Trapelano notizie non buone in merito all’annosa questione dei lavori di dragaggio del porto canale di Mazara del Vallo, più precisamente quelli ad un primo stralcio (dalla foce al tratto antistante ai cantieri navali), che sarebbero dovuti partire nell’autunno del 2019 e poi bloccati a causa della vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’amministratore delegato della società Ecol2000, ditta aggiudicataria dell’appalto, ed il dirigente del Genio civile di Trapani.
Circa una settimana fa circolava la notizia che la Ecol2000 avrebbe fatto un passo indietro e rescisso il contratto per la mancata sottoscrizione della perizia di variante per il deposito dei fanghi che devono essere estratti del porto – canale; a causa di ciò il Commissario di Governo del Dissesto Idrogeologico, Maurizio Croce, avrebbe quindi contattato la seconda impresa classificata del bando di gara, al quale hanno partecipato 41 imprese, ed ha affidato i lavori all’impresa Tiozzo F.lli e Nipote srl di Conche di Codevigo in provincia di Padova.
La situazione sembra però ulteriormente complicarsi perché la Ecol 2000 ufficialmente non ha rescisso il contratto in attesa della chiusura dei conti con la Regione e, pertanto, non si può affidare l’incarico ad un’altra impresa; il dottor Alessandro Cavalli è ancora commissario della Ecol 2000 su nomina del Prefetto di Palermo. La novità è però quella che la direzione dei lavori non è più affidata all’ing. Salvatore Caruso bensi all’ing. Pietro Viviano, professionista che conosce bene la situazione del porto di Mazara anche perché nel 2000 diresse i lavori di dragaggio appaltati dalla Provincia regionale di Trapani presieduta dal Giulia Adamo; i lavori dell’ex Provincia non furono però all’altezza delle aspettative degli operatori, in pratica si trattò di un dragaggio parziale, superficiale.Allo stesso ing.
Viviano, allora dirigente dell’Ufficio Opere Marittime Sicilia-Calabria, il sindaco Nicola Cristaldi, nel corso del suo primo mandato amministrativo, avrebbe poi affidato la redazione del progetto di escavazione del porto canale di Mazara.
Se da un lato la Ecol 2000 non avrebbe ancora rescisso il contratto, la Tiozzo a sua volta non avrebbe ancora accettato l’incarico. Le perplessità della ditta veneta sarebbero legate alla nuova variante al progetto relativa al deposito dei fanghi che, in un primo momento, sarebbero dovuti conferire in alcuni cassoni allocati all’interno di un cantiere navale; la trattativa con il titolare del cantiere si sarebbe però interrotta per un mancato accordo economico. La nuova idea della direzione dei lavori sarebbe quella dell’utilizzo di una piattaforma navigante, dalle dimensioni di 1000 metri quadri, per il deposito dei fanghi.
La perizia di variante comporta tra l'altro una variazione di spesa: la Ecol2000 o la Tiozzo sarebbero in grado di affrontare i lavori con una cifra a disposizione ulteriormente ridotta? Da qui scaturirebbero i dubbi delle due ditte nel potere accettare la somma residua disponibile visto che degli oltre 2 milioni di euro dell’originario finanziamento sarebbe rimasti soltanto 600 mila euro circa. Altra domanda: la presenza di una piattaforma di grosse dimensioni potrebbe intralciare il traffico portuale e creare condizioni di pericolosità per le piccole imbarcazioni del porto canale?
Nel fiume Mazaro ci sono oltre 67000 tonnellate di fango da prelevare. Percorrendo le banchine del porto canale (in copertina foto scattata lo scorso 25 agosto) è facilmente visibile il degrado presente in tutto il tratto che va dal canalone centrale fino al primo ponte sul fiume Mazaro; in diversi punti vi sono isole di sabbia nelle quali si sono incagliate in questi anni diverse imbarcazioni. La questione è seguita anche da un gruppo facebook, fondato dall’avv. Fabrizio Misuraca, denominato “Escavazione del porto di Mazara del Vallo”, seguito da centinaia di cittadini.
Il 6 luglio scorso in occasione dell’inaugurazione del collegamento marittimo con Pantelleria, in visita a Mazara del Vallo il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, nel corso del suo intervento davanti al Consiglio comunale, all’Amministrazione comunale, e allo stesso commissario Maurizio Croce, affrontò la spinosa questione dell’escavazione del porto canale dopo che lo stesso sindaco Quinci gli chiese un intervento per sbloccare la vicenda. Musumeci rispose indicando nella burocrazia la causa del mancato avvio dei lavori ma assicurò che il dragaggio si sarebbe effettuato prestissimo
E’ vero la “burocrazia” ha le sue colpe ma spesso diventa un utile capro espiatorio. Eppure quando la politica “decide” qualsiasi ostacolo viene rimosso, vedi ad esempio il rapido adeguamento, con circa 200mila euro, della banchina Mokarta dalla quale lo “storico” traghetto “Pietro Novelli” ha coperto quest'estate la rotta per Pantelleria. Chissà che il dragaggio del porto canale di Mazara sia già da qualche tempo nell’agenda dei lavori programmati alla vigilia delle prossime elezioni regionali; nel caso assisteremo una corsa a livello locale ad intestarsi i meriti di un opera comunque "tampone".
Francesco Mezzapelle