"Detti e stradetti": "Ti canusciu piru!"

Continua la nostra rubrica dei modi di dire mazaresi

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
02 Luglio 2021 18:00

La legenda narra ( tra le tante questa la più raccontata dagli anziani) che il parroco di una chiesa di un paese della Sicilia dovendosi assentare per un pò di giorni, affidò al sagrestano la custodia della chiesa e dell’annesso sagrato, raccomandando a quest’ultimo di prestare la massima attenzione per la sicurezza della chiesa.

Durante questo periodo di assenza però fu trafugato il crocifisso in Legno, conservato nella navata centrale della chiesa, il sagrestano, preoccupato della sicura ira del parroco non si perse d’animo e incaricò il più bravo ebanista del paese commissionando un’identica riproduzione dell’oggetto sacro.

Per realizzare l’opera decise di utilizzare il legno derivante dall’abbattimento di un albero di pero del sagrato tanto rigoglioso e imponente quanto improduttivo da sempre.

Al ritorno del parroco dopo i primi attimi di apprensione, tutto passò inosservato, e tornò alla normalità.

Ma il fatto non passò inosservato ad un anziano fedele della parrocchia, che notando l’assenza dell’albero e la somiglianza delle venature del legno mentre era in preghiera proferì:

“Piru piru, quannu eri piru, mai un piru facisti! Ora chi di piru a Cristu ti canciaru pira un facisti e miraculi vò fari?!”

A cura di Gianni di Matteo

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