Le tranquille e gustose vacanze di Totò Riina a Mazara del Vallo al tempo delle stragi…

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
19 Novembre 2017 17:10
Le tranquille e gustose vacanze di Totò Riina a Mazara del Vallo al tempo delle stragi…

Lo scorso 19 luglio, il giorno del 25°anniversario della strage di via D’Amelio che vide la morte di Paolo Borsellino e cinque uomini della sua scorta, abbiamo dato la notizia un’operazione condotta dai carabinieri del Ros e quelli del Comando Provinciale di Palermo e Trapani che ha portato al sequestro di beni per un valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro al boss Salvatore Riina e ai suoi familiari.

 A tre giorni dalla morte di Totò Riina all’Ospedale di Parma, dove si trovava in coma farmacologico a seguito di due operazioni, vogliamo ricordare che fra quei beni sequestrati al “capo dei capi” di “cosa nostra”, da 24 anni in carcere con il 41 bis e condannato a 26 ergastoli per decine di omicidi e stragi, vi era anche una villa a Mazara del Vallo. La villa si trova in via degli Sportivi (vedi foto n.1 cartello stradale all'incrocio con il lungomare Fatamorgana), a Tonnarella, ove il padrino corleonese avrebbe trascorso le sue vacanze estive con la propria famiglia (a Mazara del Vallo viveva il fratello Gaetano), seppur latitante, nel periodo delle stragi ed noti omicidi, tra la fine anni '80 ed inizi anni '90. A Mazara del Vallo Riina aveva trovato le giuste coperture grazie alla rete del capo mandamento del territorio, il boss mazarese Mariano Agate già uomo di punta del “clan dei corleonesi” di cui Riina era capo.

Estati molto tranquille e rilassanti per Totò Riina quelle a Mazara del Vallo probabilmente allietate da doni di ogni tipo, soprattutto pensiamo a cassette di gamberoni e crostacei vari che arrivano direttamente dal vicino porto peschereccio dove in quel periodo vi era una fiorente attività (ciò durerà ancora per pochi anni finchè la crisi non avrebbe colpito duramente il comparto riducendo in negli ultimi 15 anni la flotta peschereccia da 350 a poco più di 50 unità) per tutto l’indotto della pesca.

D'altronde anche il più giovane e raffinato Matteo Messina Denaro, accredidato ormai da tempo come il successore di Totò Riina alla guida della mafia siciliana, era solito, quando non era ancora latitante, fra la fine degli anni '80 e gli inizi dei '90, trascorrere molte serate estive in alcuni locali in voga a Mazara del Vallo. Posteggiava la sua fuoriserie sul lungomare Mazzini ed incontrava gli amici mazaresi, affiliati e non, per poi finire la serata in discoteca tra privè e champagne.    

L’immagine del boss nelle sue vacanze a Mazara del Vallo potrebbe riportare alla mente alcune scene di uno dei film più belli del grande regista italo-americano Martin Scorsese, cioè “Quei Bravi ragazzi” (pellicola del 1990), quando i protagonisti (attori straordinari) nel corso di incontri conviviali (vedi foto n.2), fra una battuta e l’altra, discutevano e decidevano dei loro “pericolosi affari”. Ovviamente la realtà superava la finzione cinematografica, ma è altrettanto indiscutibile che alcuni boss si siano ispirati anche a personaggi immaginari creati dalla macchina da presa, Riina poteva essere uno di questi, paragonabile per spirito sanguinario al grottesco personaggio (Tommy De Vito) interpretato in quella pellicola da Joe Pesci che si aggiudicò l’Oscar.

Ritornando alla realtà, chissà che proprio da quella villa di Tonnarella, Totò Riina non abbia organizzato l’operazione, poi fallita, di uccidere il Commissario di Polizia di Mazara del Vallo, Rino Germanà, che in quel periodo si stava occupando a Trapani dei rapporti tra mafia, massoneria e politica nel trapanese ed in particolare a Mazara del Vallo. Germanà era diventato capo della Squadra Mobile di Trapani nel 1987 proprio nel periodo in cui aveva assunto l’incarico di procuratore di Marsala il dott. Paolo Borsellino.

L’attentato a Germanà avvenne nel primissimo pomeriggio del 14 settembre 1992 sul lungomare Fatamorgana, proprio nella strada che costeggia la spiaggia, e quindi non lontano dalla casa estiva di Riina. Germanà era uscito dalla sede del Commissariato, in via Toniolo, e a bordo di una Fiat Panda si stava dirigendo nella sua abitazione presa in affitto a Tonnarella a qualche centinaio di metri dal luogo del blitz mafioso. Fu lesto a capire le intenzioni di un gruppo di uomini (tre killer ed un’autista) a bordo di una Fiat Tipo che lo stava seguendo.

Il commando (che secondo alcune ricostruzioni era formato da Leoluca Bagarella, cognato di Riina, il giovane Matteo Messina Denaro, Giuseppe Graviano, e l’autista Gioacchino La Barbera che poi rivelò alcuni particolari di quel blitz contro Germanà); molto probabilmente fu coadiuvato da basisti affiliati al locale mandamento che conoscevano bene il territorio e gli spostamenti del commissario.

Sul Lungomare Fatamorgana, Germanà, comprendendo l’affiancamento dell’auto con a bordo il commando, frenò di colpo la sua auto e si diresse verso la spiaggia e lì iniziò un conflitto a fuoco. Germanà, schivando i colpi e colpito di striscio in fronte, si tuffò in acqua e riuscì ad allontanare il commando rispondendo al fuoco con al propria pistola di ordinanza. L’abilità e la prontezza di Germanà, aiutato da alcuni bagnanti, e forse qualche errore di presunzione del commando (a quanto pare Bagarella non era molto esperto nell’utilizzare un kalashnikov) portò al fallimento dell’attentato.

Il commando fuggì e l’auto utilizzata fu ritrovata bruciata in un casolare vicino alla centrale Snam di Capo Feto, anche questo un luogo vicinissimo da quella stessa villa oggi confiscata a Totò Riina. Germanà fu richiamato a Roma su ordine dell’allora Ministro degli Interni, Nicola Mancino lo stesso che nel giugno 1992 decise di trasferire Germanà a dirigere il Commissariato di Mazara del Vallo, in pratica una retrocessione per il poliziotto al servizio di Borsellino. Germanà fu trasferito con la propria famiglia in una località segreta, continuò la sua carriera e dopo essere stato questore a Piacenza è andato in pensione a 63 anni due anni fa, senza medaglie...Solo lo scorso anno, nel maggio 2016, il Presidente della Repubblica Mattarella ha insignito Germanà della Medaglia d’oro al Valor civile.

Francesco Mezzapelle

19-11-2017 18,00

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