Riceviamo e pubblichiamo la lettera di ringraziamento del Presidente Giovanni Tumbiolo,
in risposta alla illustre citazione scritta dall'economista Luigi Sanlorenzo (nella foto a sx) alcuni giorni fa su siciliainformazioni.com, riguardante il Distretto Produttivo della Pesca - COSVAP e il suo operato.
Preg.mo Professore Sanlorenzo
ho letto con grande attenzione la Sua acuta ed articolata analisi sul Mediterraneo, con gliinteressanti spunti storici e geopolitici, economici, culturali dal titolo "La Sicilia al centro delMediterraneo... ma che ci sta a fare?"Mi ha molto lusingato e al tempo stesso stupito, la Sua citazione dell'operato delDistretto della Pesca sul campo internazionale.Lusingato perché è difficile che oggi qualcuno ti riconosca dei meriti, ancor piùstupito perché non credo di aver avuto purtroppo il privilegio di conoscerLapersonalmente.
Spero comunque non mancherà presto occasione. E sin d'ora sarei lieto diinvitarLa a visitare le strutture del Distretto della Pesca, magari in occasione della secondaedizione di Blue Sea Land - l'Expo dei Distretti Agroalimentari - ove è prevista ad ottobrep.v. la partecipazione di 30 delegazioni ministeriali, diplomatiche ed imprenditoriali deiPaesi del Mediterraneo, dell'Africa e del Medioriente.Se mi permette però, oltre a qualche piccola ma necessaria puntualizzazione, colgol'occasione per ricordare alcuni episodi che non solo hanno lasciato nella mia memoria ilsegno, ma hanno radicato in me alcune convinzioni.Innanzitutto sento il dovere di chiarire le "ragioni istituzionali" per cui io ed i mieieccellenti collaboratori ci occupiamo, per così dire, di affari internazionali, sempre insintonia con i nostri competenti organi ministeriali, istituzionali.In primo luogo sono le leggi, nazionali e regionali, a stabilire che tra le funzioniassegnate ai Distretti Produttivi (innovazione, marketing, formazione, finanza di distretto)c'è anche quella dell'internazionalizzazione delle imprese distrettuali che essendo didimensioni piccole, micro, spesso a conduzione familiare, non hanno da sole capacità diaggredire i mercati esteri, talvolta assai lontani.Da ciò, la funzione incontestabile e straordinaria, assunta negli anni dai Distrettiindustriali e produttivi italiani nei processi di internazionalizzazione delle imprese e nellastessa promozione del Made in Italy.In secondo luogo per il sistema pesca siciliano, la ricerca ormai "storica" di nuovibacini di pesca, in lungo e in largo per il Mediterraneo ed oltre, è una oggettiva esigenza dicarattere industriale e produttiva.È bene sapere che in questa "ricerca" non siamo affatto soli.
Tunisini, libici, egiziani,spagnoli, francesi, giapponesi, sono i nostri più accaniti concorrenti. Da qui la famigerata"guerra del pesce" cui Lei fa cenno nel suo scritto.Veda Professore, noi del Distretto, stiamo lavorando, grazie all'encomiabilesupporto dell'Osservatorio della Pesca del Mediterraneo (di cui fanno parte moltirappresentanti di altri Paesi), alla "Pace del pesce" attraverso la creazione di una fitta retedi collaborazioni scientifico-produttive con entità frontaliere e rivierasche in un progettodi salvaguardia, tutela, ricostruzione, restauro, rigenerazione, innovazione e responsabileutilizzo delle risorse del mare.
In una parola "Blue Economy"Il Distretto e l'Osservatorio coordinato dall'Ing. Giuseppe Pernice, oggi rafforzatidal Centro di Competenza presieduto dal Ch.mo Prof. Vincenzo Fazio, si avviano adesportare nel Mediterraneo ed oltre un modello: il Distretto produttivo ed uno strumento:la Blue Economy.Un modello ed uno strumento, una filosofia che mettiamo al servizio di tutti, ancheattraverso l'esperienza di un progetto europeo molto partecipato denominato: "NuoveRotte verso la Blue Economy", laboratorio naturale di sperimentazione (alla cuicostruzione hanno partecipato tanti studiosi, economisti, ambientalisti, politici, archeologietc., tra cui Luigi Bistagnino, Gioacchino Fazio, Marco Molino, Sebastiano Tusa, LeolucaOrlando, Salvo Mazzola, Franco Andaloro ) con il coinvolgimento di oltre 60 aziende dellafiliera ittica e ben 16 istituzioni scientifiche, pubbliche e private e di altri attori qualibanche, fondazioni, etc.Sappiamo bene io e Lei che le istituzioni locali e regionali avrebbero il dovere diagevolare questa straordinaria mobilitazione produttiva, tecnica, culturale.
Non sempre lofanno, di fatto ostacolando un percorso da tanti, anche da Lei, definito virtuoso. Unpercorso, un programma che hanno due forti valenze economica e sociale. Promuovereattraverso la cooperazione internazionale il modello del Distretto ed i principi della BlueEconomy per sostenere nel Mediterraneo, in Africa, in Medioriente progetti concreti,sostenibili, responsabili per creare, grazie al nostro know-how imprese e lavoro lìdove ci sono le risorse naturali, le materie prime di cui noi non disponiamo.Ben inteso, la logica però, non è quella della mera delocalizzazione delle imprese, opeggio del cluster, ma quella di una cooperazione allargata finalizzata a creare nuoveattività, nuovo lavoro lì, in quei territori per fermare proprio lì, con il nostro ingegno, ilnostro savoir faire le braccia di tanti, troppi disperati che ogni giorno tentano di approdarein EUROPA.Questo disegno, caro Professore, attraverso quei principi, quei modelli in cuicrediamo e per i quali da anni ci adoperiamo, è vantaggioso non solo per quei paesi delSud che beneficiano di occasioni di crescita e sviluppo sostenibili, di lavoro, ma è unaenorme opportunità soprattutto per la Sicilia, per le sue imprese, per le sue scuole perfavorire la creazione di nuovo lavoro, nuova occupazione attraverso il mare, rendendocosì alla Sicilia e ai siciliani una centralità mediterranea.Per tutto ciò mi permetta di continuare a credere e sperare, di essere orgoglioso difar parte di una Sicilia che al centro del Mediterraneo ci può e ci deve stare...nonostantetutto.
Giovanni Tumbiolo
05/06/14 22,00
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