Il territorio di Mazara del Vallo è suddiviso in 12 ambiti territoriali denominati quartieri. Delimitato dal fiume Mazzaro e dalla zona balneare di Tonnarella, il quartiere dove vivo, “la Banna”, compreso in una più ampia zona di Mazara del Vallo chiamata “Trasmazzaro”, non può essere considerato semplicemente una zona periferica. Nato negli anni ’60-’70, con lo sviluppo della pesca industriale, questo quartiere ha visto una crescita rapida, evolvendo in un vero e proprio microcosmo urbano che oggi ospita più di ventimila abitanti.
La sua espansione ha portato alla creazione di nuovi edifici residenziali, strutture commerciali e una rete di servizi che copre ogni aspetto della vita quotidiana. Supermercati, bar, pizzerie, farmacie, palestre e officine sono solo alcune delle attività che animano il quartiere, dove si organizzano anche eventi come il Carnevale di “addrabbanna lu ponti”, unica manifestazione carnevalesca della città, che richiama l’attenzione ogni anno. “Addrabbanna lu ponti” è, infatti, il nome con cui i mazaresi, in maniera colorita, sono soliti chiamare il quartiere, come per sottolineare che Mazara del Vallo appare divisa in due mondi: da una parte il centro storico con le sue chiese e monumenti, dall’altra Trasmazzaro, una zona vivace, frenetica e in continua evoluzione, come fosse una città a sé.
La “Banna” si è sviluppata nella storia grazie alla antica “chiatta”, una “zattera” che attraversava il fiume Mazzaro permettendo ai cittadini di giungere da una parte all’altra della città il suo ruolo è stato sostituito da due ponti, costantemente trafficati ad ogni ora del giorno. La chiatta entrata in funzione pochi anni fa, attualmente fuori servizio, ha una connotazione esclusivamente turistica. Un’altra caratteristica peculiare del quartiere è che, soprattutto in passato, era popolato fondamentalmente da pescatori. Prova ne è la presenza del cosiddetto “villaggio dei pescatori” che racconta la storia di marinai che, a partire dal mare, hanno costruito famiglie e comunità con sacrifici e lavoro. Il villaggio, composto da piccole abitazioni ristrutturate dai suoi stessi abitanti, è però in uno stato di degrado, con strade e spazi comuni abbandonati.
Dominano sicuramente il quartiere le due strade principali, via Emanuele Sansone e via Bessarione, frequentatissime perché ricche di attività commerciali e animate da un viavai incessante di auto e motorini, soprattutto nel periodo estivo al fine di poter raggiungere il lungomare “Fata Morgana” e zona balneare della città denominata “Tonnarella”. Il quartiere vanta, inoltre, di numerosi servizi pubblici come il Commissariato di Polizia, la Capitaneria di Porto, la sede dei Vigili Urbani, una banca, due scuole con più plessi (IV Circolo Didattico “G.B. Quinci” e Scuola Media Statale G. Grassa), due chiese, la storica San Pietro e la nuova San Lorenzo, e lo stadio comunale “Nino-Vaccara”, l’unico in città.
Tanti, quindi, i punti di forza del mio quartiere. La mancanza di spazi pubblici di aggregazione, come una piazza centrale, e la scarsità di verde, però, fanno sentire la mancanza di un vero centro sociale; inoltre, il fatto che si possa andare e venire dal centro città solo attraverso i ponti fa sì che, in occasioni di manifestazioni, eventi sportivi particolari e lavori pubblici, il traffico possa andare in tilt, con possibili problemi legati alla sicurezza. Migliorare questi elementi, magari con un terzo ponte (che colleghi il lungomare Mazzini al Lungomare Fata Morgana) e la valorizzazione della banchina ovest del fiume Mazaro, significherebbe valorizzare ulteriormente un quartiere che, con la sua identità forte e la sua continua evoluzione, costituisce già un grande punto di riferimento per la comunità mazarese.
Giulia Pizzo- IIIA Liceo Scientifico – Liceo Adria-Ballatore- Progetto PCTO “Liceali Online”