“I colori del Mediterraneo”. Intervista al fotografo mazarese Roberto Rubino. A cura di Catia Catania

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
03 Settembre 2015 16:30
“I colori del Mediterraneo”. Intervista al fotografo mazarese Roberto Rubino. A cura di Catia Catania

Si è tinta dei colori del Mediterraneo la sede della sezione mazarese della Lega navale, che ha ospitato, nelle due settimane a cavallo di Ferragosto, una mostra fotografica organizzata dall’associazione culturale “I vicoli del Mediterraneo” e dalla stessa Lega Navale.

Il luogo è quello più adatto per ospitare una mostra di questo tipo. Spettacolare e suggestiva, la banchina Edrisi offre al visitatore uno scorcio della città di Mazara che incanta e stupisce per la sua naturale bellezza. Un angolo del Mediterraneo, dove il sole al tramonto si tuffa nel mare inondando il cielo di colori meravigliosi, dove le barche sembrano case, dove le luci del lungomare sembrano barche, dove il fiume Mazaro si ricongiunge al mare in un afflato che è armonia di luci, disegno di una natura generosa che, da queste parti, non si è di certo risparmiata.

E la natura intorno, quest’acqua azzurra e trasparente, questo cielo d’estate, questo orizzonte a volte lontano altre vicino, diventano la location ideale per una mostra fotografica che parla di mare e di terraferma, che parla di isole e della gente che le popola, che racconta di bellezza ma anche di fatica, di sudore, di cammini lunghi e intrisi di difficoltà, di viaggi, di storie che arrivano da lontano, di vite perdute , di aneliti di pace e di speranza, di sogni che a volte si avverano e altre no.

E’ vita, il Mediterraneo. Anche se a volte racconta storie di morte, è un lungo incedere di vita, è un cammino di storie che si incontrano, di culture che si mescolano, di popoli che si affacciano su un mare e che hanno costruito civiltà, culture, tradizioni, pace. Si scappa dalla guerra per costruire la pace. Il senso del Mediterraneo è sempre stato tutto lì, sin dall’antichità.

Le foto della mostra sono una rappresentazione fedele di tutto ciò che questo mare racchiude. Qualcuno ha colto il senso e ha centrato il titolo della mostra in maniera sublime. C’è il mare in tutte le sue declinazioni, ci sono i tramonti in tutte le sfumature di colore che solo il cielo di questo angolo di terra riesce ad offrire, ci sono le barche e i pescherecci, ci sono i pescatori e le loro mani callose e invecchiate dal tempo e dalla fatica intente ad intrecciare le reti, ci sono i loro visi solcati dal sole, dalla salsedine, dalla solitudine delle lunghe notti e dei lunghi giorni in mezzo al mare.

Ci sono le case, le aste del pesce, i volti di chi nel Mediterraneo vive e lavora e di quelli che vi approdano in cerca di futuro. Particolarmente belle e suggestive quelle dei migranti che scrutano il mare, o dei musulmani in preghiera all’alba della fine del Ramadan. C’è tutto, la natura, i paesaggi, il mare, la poesia, le facce di chi arriva, di chi parte e di chi resta.

Raggiungiamo Roberto Rubino (in foto n.1), fotografo e curatore della mostra insieme al fotografo marsalese Salvatore Sinatra (vicepresidente dell’Associazione), per un’intervista. E’ molto soddisfatto, la mostra dal titolo “Mare Nostrum, poesia, colori, gente del Mediterraneo” è stata visitata da circa 2000 persone nei giorni dell’esposizione, dal 7 al 23 agosto. Ben 26 i fotografi che hanno partecipato con le loro opere, provenienti non solo da tutta la Sicilia, ma anche dal resto d’Italia e dalla Spagna.

“Mi preme molto ringraziare la Lega Navale e il suo presidente, Giovanni Rocca, per la splendida opportunità che ci ha dato”, esordisce.

D. Come mai avete scelto questo tema, il Mediterraneo?

R. Perché volevamo che la nostra prima mostra parlasse di noi. Il Mediterraneo è la nostra terra, il nostro mare, la nostra gente. Sono i nostri colori, la nostra cultura, la nostra storia. E rappresenta anche i colori e la cultura di chi vive al di là di questo mare, e lo affronta mettendosi in viaggio in cerca di una vita migliore.

D. Parliamo delle due foto da te esposte, una rappresenta il faro di Torretta Granitola (vedi foto n.2) al tramonto, l’altra immortala la fine del Ramadan a Mazara del Vallo (vedi foto n .3).

R. Si, ho voluto rappresentare il Mediterraneo da entrambi i punti di vista, quello fisico, proponendo il mare al tramonto e un faro, che rappresenta un po’ la luce per i naviganti, il punto di riferimento, l’approdo sicuro, e quello socioculturale. L’altro scatto racchiude infatti in sè il concetto di Mediterraneo come luogo di pace e di integrazione. Ho voluto trasmettere un’idea di fratellanza, è uno scatto che racconta una lunga storia di coesistenza pacifica tra due popolazioni, quella mazarese e quella tunisina, che da anni convivono insieme, in un tentativo di integrazione sicuramente non ancora completamente realizzato ma che da più parti è visto come un esempio di pace e di rispetto reciproco.

D. L’immagine dei fratelli musulmani in preghiera all’alba della fine del Ramadan è molto suggestiva ed evocativa di una religione che purtroppo negli ultimi decenni è invece diventata simbolo e rappresentazione di violenza e di ferocia. Ma l’Islam sappiamo che non è questo. Come nasce l’idea di questi scatti?

R. Nasce appunto dall’idea di testimoniare un momento di raccoglimento e di preghiera, e testimoniare soprattutto che l’Islam non è l’aberrazione e l’estremismo dei fanatici, come il terrorismo islamico ci ha portato a pensare negli ultimi decenni. Queste foto dimostrano soprattutto che è possibile la coesistenza pacifica di religioni diverse, ed è quello che succede a Mazara, dove la tolleranza verso una religione che non è quella cattolica è sotto gli occhi di tutti.

D. Tornando al Mediterraneo, quanto la natura, la realtà fisica che ti circonda, influisce sulle tue foto?

R. Tanto. Fotografo molto il territorio, gli ambienti fisici intorno a me , la natura. Anche nella ritrattistica mi piace sempre inserire un elemento che esalti la bellezza naturale o artistica dei luoghi che mi circondano. Ho fatto shooting fotografici con delle modelle ad Erice, allo Stagnone di Marsala, ai ruderi di Poggioreale, sul cretto di Burri, presso le riserve naturali di Selinunte e Capo Feto, al porto di Mazara. Diciamo che dalle nostre parti la natura è molto generosa e variegata e permette di realizzare foto e ritratti che difficilmente si possono realizzare in studio.

D. E’ stato un anno denso di soddisfazioni per te e la tua attività di fotografo. Hai anche partecipato alla biennale internazionale d’arte di Palermo e alcune tue foto sono state pubblicate sia sulla home page del sito della Nikon che su altre riviste internazionali di fotografia. Inizi a prenderti sul serio come fotografo?

R. Ho iniziato a dedicare il mio tempo libero alla fotografia da tre anni, anche se è una passione che coltivo da tantissimo tempo, perché fotografare mi è sempre piaciuto. Ma ho iniziato per divertimento e continuo a farlo solo per quello. Non è il mio lavoro, né mi prendo troppo sul serio. Ho ancora molto da imparare e non sono certamente un professionista. Poi se le mie foto piacciono, se ricevo apprezzamenti e riconoscimenti, non può che farmi piacere. Ma lo spirito che mi anima è sempre quello con cui ho iniziato, il puro piacere di fotografare.

D. Il tuo reportage fotografico sulla processione dei Misteri di Trapani ha avuto molti apprezzamenti. Cosa ami fotografare di più?

R. Ritengo che la street photography sia più nelle mie corde, perché mi da la possibilità di cogliere volti, gesti, situazioni nell’immediatezza e spontaneità in cui avvengono. Sono foto vere, reali, spontanee, anche se più difficili da realizzare, che ti permettono di raccontare una storia. Sono foto che esprimono tanto in termini di sentimenti, stati d’animo, emozioni, che colgono tutte le infinite sfaccettature della vita reale, che diventano racconto, narrazione. Sicuramente quelle più dense di significato, che raccontano la vita di ogni giorno, che suscitano un’emozione.

D. Quali i progetti per il futuro? Cosa ti piacerebbe fare da grande?

R. Sicuramente con l’associazione “I vicoli del Mediterraneo” abbiamo in programma di effettuare corsi di fotografia, giornate fotografiche a tema, una mostra invernale e tanto altro. Personalmente sto lavorando ad un progetto fotografico per il “Blue Sea Land”, l’importante evento internazionale che si tiene ogni anno a Mazara nel mese di ottobre, l’expo dei distretti agroalimentari del Mediterraneo, dell’Africa e del Medioriente. E’ un lavoro fotografico sul mare e sui pescatori, una cosa che mi sta piacendo realizzare perché il mare e la pesca rappresentano le radici, la tradizione e la cultura della nostra città. Penso anche di imbarcarmi su un peschereccio in modo da vivere e fotografare ogni momento della giornata e del lavoro dei pescatori.

Il Mediterraneo ritorna sempre in questa nostra conversazione, nella mostra, nei progetti futuri, in questo bellissimo e importante evento che è il Blue Sea Land, nei racconti di vita, financo nel nome dell’Associazione culturale di cui Roberto Rubino è presidente. Perché in fondo è vero, quando parliamo di Mediterraneo, non facciamo altro che parlare di noi.

Catia Catania

03-09-2015 18,15

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