Si è chiuso pochi minuti fa, davanti al giudice per l’udienza preliminare Marco Gaeta il processo di primo grado per i tre imputati, accusati di avere avuto un importante ruolo nella latitanza di Matteo Messina Denaro. Sono stati inflitti dieci anni di carcere all'architetto Massimo Gentile, e otto anni per il cognato, il tecnico di radiologia Cosimo Leone, è stato invece assolto il bracciante agricolo Leonardo Gulotta.
Gentile è stato condannato per associazione mafiosa , mentre è decaduta l’aggravante del reimpiego dei soldi di provenienza illecita, mentre per Leone il reato è stato derubricato in concorso esterno. La Procura aveva chiesto 12 anni di carcere per entrambi mentre per Gulotta, accusato di favoreggiamento aggravato erano stati richiesti 6 anni e 8 mesi di pena.
Il tecnico dell’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo Leone avrebbe avuto un ruolo nella trafila sanitaria di Messina Denaro, visitato all’ospedale di Mazara del Vallo e operato pochi giorni dopo. Leone gli avrebbe anche fornito un’utenza telefonica dedicata.
L'architetto Gentile quando fu arrestato era responsabile dei procedimenti del servizio Lavori pubblici del Comune di Limbiate in provincia di Monza-Brianza. Avrebbe messo a disposizione del latitante la sua identità, coprendolo nel tempo. ed acquistando a suo nome una vettura Fiat 500 che sarebbe stata usata dal latitante. Gentile aveva sempre negato ma i p m hanno depositato le cartelle esattoriali che gli sono state notificate per i bolli non pagati. Secondo l’accusa, sarebbe una ulteriore prova che non poteva non sapere.
Gulotta, invece, avrebbe messo a disposizione del latitante il suo numero di cellulare in occasione dell’acquisto di una macchina. Ma l’ipotesi non ha retto al vaglio del giudice.