Il suo amore per la scienza continua nonostante la pensione portandolo a diventare uno dei più prolifici scopritori di biodiversità d'Europa. Stiamo parlando di Angelo Ditta, 74 anni, biologo mazarese, che ha dedicato la vita alla ricerca entomologica. L'ex professore ha recentemente rinvenuto in località Deccaco a Mazara tre esemplari – un maschio e due femmine – di Axinotarsus (Tarxinosus) implicatus, un coleottero la cui presenza non era mai stata registrata prima né in Italia né in Europa, sebbene sia comune in Nord Africa (Tunisia, Algeria e Marocco). Questo ritrovamento non è un caso isolato, ma si aggiunge alla lunga e significativa lista di contributi che Ditta ha offerto all'entomologia europea e siciliana. Ditta è l'unico ricercatore autorizzato a operare all'interno della Riserva naturale integrale Lago Preola e Gorghi Tondi, l’oasi naturale mazarese cruciale per l'avifauna migratoria. La sua dedizione alla ricerca, coltivata prima nel tempo libero e poi, dal pensionamento all'età di 58 anni, a tempo pieno, ha portato a risultati straordinari.
Sono state scoperte infatti più di 30 nuove specie per la Sicilia, 8 per l'Italia e, con l'ultima aggiunta, due per l'Europa. Le sue "passeggiate" metodiche tra le sciare di Mazara, la costa di Torretta Granitola e fino all'Agrigentino, armato di retino e provette, continuano a riservare sorprese fondamentali per la comunità scientifica internazionale. Tra le scoperte più importanti del biologo mazarese, si ricordano quella del Myrmecophilus (Myrmecophilus) fuscus trovato nel bosco Scorace di Buseto Palizzolo.
Del ritrovamento di tre esemplari femmina di Canariphantes zonatus nella Riserva Lago Preola e Gorghi Tondi. Sebbene il primo esemplare italiano sia stato trovato in Sardegna, Ditta ha avanzato l'ipotesi che il ragno sia giunto in Sicilia attraverso il fenomeno del ballooning, dove i ragni usano filamenti di seta come "parapendio" per viaggiare con il vento. Inoltre, è stata trovato la mosca Leptometopa latipes. L'esemplare femmina, rinvenuto sulle sponde del fiume Mazaro, si lega alla storia dell'isola.
Questa specie fu infatti scoperta per la prima volta nel 1830 all'interno del sarcofago di Federico II a Palermo. Il ritrovamento di Ditta suggerisce che la specie, che si sviluppa su carcasse animali o escrementi, sia stata presente in Sicilia senza essere mai segnalata precedentemente in epoca moderna. Il reperto della mosca, dopo la validazione da parte di Paul L.T. Beuk, è stato esposto al Museo storico naturalistico di Maastricht, a conferma della risonanza globale dei ritrovamenti del biologo siciliano. Grazie ai rapporti che Ditta intrattiene con entomologi, biologi e aracnologi di tutto il mondo, i suoi ritrovamenti continuano ad ampliare la conoscenza della biodiversità e a posizionare la Sicilia come un punto fondamentale per la ricerca entomologica.