Mazara, dragaggio del porto canale: comu finì? "Ma sto fiume ce serve o non ce serve?"

Continua l'estenuante attesa dei cittadini per l'escavazione del porto canale. Vicenda alquanto "surreale"...

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
12 Settembre 2025 13:35
Mazara, dragaggio del porto canale: comu finì?

Cari lettori, dopo la pausa estiva torniamo ad affrontare una questione cruciale, ed annosa, riguardante la città di Mazara del Vallo: la mancata escavazione-dragaggio del suo porto canale, e in generale del fiume Mazaro, che negli ultimi 40 anni è divenuto praticamente innavigabile, ed in stato di forte degrado, con conseguenze nefaste per il comparto peschereccio e per le attività ad esso collegate. "Comu finì?" ci chiedono tanti cittadini che ci incontrano e/o scrivono. Cresce infatti sempre più il grido di allarme degli operatori economici le cui attività, cantieri navali, grande e piccola pesca, rischiano seriamente di cessare a causa delle condizioni del porto canale; per non parlare dei frequenti incagliamenti di natanti nel bacino portuale che spesso hanno provocato seri danni, e anche della forte puzza che risale verso le banchine dai fondali melmosi. In merito alla necessità di escavazione del porto canale di Mazara del Vallo (vedi foto da noi scattata proprio questa mattina) in questi anni abbiamo assistito ad una vicenda (da noi sempre aggiornata) che ha davvero dell’assurdo; fra rimpalli di competenze, ritardi, indagini giudiziarie, è successo di tutto.

Pertanto vogliamo "rinfrescare" la memoria dal torpore e dalle "sbornie" estive. Partiamo per non farla troppo lunga dalla fine del 2023 quando, finalmente, sembravano esser avviati i primi lavori con la pulizia di buona parte degli argini del fiume Mazaro con mezzi meccanici da terra e con i fanghi e materiali di vario genere prelevati e poi portati e depositati attraverso dei camion in un'area della Colmata B ove installate delle vasche ad hoc. Dopo quella fase, sarebbe arrivata -così era stata annunciato- una “sorbona” (una grossa draga in grado di scavare i fondali del tratto centrale del porto canale ove transitano le imbarcazioni).

Dopo qualche mese però quei lavori "preliminari" di colpo si sono bloccati. Tutto è rimasto fermo, nel frattempo però vi è stata una campagna elettorale per le Amministrative con successiva rielezione del sindaco Salvatore Quinci che in quei mesi parlò più volte di un’azione di sedicenti soggetti finalizzata ad interrompere l’iter per l’avvio della fase conclusiva dell’escavazione ma rassicurò i cittadini che terminata la fase elettorale i lavori escavazione sarebbero ripresi non più intensità fino al loro completamento.

Purtroppo nei mesi successivi i lavori non ripartirono. Nella mattinata del 28 febbraio scorso si è svolta nella Sala Giunta del Comune di Mazara del Vallo una riunione-tavolo tecnico, richiesta più volte dal sindaco Salvatore Quinci, ma convocata su iniziativa della “Struttura di contrasto al dissesto idrogeologico” guidata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani (assente ma rappresentato da un dirigenti regionali) per superare la situazione di impasse negli interventi e accelerarne la ripresa.

Al termine dell’incontro, lo stesso pomeriggio attraverso una nota (Clicca qui per leggere la nota da noi pubblicata) della Presidenza della Regione annunciava lo “sblocco” dei lavori escavazione del porto canale e dalla foce del fiume Màzaro. Nella stessa nota si leggeva che nel corso della riunione è stato un cronoprogramma con le attività da attuare per il recupero e la riqualificazione del bacino fluviale. Ad oggi però di questo “cronoprogramma” non abbiamo notizia: non sappiamo quando ufficialmente inizieranno i lavori, le scadenze delle diverse fasi e la data di completamento.

A quell'ennesimo annunciò seguì un silenzio assordante sulla vicenda sa parte delle istituzioni e ciò fino al 29 aprile scorso quando in Consiglio comunale (seduta consiliare avvenuta presso l’Auditorium “M. Caruso”) lo stesso primo cittadino mazarese rispondendo ad un’interrogazione da parte dell’opposizione non ha nascosto le difficoltà per l’avvio dei lavori di escavazione del porto canale con l’utilizzo di una grande sorbona. In quella sede Quinci ha parlato della ripresa dei lavori nel mese di ottobre (quello ormai prossimo) a conclusione della stagione balneare additando, con amara ironia, la colpa del mancato dragaggio alla necessità (presumibilmente sollevata da alcuni ambientalisti) di consentire la nidificazione del fratino presso l’area lagunare della Colmata B.

Ecco qui il “ritorno del fratino” ad infrangere i sogni (come avvenuto alcuni anni fa all'epoca dell'Amministrazione Cristaldi) di migliaia di cittadini mazaresi che attendono da anni la pulizia del fiume Mazaro e il ritorno al suo antico splendore quando -così come raccontano i più anziani- si poteva addirittura fare il bagno e si organizzavano anche gare di nuoto. Facile pertanto collegare tale vicenda alle recenti dichiarazioni del sindaco di Roma Giuseppe Gualtieri circa la volontà di rendere balneabile, entro un paio di anni, il fiume Tevere; mi viene però da pensare a quel gran finale del film "Gallo Cedrone" con uno splendido Carlo Verdone che nei panni del "surreale" personaggio Armando Feroci in campagna elettorale sollevava la questione della pulizia del Tevere (chiedendo ad un pubblico immaginario: "ma sto fiume ce serve o non ce serve?") ed avanzando l'idea, una volta eletto, di prosciugarlo ed asfaltarlo per farne una grande strada che avrebbe così facilitato l'attraversamento ("se score...") per lungo dell'eterna Città (Clicca qui per rivedere la scena).

Chissà che alla fine qualche amministratore nostrano non possa trarne ispirazione per un prossimo video-selfie con tanto di hashtag "Regionali2027" dedicato all'escavazione del porto canale.

Francesco Mezzapelle

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