Indagine presunta corruzione, Galvagno: "a disposizione della magistratura per chiarire i fatti contestati"

I messaggi di vicinanza al Presidente dell'ARS da parte di Stefano Pellegrino (FI) e Paolo Torrente (FdI)

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
19 Giugno 2025 17:05
Indagine presunta corruzione, Galvagno:

Chi riveste ruoli di responsabilità è chiamato più di chiunque a dare spiegazioni del proprio operato ed è giusto che si sottoponga con serietà ad ogni analisi della propria attività istituzionale”. Questo quanto si legge in una nota diffusa questa mattina dal presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno (FdI), in merito alla vicenda che lo vede indagato con l'ipotesi di corruzione. “Proprio perché credo che non abbia nulla da nascondere o da temere e per il grande rispetto che ripongo soprattutto nei confronti di chi è chiamato ad esercitare l’azione di verifica, ho chiesto ed ottenuto di essere ascoltato due settimana fa circa mettendomi totalmente a disposizione di chi indaga per chiarire ogni eventuale singolo dubbio circa i fatti contestati”. Mi dispiace – conclude Galvagno – che ancora una volta ci sia una fuga di notizie in una fase che addirittura non vede la conclusione delle indagini e confido che la magistratura possa valutare con la massima attenzione i fatti contestati”.

Sulla vicenda non mancano gli attestati e manifestazioni di vicinanza allo stesso astro nascente di Fratelli d'Italia in Sicilia, indicato da molti come probabile successore di Schifani alla guida della Regione. A nome di tutto il gruppo parlamentare di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana, il presidente Stefano Pellegrino "esprime fiducia circa l’estraneità del Presidente dell’ARS Gaetano Galvagno rispetto ai fatti contestati dalla Magistratura. Conosciamo da anni l’integrità, il rigore amministrativo e l’alto senso delle istituzioni che hanno sempre contraddistinto l’operato del Presidente Galvagno - dichiara Pellegrino - e proprio in virtù di queste qualità, siamo fermamente convinti che le accuse rivoltegli non troveranno alcun riscontro nella realtà dei fatti". Pellegrino sottolinea, inoltre, "la necessità di una tempestività nell’attività investigativa, affermando di "confidare che le indagini in corso procedano con la massima solerzia, affinché la verità sia accertata in tempi brevi e senza pregiudizi.

Il rispetto per il lavoro della magistratura va coniugato con l’esigenza di tutelare le istituzioni affinché possano lavorare con dedizione e trasparenza".

Vicinanza a Galvagno anche dall'amico e vice presidente provinciale di Fratelli d'Italia, il mazarese Paolo Torrente che, attraverso il suo profilo facebook, ha così dichiarato: "Amico mio , In un momento tanto delicato, desidero esprimerti la mia vicinanza e la mia fiducia, certo della tua levatura politica e della tua integrità morale, che in tanti abbiamo avuto modo di conoscere nel tempo. Confido che la verità emerga con chiarezza e che tu possa affrontare con dignità e forza questa sfida!".

La vicenda. Secondo quanto appreso dall'Ansa, l'indagato avrebbe fatto in modo che venissero assegnati fondi, nel dicembre 2023, a due imprenditori che in cambio avrebbero dato incarichi a suoi collaboratori. All'inizio dell'anno Galvagno aveva ricevuta l'avviso di proroga indagini e ha chiesto di essere sentito dalla Procura. Il pm titolare del fascicolo lo ha sentito due settimane fa. Galvagno durante l'interrogatorio ha respinto le accuse. I due finanziamenti finiti sotto al lente della guardia di finanza riguardano la Fondazione Dragotto, per l'iniziativa "Un magico natale" destinata ai «ragazzi a rischio di marginalità sociale»: l'assessorato regionale alle Politiche sociali stanziò 100 mila euro per due iniziative, a Palermo e a Catania, il 20 e il 21 dicembre, al Teatro Politeama e al Teatro Bellini. L'altro finanziamento riguarda invece i 200 mila euro assegnati al Comune di Catania per le iniziative di Natale e Capodanno, poi gestite dalla società "Puntoeacapo" di Nuccio La Ferlita.

In cambio dell'elargizione dei fondi gli imprenditori avrebbero dato incarichi alla portavoce di Galvagno, Sabrina De Capitani, e all'addetto stampa Salvatore Pintaudi. A supportare l'ipotesi investigativa ci sarebbero anche intercettazioni disposte dalla Procura.  

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