mazara del Vallo).
Il raggruppamento ha presentato un ribasso del 4,95% sulla base d’asta di 26.106.685,19 euro presentando l’offerta economicamente più vantaggiosa. Il raggruppamento Senesi-EcoBurgus, dopo la valutazione tecnica ed economica dell’offerta, avrebbe ottenuto un punteggio di 84,93 su 100. Alla gara di appalto hanno partecipato in tutto cinque raggruppamenti/imprese, tutte ammesse alla gara.
Successivamente la stazione appaltante, cioè il Comune di Mazara, avrebbe dovuto emettere una delibera di aggiudicazione provvisoria della gara e, trascorsi 30 giorni dalla sua pubblicazione sull’albo pretorio senza nessun ricorso, avrebbe dovuto formalizzare l’aggiudicazione definitiva e poi la stipula del contratto. Dal Comune di Mazara invece su questa vicenda non trapelano notizie. Ci chiediamo: il dirigente di competenza alla luce delle novità giudiziarie riguardanti la Senesi Spa opterà per lo scorrimento della graduatoria oppure per la ripetizione della gara di appalto?
Ad ogni modo non sarebbe certamente il primo “intoppo” sulla stessa gara che a questo punto sembra davvero maledetta. Infatti ricordiamo che la gara avrebbe dovuto espletarsi, sempre presso l’Urega di Trapani, lo scorso marzo ma l’iter era dovuto ripartire quasi da zero proprio a causa della mancata pubblicazione dell’estratto del bando sui quotidiani da parte del Comune di Mazara. Una “mancanza” che aveva costretto l’ex dirigente del terzo settore di Palazzo dei Carmelitani, Stefano Bonaiuto, ad annullare in autotutela la procedura di gara e a indirne una nuova.
A pagarne ancora le conseguenze sono i cittadini che attendono che la gestione della raccolta rifiuti si normalizzi finalmente a causa del flop dell’Ato Tp2, una pagina nera di politica, burocrazia e relazioni sindacali, e delle frequenti crisi igienico sanitarie per le “disfunzioni” soggettive ed oggettive create dal sistema delle discariche presenti nel territorio regionale. La speranza è che il nuovo Governo regionale possa far uscire finalmente l’isola dalla perenne emergenza rifiuti con un’apposita regolamentazione pervenendo ad un ”modello di rifiuti zero”; le sirene però parlano di un altro tipo di approccio anche se il presidente Musumeci ha dichiarato di recente di voler mettere ordine nel settore rifiuti.
Purtroppo nel settore rifiuti, spesso è stato dimostrato, si sono annidati rischi di infiltrazione della malavita organizzata che ha trovato connivenza fra amministratori ed “eco manager”. Vogliamo concludere con le parole del direttore della Dia, generale Giuseppe Governale, sulla suddetta operazione Gorgoni a Catania: “C'è una mafia nuova, 2.0, che non appare, evita se può la violenza e che vuole soltanto fare affari. Ma la corruzione che non uccide le persone uccide la società. E lo fa con legami perversi tra mafia, amministrazione pubblica e imprese. Il "burocratese" e la corruzione -ha aggiunto il gen. Governale - consentono alla mafia di fare sempre grandi affari. E' una catena da spezzare”.
Francesco Mezzapelle
02/12/2017
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