“Una punta di Sal”. Traditori e traditi

In politica i tradimenti sono all’ordine del giorno, anzi è diventata quasi una consuetudine...

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
11 Luglio 2021 10:30
“Una punta di Sal”. Traditori e traditi

“Una punta di Sal”. Traditori e traditi

Traditori e traditi. Dante colloca i traditori nel IX cerchio dell’Inferno, dopo il Pozzo dei giganti, considerandoli i peccatori più gravi, tanto che vengono situati proprio nei pressi del perfido per eccellenza, Lucifero. Ma il IX cerchio è pure diviso in quattro zone: Caina, Antenora, Tolomea e Giudecca e tutti sono conficcati nel ghiaccio del Cocito e trattati al limite del bestiale. Nello specifico, dentro la Caina si trovano i traditori dei parenti, nell’Antenora quelli della patria, nella Tolomea i traditori degli ospiti e nella Giudecca i traditori dei benefattori, i più ferali tra i traditori, simili a Giuda che si vendette per trenta denari, tradendo la fiducia.

Per tradire tuttavia ci vuole però molta passione, un carisma particolare, un trasporto amoroso peculiare che solo in pochi possono avere e che magari coltivano nel loro malavitoso orticello fatto di invidia, solitudine, malanimo. Ma per i traditori eccellenti valga per tutti Jago, nell’Otello di Shakespeare: il male per il male, il tradimento per il gusto di tradire, senza uno scopo se non quello di portare distruzione e rovina nella caso del nobile e leale Moro di Venezia. Sicuramente ogni traditore ha una sua caratterizzazione, come cerca di descrivere Dante che a seconda del tipo di infedeltà distribuisce le anime nelle “zone” appropriate. In ogni caso i traditori più tradimentosi sono quelli depositati nella Giudecca infernale, coloro che hanno violato il sacro principio di bene dovuto ai benefattori e che sono i più vicini a Lucifero che è poi il prototipo di colui che ha ingannato la persona a cui è stata affidata la massima fiducia.

La storia è piena di traditori, per avidità o per amor di patria, per ambizione o per vendetta, per fanatismo o per viltà, per mille ragioni e per mille passioni. L’ex sindaco di Mazara, onorevole Nicola Cristaldi, in quel periodo aderente al PDL, ha scritto addirittura un libro “I traditori” (Libridine Editore) presentato a Mazara il 15 aprile del 2009 con un parterre eccezionale: Gianfranco Fini (presidente della Camera dei deputati, Popolo della Libertà), Vito Orlando (giornalista), Souad Sbai (deputato, Popolo della Libertà), Domenico Nania (vice presidente del Senato della Repubblica, Popolo della Libertà), Francesco Cascio (presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, Popolo della Libertà). Sono stati discussi temi sui traditi e traditori ma si è parlato anche di Immigrazione, Lavoro Politica, Societa', Sociologia.

Ma chi è il traditore? Che sia chi infrange un giuramento, o incrina il patto che unisce una comunità, pare abbastanza ovvio. Per non parlare degli adulteri nella sfera privata, l’attributo di traditore è stato dato a rivoluzionari e voltagabbana, apostati ed eretici, convertiti e rinnegati, ammutinati e disertori, spie e collaborazionisti, ribelli e terroristi, pentiti e crumiri. Alla fine però “chi vince non è mai un traditore”, è il vincitore malgrado tutti sappiano che è grande traditore.. Condannati o assolti, assistiti o perseguitati, nelle loro vicissitudini si possono cogliere i sintomi di una millenaria e tortuosa trasformazione: il passaggio dalla fedeltà al sovrano alla fedeltà alla nazione, dalla lealtà individuale alla lealtà istituzionale.

In politica i tradimenti sono all’ordine del giorno, anzi è diventata quasi una consuetudine, addirittura prima del risultato elettorale già spirano venticelli di voltagabbana in procinto di saltare il fosso. Dal 2013 ad oggi, ci sono stati,in Parlamento, 388 cambi di partito! Alcuni deputati hanno cambiato partito anche 6 volte negli ultimi 4 anni. Un vero mercato. Nella Regione siciliana si sono registrati, addirittura, spostamenti di interi gruppi che sono transitati dalla maggioranza all’opposizione e viceversa, un tradimento di massa.

Nel comune di Mazara, ove i partiti politici si possono contare sulle dite di una mano, imperano le liste civiche ed i transfughi da una lista ad un’altra ormai non si contano più. Liste che addirittura non hanno partecipato alle ultime amministrative, ora sono presenti in consiglio. Il sindaco Salvatore Quinci, che ha vinto le elezioni, ha portato in consiglio 14 consiglieri, 10 sono andati all’opposizione. Oggi si ritrova senza maggioranza consiliare e quando c’è da votare qualche delibera di un certo spessore, qualcuno dell’opposizione “soccorre con qualche boccata di ossigeno”.

Il discorso però è semplice: se uno vuole andare in un partito diverso da quello votato dai suoi elettori, si dimetta e lasci il posto a un altro, come accade ad esempio in Portogallo. Ma anche, per consuetudine, nella civilissima Gran Bretagna. In Italia, invece, se ne fregano: una volta che si è in Parlamento o in Consiglio comunale, gli elettori non contano più, quello che conta è la poltrona, il mega stipendio dei parlamentari o il semplice gettone di presenza dei consiglieri comunali e il desiderio di potere.

Molti governi si sono tenuti in piedi e hanno fatto approvare le peggiori porcate, proprio grazie ai voltagabbana. Secondo la Treccani, il tradimento è “L’atto e il fatto di venire meno a un dovere o a un impegno morale o giuridico di fedeltà o lealtà.” Il traditore ai nostri occhi deve essere spregevole, abietto. Lo valutiamo cioè secondo un’etica dei principi, squalificandolo perché i mezzi che utilizza sono ritenuti inaccettabili: non ci sembra possibile che invece i suoi scopi siano nobili e per questo cerchiamo sempre i proverbiali trenta denari, anche quando non ci sono.

Ci manca, insomma, un’etica del tradimento, capace di giustificare l’inganno, l’infedeltà. Almeno a determinate condizioni. “Il fine giustifica i mezzi”.

Noi oggi abbiamo bisogno di partiti e non di traditori, che sappiano guardare agli interessi della propria comunità che siano capaci di andare oltre il legittimo essere di parte. Solo una politica che abbia come riferimento l’interesse generale, che sia capace di ispirarsi ai valori e principi della nostra costituzione può riavvicinare i cittadini alle istituzioni, ridare credibilità ai partiti che sono e rimangono uno degli strumenti più validi per permettere ai cittadini di concorrere a determinare la politica locale e nazionale. Traditori e traditi nei secoli passati, e forse anche in quelli futuri, galleggeranno sempre perché il tradimento è, probabilmente, connaturato all’indole umana e non ci resta che dire “Spes ultima dea”.

Salvatore Giacalone

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza