Le vacanze estive sono terminate e di consegnuenza si attenua in città il vivace fermento giovanile. Il fenomeno dell'emigrazione ormai da anni sta completamente svuotando le nostre comunità e impoverendo, di conseguenza, il nostro tessuto sociale. Dal 2013 al 2023 sono 190 mila i giovani siciliani che sono andati via dall’Isola secondo i dati della CGIL Palermo. Il leader sindacale Maurizio Landini, nel suo discorso pronunciato durante l’iniziativa “Insieme per la Costituzione” che si è svolta a Palermo il 18 settembre dello scorso anni, ha affermato: " In questo Paese i Governi di destra e di sinistra hanno allargato la precarietà.
Il risultato è che i giovani se ne vanno e il nostro sistema industriale non è all’altezza degli altri Paesi". La situazione è molto preoccupante in tutta la Nazione, ma il sud rispetto al resto d’Italia continua ancora ad essere sempre meno all’avanguardia in tanti settori. I Siciliani, prima con la grande emigrazione del 1876 e poi con l’emigrazione interna degli anni 50-60 non hanno mai smesso di fuggire dalla propria terra. Ancora oggi, molti giovani, dopo aver raggiunto il settentrione, decidono di partire all’estero dove trovano stipendi e qualità della vita più elevati.
Nel 2021, la Sicilia si conferma la terza regione italiana per emigrazione con un esodo di giovani sempre più crescente, detenendo sempre il recordo per la comunità estera più numerosa. Abbiamo raccolto il pensiero e le esperienze di alcuni ragazzi mazaresi riguardo a questo fenomeno:
"Quasi tutti i miei amici hanno lasciato Mazara per andare a vivere nel nord Italia. A poco a poco ci siamo ritrovati ad essere sempre meno. La prima “ondata emigratoria” l’ho vissuta dopo il liceo, quando tutti sono andati via per frequentare l’Università fuori dalla Sicilia. - Ha affermato uno dei nostri intervistati- Da un gruppo di 15 ragazzi siamo rimasti in 4, gli unici che avevano scelto di rimanere a studiare a Palermo. Qualcuno dopo la laurea ha provato a tornare, ma dopo aver trovato solo lavori in nero, sottopagati, o in alcuni casi, totalmente non retribuiti, la scelta non poteva che essere una sola: andare nuovamente via." Abbiamo posto ad alcuni ragazzi, tra i 25 e i 30 anni, che ormai si sono stabiliti nel Nord Italia e all'estero, questa domanda: "Se ti proponessero di ritornare in Sicilia per fare il lavoro per cui ti sei laureato con lo stesso stipendio che guadagni adesso, torneresti?" Alcuni ci hanno risposto che sarebbero disposti a ritornare immediatamente, altri ci hanno detto che non ritornerebbero mai per via delle condizioni arretrate in cui si trova l’Isola.
Negli ultimi anni, dal punto di vista della sanità, ad esempio, le regioni nel nord sono alla ricerca disperata di personale, cosa che invece non avviene al sud nonostante la carenza di operatori sanitari. Sperare nell’uscita di un concorso a tempo indeterminato per infermieri è ormai solo un sogno. Certo, qualche concorso in alcuni settori è stato avviato come quello che avrebbe assunto a tempo indeterminato 50 collaboratori amministrativi presso l’Asp di Trapani. Concorso, che però, ha visto diverse proteste da parte degli idonei non assunti a causa della continua proroga dei contratti ai precari Covid che sono stati ingaggiati tramite il "click day”. Anche nel Comune di Mazara del Vallo mancano all’appello diverse figure previste nella pianta organica.
Insomma, in tutti gli ambiti, ancora oggi, la disorganizzazione e forse anche la poca competenza sono la causa di una società che non vedrà mai il proprio futuro nella propria città natale. L'esodo dei giovani è un segnale allarmante che non può essere ignorato. È necessario un cambio di rotta radicale, con investimenti in infrastrutture, ricerca e sviluppo, e politiche attive per il lavoro, al fine di rendere l'isola un luogo attrattivo per le nuove generazioni. Solo così potremo fermare lo spopolamento e rilanciare lo sviluppo dell'isola. I giovani siciliani, dopo tanti sacrifici, meritano di vivere la loro vita nella propria terra senza più fuggire.
Caterina Mezzapelle