​Denise, la Commissione d’inchiesta parlamentare si è bloccata

La proposta doveva esser presentata dal Pd. Sulla questione interviene il segretario dem mazarese Giuseppe Palermo

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
04 Aprile 2022 15:48
​Denise, la Commissione d’inchiesta parlamentare si è bloccata

La Commissione parlamentare d’inchiesta sulla vicenda di Denise Pipitone si è bloccata. Secondo fonti parlamentari e l’inchiesta portata avanti anche da AffariItaliani.it, durante la riunione dei capigruppo d’Aula non c’è stato alcun voto in merito all’istituzione di una Commissione. Il voto della proposta di legge non è arrivato in Aula perché la richiesta non è stata presentata dalla capogruppo del Pd Debora Serracchiani. Una sconfitta da parte della politica che si è mostrata poco interessata ma soprattutto poco sensibile alla vicenda. La proposta, a prima firma Alessia Morani (Pd), doveva essere presentata agli altri capigruppo dalla Serracchiani, come confermato da fonti all’interno della Commissione Affari Costituzionali, che parlano di “cortocircuito” interno al Pd.

Piera Maggio non si arrende e continua a cercare la figlia scomparsa: “Fino a che non avrò una dimostrazione diversa, continuo a lottare per lei”. A quanto pare la vicenda della bambina di Mazara del Vallo, scomparsa il 1° settembre 2004, resterà poco meno di un’idea per la Commissione parlamentare d’inchiesta. Dunque, il caso sembrerebbe chiuso ma la madre di Denise continua a lottare e sfoga sui social tutto il suo dolore. A spiegare come sono andate le cose è il segretario del circolo “Davide Sassoli” del Pd di Mazara del Vallo, Giuseppe Palermo.“Come è noto, la proposta di legge per la costituzione della commissione di inchiesta sulla scomparsa di Denise Pipitone - afferma Palermo - è stata presentata l’estate scorsa dall’onorevole Alessia Morani ed approvata all’inizio del 2022 dalla commissione affari costituzionali.

Per accelerare al massimo i tempi, l’onorevole Morani ha provato a chiederne l’approvazione definitiva in commissione, senza passare per l’aula, ma le procedure della Camera non l’hanno consentito. Un accordo tra i gruppi parlamentari stabilisce che non è più possibile istituire nuove commissioni di inchiesta rispetto a quelle già presentate da ciascun gruppo. Il PD non ha più, perciò, la possibilità di istituire nuove commissioni di inchiesta. Risultato: non sarà possibile proseguire con la commissione sulla scomparsa di Denise Pipitone.

Il mio pensiero va a Piera Maggio, mamma di Denise, che ancora una volta ha dovuto aggiungere “dolore al dolore”. Mi chiedo, di chi sono le responsabilità? Si poteva gestire meglio l’intera vicenda? Credo proprio di si. 

In questo momento registro -ha sottolineato il segretario cittadino del Pd- una sconfitta per l’intera comunità cittadina e con essa tutte le persone che ci sono state vicine nella battaglia rivolta alla ricerca della verità. Simile amarezza e sconforto ho provato quando abbiamo vissuto il sequestro dei nostri 18 pescatori ad opera delle milizie libiche. Anche in quel caso, Mazara del Vallo ha avuto i riflettori puntati addosso. Anche in quel caso il mio partito ha dato vita ad una ”battage” mediatica.

Ricordo di aver fatto una proposta in conferenza regionale dei segretari di circolo, subito accolta dalla direzione regionale, ma prontamente disinnescata all’indomani dalle realtà territoriali, probabilmente per non dare troppa visibilità a Mazara del Vallo ed al suo segretario comunale che in quel momento veniva considerato “autonomista dalla vita breve”. Così sono stato definito da alcuni dirigenti del mio partito. Ho sempre creduto nei principi e nei valori del Partito Democratico, ma mai come oggi mi sento deluso e scoraggiato.

Subire di riflesso le incapacità e l’inerzia del mio partito fa parte degli oneri di un segretario. Ma dove sono gli onori? Come mai il mio partito, sul caso Denise, non ha mai sentito l’esigenza di confrontarsi con i dirigenti locali per affrontare la vicenda insieme alla comunità mazarese e per coordinare al meglio le azioni da mettere in campo? I più maliziosi potrebbero pensare alla solita “passerella” politica messa in atto senza confrontarsi con il territorio. Io non voglio pensare che sia così, ma credetemi, faccio molta fatica a credere al contrario.

Noi mazaresi - conclude Giuseppe Palermo- non smetteremo mai di cercare Denise, perché abbiamo il diritto di conoscere la verità e soprattutto perché in noi non cesserà mai la speranza di poterla riabbracciare un giorno. A Piera Maggio, donna e madre paziente, forte e tenace, va tutta la mia solidarietà ed affetto”.

Salvatore Giacalone 

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