E’ polemica politica fra il centro destra al Governo della Regione Siciliana e l’opposizione, M5S e Pd, in merito alla notizia, arrivata quasi come una doccia gelata, che 31, dei 63 complessivi, progetti di investimento presentati dai Consorzi ed Enti siciliani ha intercettato tutti i criteri previsti per la selezione dei progetti irrigui sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Non ci sta l’assessore regionale all’Agricoltura e Sviluppo Rurale, Toni Scilla, che ha commentato così appena ricevuta la notizia: “Questo lo dice lunga sulla recidiva ostilità di Roma nei confronti della agricoltura siciliana. Con quale criterio e come si è proceduto alla selezione? È chiaro che qualcosa non quadra. Il Ministro Patuanelli scade in valutazioni sommarie a tutto svantaggio della Sicilia, e non è la prima volta che lo fa. Ricordiamo – ha sottolineato Scilla- il tentativo di scippare fondi del PSR.
Un atteggiamento ostile, che registriamo per l’ennesima volta, e che ci porterà ad effettuare le dovute verifiche e valutazioni”. L’assessore regionale attacca così l’opposizione: “quanti si stanno esibendo, con prontezza sospetta, in note e comunicati che di fatto esultano per l’ennesima ingiustizia romana nei confronti del Sud e della Sicilia, farebbero bene – da compagni di partito dello stesso ministro – a indirizzargli pressanti richieste di spiegazioni. Non meritano risposta perché – ha concluso Scilla – con incosciente sfrontatezza, remano contro gli interessi dell’Isola e dei siciliani”.
Tecnicamente è intervenuto Dario Cartabellotta, dirigente generale del Dipartimento Agricoltura della Regione: “In Sicilia tutti esclusi nonostante il Pnrr preveda che buona parte della risorse finiscano al Sud e che la Sicilia sia la zona più siccitosa d’Italia, progetti che rispettano i criteri di selezione previsti dal bando. L’irrigazione – ha ribadito il dirigente generale – è più necessaria dove piove di meno, e la Sicilia è una terra dove la siccità fa da padrona. Quindi escludere la Sicilia significa violare le previsioni del Piano. Il governo Musumeci farà opposizione a un meccanismo del genere”. (in foto copertina l'assessore Scilla in primo piano e il dirigente Cartabellotta).
Sulla questione interviene il Ministero delle Politiche Agricole che ha però chiarito: “I criteri di ammissibilità per ottenere il finanziamento con i fondi del PNRR sono 23 e riguardano tra gli altri punti il livello di esecutività dell’opera, l’entità del risparmio idrico, la superficie oggetto di intervento, le tecnologie utilizzate e i benefici ambientali prodotti. Per essere ammessi, i progetti dovevano soddisfare tutti i 23 criteri previsti; di conseguenza, se anche un solo criterio non è stato soddisfatto, il progetto non può essere ammesso.
Alla definizione della lista dei progetti ammissibili si è giunti attraverso un processo selettivo portato a termine grazie ad un'apposita piattaforma informatica denominata “DANIA” gestita dal Mipaaf attraverso il CREA e che ha coinvolto gli Enti proponenti, le Autorità di Distretto, le Regioni e Province autonome. Nella banca dati “DANIA”, alla data di scadenza utile per la presentazione dei progetti su PNRR, erano presenti in totale 61 progetti di Enti irrigui della Regione Siciliana.
Per 32 progetti è stata inserita come Fonte di finanziamento “Recovery Plan – Mipaaf”, per uno i termini di inserimento erano errati. I rimanenti progetti non sono stati candidati sul Recovery Plan”. Lo stesso Ministero ha infine precisato che i criteri erano stati approvati con due decreti ministeriali (DM 30 giugno 2021 e DM 30 luglio 2021), e che la Conferenza Stato Regioni, lo scorso 23 settembre nel “Tavolo tecnico PNRR-Mipaaf”, aveva preso atto con soddisfazione del lavoro svolto.