Allarme per il numero crescente dei cinghiali nel mazarese. La Regione che fa?

Stefania D'Angelo, direttore della Riserva Lago Preola e Gorghi Tondi, chiede un intervento per evitare altri danni

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
05 Luglio 2021 09:00
Allarme per il numero crescente dei cinghiali nel mazarese. La Regione che fa?

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo, a seguito di una nota ricevuta Cia Sicilia Occidentale, sul pericolo e i danni all’agricoltura provocati dalla presenza sempre più crescente dei cinghiali nel territorio di Mazara del Vallo dove, oltre alle zone adiacenti la riserva naturale dei Gorghi Tondi, la stessa specie selvatica da qualche anno a questa parte è presente anche in zona Miragliano, Quarara, presso il fiume Arena, zona “Fiumara”, e in altre zone caratterizzate da vegetazioni boschive. Oggi nel territorio di Mazara del Vallo ci sarebbero oltre una cinquantina di esemplari adulti di cinghiali.

“Bisogna prendere in mano la situazione e trovare una soluzione – aveva sottolineato Antonino Cossentino, presidente della Cia Sicilia Occidentale – amministrazioni comunali, Wwf e prefetto devono intervenire per tutelare la sicurezza dei nostri agricoltori che oggi qui, come in altre parti della Sicilia, ad esempio sulle Madonie, hanno ormai paura a recarsi nei campi. Chiediamo un incontro all’assessore regionale Toni Scilla per affrontare questo problema che affligge economicamente i nostri agricoltori. Occorrerebbe una elasticità maggiore nelle regole per l’abbattimento e la limitazione di questa specie”.

Sulla questione abbiamo contattato dott.ssa Stefania D'Angelo del WWF, direttore della Riserva Naturale Integrale Lago Preola e Gorghi Tondi, che da qualche anno segnala il problema della crescita del numero dei cinghiali nel territorio mazarese chiedendo un intervento delle autorità competenti.Già da qualche anno abbiamo segnalato danni alle coltivazioni a causa dei cinghiali, questi però non hanno interessato la Riserva. Le uniche pratiche arrivate all’Assessorato per danni dovuti ai cinghiali riguardano coltivazioni di mais e meloni che si trovano fuori dalla riserva; non si possono coltivare in riserva.

La cosa fastidiosa –ha sottolineato la D’Angelo- è che si continua parlare dei cinghiali facendo riferimento alla Riserva. A noi i cinghiali sono arrivati e non auto prodotti. E’ chiaro che in essa trovano rifugio i cinghiali. Da oltre 5 anni stiamo cercando di adottare un piano di gestione del cinghiale. Abbiamo convocato diversi tavoli tecnici ed abbiamo chiesto ad ognuno degli enti interessati di fare la propria parte: al Comune, agli Assessorati regionali Agricoltura e Territorio, ai vigili urbani, all’Asp, ai Forestali. Dicono che hanno sempre problemi di budget e personale”.

Il direttore della Riserva ha aggiunto: “noi ad ogni modo stiamo andando avanti per la richiesta di un’autorizzazione per la creazione chiusino per la cattura. Credo che ci sia una certa strumentalizzazione facendo credere che noi vogliamo proteggere i cinghiali. La Riserva subisce i danni dalla presenza dei cinghiali così come le colture danneggiate fuori di essa. Siamo stati gli unici in questi anni a voler attenzionare il problema e risolverlo. Ribadisco è un problema in primis che devono affrontare gli Assessorati regionali Agricoltura e Territorio e Ambiente.

Gli assessori Scilla e Cordaro si devono muovere, a loro compete lo snellimento delle procedere, dovrebbero essere loro ad autorizzare i “sele-controllori” a sparare ai cinghiali. Non si può lasciare una riserva di 300 ettari in balia di questi animali”. Infine ha avvertito: “vi è pure un dilagante fenomeno di bracconaggio, vengono macellati abusivamente. Per non parlare del rischio anche per la salute delle persone: è stato diramato dall’Ispra anche un avviso da peste suina e altre patologie legate alle carni di maiali e cinghiali”.

Francesco Mezzapelle  

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