Le origini della città di Mazara: il Risorgimento

Tra moti rivoluzionari e risveglio economico

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
26 Maggio 2024 15:00
Le origini della città di Mazara: il Risorgimento

Mazara del Vallo, città siciliana con una ricca storia, non fu immune ai fermenti rivoluzionari che attraversarono l'Italia nel corso del XIX secolo. I moti del 1820 e del 1848 ebbero infatti una forte eco anche tra i mazaresi, che si sollevarono contro il dominio borbonico per reclamare indipendenza e migliori condizioni di vita. Il 15 luglio 1820 a Palermo scoppiarono i primi moti contro i Borboni, che avevano il controllo dell'isola. Cinque giorni dopo, la rivolta si propagò a Mazara, dove la popolazione, esasperata dalla grave situazione economica e dalla scarsità di generi alimentari, assaltò i pubblici uffici.

L'amministrazione comunale fu sciolta e sostituita da una Giunta provvisoria che governò la città per circa tre mesi. Tuttavia, la repressione borbonica fu dura e rapida: già il 10 ottobre la situazione era tornata alla normalità. Anche il 1848 vide un'insurrezione a Mazara. Ecco quanto si legge nel libro "Conoscere Mazara di Antonino Sammartano:  "Né migliore sorte ebbe il Comitato rivoluzionario istituito il 16 Gennaio 1848 (quattro giorni dopo lo scoppio della «rivoluzione» a Palermo), di cui facevano parte alcuni nobili, alcuni esponenti del clero e del gruppo dei liberali: il Comitato amministrò la città per circa sei mesi, poi la situazione tornò come prima. Anche l'insurrezione scoppiata a Palermo il 4 Aprile 1860 ebbe un'eco immediata a Mazara, dove il 6 Aprile venivano abbattuti gli stemmi borbonici e si issava un grande tricolore.

Le truppe borboniche facevano appena in tempo a ristabilire l'ordine, quando lo sbarco improvviso di Garibaldi a Marsala, la mattina dell'11 Maggio, riaccendeva i non ancora sopiti fervori rivoluzionari. Venne subito costituito un Comitato civico, fu fatta sventolare di nuovo la bandiera tricolore, mentre i primi <<picciotti>>> si univano ai Mille e partecipavano alla battaglia di Calatafimi. Il Comitato, intanto, raccogliendo viveri, denaro e munizioni, organizzò un altro contingente di volontari che partecipò a tutta la campagna garibaldina sino al Volturno. Nella seduta del 25 Maggio, il Consiglio comunale di Mazara formulava un messaggio di riconoscenza al generale Garibaldi e di adesione al suo programma. Conclusa la campagna garibaldina e chiamati i Siciliani a pronunziarsi sull'unificazione dell'Isola al regno d'Italia, 1917 Mazaresi votarono a favore e solo 21 cittadini espressero voto contrario." Intorno alla metà del XIX secolo nuove attività economiche e il continuo sviluppo urbano portarono un cambiamento significativo nella vita quotidiana della città, con la nascita di nuove infrastrutture e servizi per la popolazione.

"Sul finire del XVIII secolo, infatti, alcune famiglie di commercianti inglesi, capitate a Marsala, avevano dato impulso alla viticoltura locale e fondato industrie vinicole per la produzione del «marsala». Lo sviluppo della viticoltura raggiunse, nel secolo successivo, anche il ter- ritorio di Mazara, ridestando la ristagnante agricoltura e facendo rinascere, con l'esportazione dei vini, il traffico mercantile. La popolazione tornava ad aumentare: nel 1852 essa contava già 8266 abitanti, nel 1901 ne conterà 20130 e 25299 nel 1911.

Abbattute le vecchie mura, iniziò nella seconda metà del secolo scorso l'espansione del centro abitato, sia in direzione nord che in direzione est ed ovest. La rinascita della piccola proprietà faceva crescere il reddito agricolo, mentre il porto rifioriva, oltre che per il traffico mercantile, anche per l'attività della pesca, che si incrementava e si dava una organizzazione industriale." Questo periodo di rinascita economica e sociale ha lasciato un'impronta indelebile sulla città, che ancora oggi conserva tracce di quel periodo di crescita e sviluppo.

Mazara del Vallo è diventata una città moderna e dinamica, con una forte identità culturale e storica che si riflette nella sua architettura, nelle tradizioni locali e nella vivace vita sociale della comunità.

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