“Una punta di Sal”. Sud-Nord, biglietto di sola andata

Una volta se ne andavano via le fasce più basse e meno istruite, oggi invece sono diplomati e laureati. Alcuni dati

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
23 Aprile 2023 13:30
“Una punta di Sal”. Sud-Nord, biglietto di sola andata

Il lavoro e gli studi. Ecco il drenaggio dei nostri giovani verso il Nord o l’estero. Ecco due temi, per altro molto intrecciati tra loro, fenomeni storici, si dirà, che si perdono nella notte dei tempi, ricordiamo la fuga con la valigia di cartone verso Milano o la Germania, la nave che impiegava un mese per raggiungere le Americhe e si potrebbe continuare. Ma una spiegazione deve pur esserci per questo biglietto di andata quasi sempre, senza ritorno. Il lavoro riguarda le vite precarie, le attese del posto e le scelte obbligate che ne conseguono.

E che possono essere sintetizzate come un rinvio senza tempo delle scelte di vita. Ci sono i racconti dei ragazzi che viaggiano sul bus della speranza che non potrebbero essere più eloquenti come riportano le cronache sui giornali o i servizi televisivi. E colpiscono soprattutto quando vengono da giovani «speranzosi» che vedono gli anni passare e faticano a programmare qualsiasi cosa che li possano riguardare. In sostanza, ieri come oggi? Sicuramente no, ma ovviamente questa è una condizione che accomuna magari anche i ventenni del Nord in cerca di lavoro con quelli del Sud ma le proporzioni e le chances sono enormemente sbilanciate.

E qui siamo al secondo tema: gli studi, l’università. Il viaggio verso Milano o Torino, visto come metafora del Nord ricco, è un flusso ininterrotto di giovani meridionali verso le regioni settentrionali, la diaspora spesso comincia già al tempo delle scuole superiori e trova un’accelerazione nel momento della scelta di frequentare l’università. Si preferiscono quelle del Nord vuoi per una reputazione, a torto o ragione, più alta ma soprattutto perché in questo modo si potrà accedere direttamente al mercato del lavoro settentrionale che per i futuri laureati si presenta sicuramente più attrattivo e rassicurante di quello meridionale.

Ma ci sono anche quelli che inseguono un obiettivo più modesto, un posto da infermiere in una struttura pubblica del Nord e, nelle loro parole, quel traguardo assume comunque il valore di un «sogno». Il superamento della condizione attuale di frustrazione e di precarietà dal paese o dalla città di provenienza. Lasciano il Sud dunque i talentuosi e gli speranzosi e la società meridionale è come se sprofondasse. Il drenaggio di capitale umano è stato quantificato in 1,7 milioni di uscite in 15 anni e se paragonato ai flussi degli anni Sessanta e Settanta (4 milioni di trasferimenti verso le fabbriche del Nord) è nettamente inferiore ma una volta se ne andavano via le fasce più basse e meno istruite della popolazione e oggi invece sono diplomati e laureati.

Alcune statistiche. Nell’anno accademico 2021 – 2022 oltre 55mila immatricolati in tutta Italia, più di un quinto del totale, hanno scelto un ateneo localizzato in una regione diversa da quella di residenza. Un aspetto centrale del fenomeno è che segue la direzione Sud-Nord, ma non quella contraria. Il 23 per cento degli studenti meridionali si immatricola in università del Centro-Nord. Sono invece pochissimi quelli che fanno il percorso inverso: gli studenti del Nord e del Centro rimangono più vicini a casa (solo il 7 e il 10 per cento rispettivamente cambia circoscrizione). Così la Sicilia ha “perso” oltre 5mila studenti; Lazio, Emilia e Lombardia ne hanno “guadagnati” altrettanti. Certamente l’ampiezza e la qualità dell’offerta formativa al Centro-Nord (comparata a quella al Sud) giocano un ruolo importante. Ma bastano soltanto questi?

Come documentato anche nel “Rapporto della Fondazione Res”, si sommano altri importanti fattori. In primo luogo, le condizioni del mercato del lavoro profondamente diverse, con conseguenti maggiori opportunità di inserimento lavorativo e più elevati livelli salariali per i neo-laureati nelle regioni settentrionali che influenzano marcatamente la direzione della migrazione delle matricole. Ed è interessante notare che, con tutta probabilità, l’effetto “mercato del lavoro” è diventato più rilevante con la crisi economica: negli ultimi anni gli immatricolati meridionali si sono diretti sempre più verso Piemonte e Lombardia e relativamente meno verso Lazio e Toscana.

A parità di altre condizioni, la possibilità di ricevere una borsa di studio per gli studenti idonei è oggi assai maggiore al Nord rispetto al Sud, dove rimane molto alto il numero di “idonei non beneficiari”: nel Centro-Nord circa il 90 per cento degli studenti idonei ha effettivamente ricevuto la borsa di studio, contro il 61 per cento nel Mezzogiorno e il 38,5 per cento nelle Isole. Inoltre, la qualità della vita nelle città, con annessi servizi pubblici essenziali, offerte ricreative e culturali, è assai differente nelle due aree del paese.

Non ultimo, giocano un ruolo le possibilità di spostamento, la disponibilità di reti e servizi di trasporto di relativa efficienza: la situazione è di gran lunga migliore all’interno del Centro-Nord e per i collegamenti Nord-Sud di quanto non lo sia per gli spostamenti interni al Mezzogiorno: modestissimi e in rilevante peggioramento negli ultimi anni. Così uno studente siciliano può raggiungere con relativa facilità e a costi contenuti un ateneo del Centro-Nord (grazie anche al miglioramento dei voli low cost) mentre gli è praticamente impossibile arrivare nelle sedi delle università della Calabria o della Puglia.

Conta la possibilità di “pendolare”, che riduce molto il costo degli studi, e che è assai maggiore ad esempio in Campania rispetto alla Sicilia, dove i collegamenti interni sono ancora a livelli medioevali. Il recente rapporto “Pendolaria” di Legambiente documenta ad esempio che per percorrere in treno i 250 chilometri fra Ragusa e Palermo sono necessarie 6 ore e 11 minuti, Mazara – Palermo oltre due ore. Cosa dobbiamo sperare? Certamente in un futuro migliore ma noi ancora aspettiamo che si risolva la storica “questione Meridionale” decantata in tutte le elezioni e da tutti i governi che si sono succeduti nel Paese Italia.

Salvatore Giacalone

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