Expo, Una domenica da record, ma non per il cluster Bio- mediterraneo, dove si lavora per cercare di attirare i visitatori

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
13 Maggio 2015 09:27
Expo, Una domenica da record, ma non per il cluster Bio- mediterraneo, dove si lavora per cercare di attirare i visitatori

Arriviamo domenica scorsa ai tornelli dell’ Expo milanese che sono le 10, ancora è scarso l’ afflusso di famiglie con bambini, turisti e comitive, che nella giornata già torrida toccheranno il record di 10 mila ingressi soltanto al Padiglione Italia. Il Corriere milanese parlerà di locali svuotati in città per l’ effetto Expo. Per chi vuole iniziare la visita dal Cluster Bio Mediterraneo, e verificare cosa ci sia di vero

delle polemiche di questi giorni sul flop della regione che si è candidata a coordinarlo, la prima constatazione: Il cluster dedicato al Bio Mediterraneo non è riconoscibile dall’ esterno, molto lontano dall’ ingresso principale del Decumano, si trova nascosto oltre la piazza Lake Arena dove troneggia l’ albero della Vita, luogo dove tutti si fermano esausti a riposare.Questo gruppo di piccoli padiglioni, che erano stati presentati come la novità dell’ esposizione 2015, cioè il raggruppamento tematico di chi non aveva grandi risorse economiche, in effetti sparirebbe comunque davanti ai grandi colossi dell’ economia alimentare mondiale: Cina, Giappone, Brasile, Emirati Arabi, Usa…L’ elenco potrebbe continuare, ed il gioco a stupire il visitatore con luci, schermi ed effetti speciali è oltre le aspettative.

Ma non è questo il punto. Ci sono i cluster tematici lungo il Decumano, ben visibili, da poco completati, come quello del riso con le risaie piantate davanti, e quello del caffè, il cioccolato e le spezie, che attirano molto l’ attenzione del visitatore per una ottima scelta culturale: le foto di Sebastiano Salgado, gigantesche, meravigliose, che narrano la storia della raccolta del caffè, i volti e la gente di tutto il mondo. Anche se dietro c’è il grande sponsor di Illy, l’ idea che è molto azzeccata.

Come vincente è la strategia di un paese in via di sviluppo, l’ Ecuador, ( solo per fare un esempio) che si vede già da lontano per la festa di colori e per il logo che campeggia “ DiscoverouRevolution” . Tema centrale il “buen vivir” e la protezione dell’ ambiente dalle Ande alle Galapagos. Per non parlare dell’ effetto del Kuwait che sbandiera tecnologia e vele bianche, sintesi di passato e futuro.Ad essere sinceri, Mediterraneo lo riconosciamo all’ interno del padiglione marocchino, un castello squadrato che invita ad entrare nell’ ombra fresca di una galleria che si tuffa nel blu, dove dal mare si viaggia attraverso le immagini del regno tra deserto, montagne, cascate e verdi oasi.

Belle le istallazioni con le produzioni tipiche come lo zafferano, le clementine, i fagiolini lunghi( di cui il Marocco è il primo produttore al mondo) il melograno, le arance, i gelsomini. C’è perfino il bazar dei profumi ed il giardino dove sedersi a riposare con gli agrumi, la collina delle erbe aromatiche e le spezie con gli antichi sistemi di irrigazione araba. E c’è tutto il calore della cultura araba e mediterranea fusa nei ritratti delle donne e degli uomini marocchini intenti a raccogliere rose e datteri.Arrivati al Cluster bio med, ci accoglie una moto ape vuota con i soliti loghi PO Fers e Regione Sicilia, una piazza azzurra semideserta, che si animerà solo all’ ora di pranzo per la degustazione, dove si percepisce ancora aria di lavori in corso.

Gli operatori presenti, domenica era il turno delle isole Eolie, si fanno in quattro per realizzare lo show cooking e le attività correlate, e mandano in giro i cantori popolari a raccogliere il pubblico. Ma mancano le sedie, l’ arredo esterno non esiste ed il caldo è già soffocante, quando nono piove all’ interno, finchè non si prenderanno provvedimenti. La comunicazione web sulle attività è affidata ai giovani stagisti dell’ IUlm che fanno del loro meglio.

Per questo motivo l’ isola di Salina, il venerdì sera aveva deciso di spostare le sue attività promozionali in un noto hotel di Brera. Ma è pronta a tornare nel cluster ad ottobre.I padiglioni attorno a formare la piazza del mercato, affidati agli altri paesi, sono piuttosto modesti: nella Grecia si tocca con mano la crisi, la Tunisia propone un video sul tema del deserto di una poesia toccante, ma propone un cuos cous senza alcun pregio, la Bosnia punta al tema del grano, con un immensa macina che ruota sulla testa entrando, Malta e l’ Egitto sorprendono solo per la cortesia… Niente, una foto o un cartello che ci parli del mare Nostrum, delle risorse di cui disponiamo, della sua ecologia, del problema delle riserve ittiche sempre più scarse, dell’ inquinamento da plastiche, scarichi ed idrocarburi lungo le coste, e di come sia possibile trovare una soluzione futura ai troppi problemi del mare nostrum, inclusa la siccità e le migrazioni di profughi che fuggono sì dalla guerra, ma sempre più dalla fame e dalla sete.

Un Mediterraneo che in questa domenica di Expo ci appare sempre più lontano dal resto del mondo.

"Comunicato Stampa"

13/05/2015

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