Le origini della città di Mazara: l’epoca barbarico-bizantina

Diversi furano i ritrovamenti archeologici risalenti all’epoca Bizantina rinvenuti nel territorio mazarese

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
25 Febbraio 2024 19:03
Le origini della città di Mazara: l’epoca barbarico-bizantina

Nello scorso articolo avevamo approfondito la storia di Mazara nell’età romana (clicca qui), periodo nel quale iniziò a diffondersi anche la religione cristiana. A testimonianza della nascita di questo nuovo culto nel territorio furono ritrovate, ad esempio, delle tracce di catacombe nella grotta di San Bartolomeo a Miragliano. In questo periodo, più precisamente nel 286 d.c. nacque San Vito, Santo patrono della città di Mazara, che subì il martirio sotto Diocleziano. Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente nel 476 d.c., Mazara conobbe la dominazione barbariche dei Vandali e dei Goti che portarono in tutto il territorio devastazioni e saccheggi.

Quest’ultimi, come afferma Filippo Napoli nel suo libro “Storie della città di Mazara”, con le loro incursioni distrussero il litorale provocando di conseguenza un rallentamento nella nascita della città. Successivamente, nel 535 d.c., sotto Giustiniano, la Sicilia venne conquistata dai Bizantini. Mazara, in questo periodo, prosperò come centro commerciale e culturale, grazie alla sua posizione strategica sul Mediterraneo. Nel libro “Conoscere Mazara” scritto da Antonino Sammartano si legge: “Passata l'invasione barbarica dei Vandali e dei Goti ed entrata la Sicilia a far parte dell'impero bizantino, tornavano lentamente a rifiorire la vita e le attività lungo la valle del Mazaro, anche se ripetute scorrerie di pirati musulmani nel VII e VIII secolo seminavano il terrore soprattutto lungo la costa.” Inoltre, diversi furano i ritrovamenti archeologici risalenti all’epoca Bizantina rinvenuti nel territorio mazarese.

Napoli nel suo libro scrive: ”Nel museo nazionale di Palermo fanno bella mostra di sè tre collane bizantine ed alquante monete d'oro dell'ottavo secolo, che, sebbene rinvenute nel 1878 presso Campobello a circa 16 Km. da Mazara, pure sono da considerarsi come appartenenti alla nostra città, sia perchè allora il comune di Campobello non esisteva affatto e il suo territorio faceva parte dell'agro mazarese, sia perché è da ritenere col Salinas che esse siano state nascoste in quel punto da persone di Mazara scappate al momento dello sbarco dei Musulmani.

Esse insieme colle altre oreficerie trovate a Pantalica e a Siracusa rappresentano tutto quanto ci avanza dell' oreficeria bizantina e da sole bastano a darci un'idea del fasto, della perfezione e del grande sviluppo a cui essa era pervenuta. Non ci sembra superfluo darne un cenno servendoci della magnifica illustrazione che ne fece il "Salinas nel 1886. Nelle 150 monete ritrovate vi sono rappresentati, senza interruzione, tutti gl'imperatori dal principio alla fine del secolo VIII, da Tiberio V.

cioè, fino a Costantino V ed alcune di esse sono da considerarsi come rarissime perché coniate da imperatori che regnarono per tempo assai breve. Delle tre collane una è di oro zecchino, lunga 41 centimetri, del peso di 79 grammi circa ed è formata da una grossa treccia d'oro con due monete anch'esse d'oro, attaccate ai capi e con una cassetta circolare pendente al centro che forse conteneva un dipinto. L'altra è di oro alquanto pallido, lunga 31 centimetri, del peso di circa 47 grammi, con fermagli adorni di un lavoro a filigrana e con una croce pendente, nel cui centro è incisa una Madonna in piedi colle braccia aperte e con una iscrizione greca all' intorno.

La terza infine è fatta di fili d' oro, nei quali erano infilate pietre levigate e perle con un filo di ametista e un altro di zaffiri pendenti dal filo superiore. Ha un solo fermaglio con un cerchio ornato di una croce a filigrana. La prima collana é del V secolo, le altre due sono di data più recente, ma anteriori al secolo VIII. Sono stati assegnati all' età bizantina anche i due elefantini di marmo, con pregevoli rilievi alle bardature, che or non è molto sostenevano una grande vasca in piazza municipio ed ora sono collocati in una sala della biblioteca comunale; ma con maggiore fondamento si debbono ritenere di epoca posteriore e più precisamente di età romanica.

La tradizione parla anche di una chiesa bizantina, che sorgeva nel punto medesimo dove più tardi venne edificata la Cattedrale normanna e di un vescovado anteriore alla venuta dei Saraceni, ma si tratta di semplice tradizione. Ricordiamo infine che Mazara figura nella topografia archeologica della Sicilia per alcune opere di escavazione presso le sponde del fiume Mázaro del IV secolo.” Continueremo a parlare della storia della città di Mazara nel prossimo articolo.

Caterina Mezzapelle 

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