La città di Mazara del Vallo si estende su una superficie di 275 km2, un territorio molto vasto che comprende diverse zone alcune poco conosciute dagli stessi abitanti, tra queste vi è la frazione di Borgo Runza. Se provassimo a cercare Borgo Runza su Google il primo risultato che verrebbe fuori sarebbe questo:
Il Borgo si trova nelle vicinanze di Borgata Costiera, non molto lontano dalla tenuta Poggio Allegro. È considerato una “città fantasma” a causa dello spopolamento delle campagne e del cambiamento dei fattori economici, sociali e culturali che costrinsero gli abitanti del luogo, intoro agli anni 75-80, a trasferirsi nei centri abitati più grandi. Ritornando indietro negli anni 40 la storia narra uno scenario diverso per il territorio rurale. Il governo regionale di allora approvò la legge 2 gennaio 1940 n.1 intitolata “Colonizzazione del latifondo rurale siciliano”, istituendo l’Ente di Colonizzazione del latifondo rurale siciliano (E.C.L.S.). Con quest’ultima iniziò la formazione di poderi autosufficienti, per cercare di diminuire il fenomeno del brigantaggio, aumentando inoltre la produzione di grano e prodotti agricoli a livello nazionale. La campagna quindi era florida non solo di coltivazioni, vegetazione o fauna ma anche di vita umana.
La costruzione dei borghi proseguì negli anni 50 sotto il governo De Gasperi, grazie al quale venne istituito l’Ente della Riforma Agraria in Sicilia (E.R.A.S). Borgo Runza venne progettato dall’Ente intorno agli anni 55-56 e venne consegnato agli abitanti agli inizi degli anni 60. Il quartiere comprendeva 31 lotti di terreno, dove in prossimità di strade e vicine fonti d’acqua erano stati costruiti due edifici per ogni famiglia: uno era la casa costituita da una verandina all'ingresso, una stanza comune con un forno e la cucina ed alcune stanze per dormire, e l’altro fungeva da stalla e magazzino. Sopra la porta d'ingresso di ogni abitazione venne posta una mattonella di ceramica dove, per la maggior parte, erano state dipinte scene di lavoro nei campi accompagnate da alcune frasi scritte in latino. Le mattonelle furono un dono dell'E.R.A.S ora del tutto scomparse poiché quasi tutti i proprietari quando lasciarono le abitazioni vollero portarla con loro come ricordo.
La parte centrale del borgo si sviluppa su tre costruzioni più grandi, una era la scuola con annesso alloggio per l’insegnante, l’altra fungeva da deposito per attrezzi e mezzi agricoli e l’ultima era una caserma dei carabinieri dove il servizio venne attivato intorno agli anni 70. Il borgo venne abitato all’incirca fino al 1975, in questo anno passò sotto la giurisdizione del Comune di Mazara del Vallo, i carabinieri rimasero fino ai primi anni 80. Oggi il borgo si trova in pessime condizioni, le strutture non essendo più utilizzate e ristrutturate sono pericolanti ed intorno agli edifici, ormai utilizzati come ovili, sono presenti rifiuti di ogni tipo.
Caterina Mezzapelle