Il Paese dei Balocchi è un luogo immaginario creato da Carlo Collodi nel suo famoso romanzo per ragazzi “Le avventure di Pinocchio”. E’ un luogo allettante e seducente in cui Pinocchio si reca insieme al suo amico Lucignolo, ma scopre presto che tutti i bambini alla fine saranno trasformati in asini, compreso Pinocchio. Quindi è un luogo o una situazione che sembra promettere divertimento, gioia e piacere, ma che in realtà nasconde insidie, delusioni e conseguenze negative, in genere per sé stessi ma anche a danno di altri.
Nel mondo del lavoro il “Paese dei Balocchi” può essere utilizzato per descrivere una situazione lavorativa che sembra molto allettante, ma che in realtà nasconde condizioni precarie, bassi stipendi o un ambiente tossico. Ad esempio, si può parlare di una situazione che sembra il Paese dei Balocchi, ma in cui in realtà tutti lavorano 16 ore al giorno per guadagnare poco. Nella politica può essere utilizzato per descrivere le promesse elettorali o le politiche di un governo che sembrano molto allettanti, ma che in realtà non portano a risultati concreti o che nascondono intenzioni poco trasparenti.
Ad esempio, si può parlare di un programma politico che sembra il Paese dei Balocchi, ma in realtà è basato su parole vuote e promesse irrealizzabili. Si può anche dire che con la fine dei tanti bonus fiscali o dei contributi europei il paese dei balocchi ha chiuso. Oppure che per gli evasori fiscali l’Italia è il paese dei balocchi. La Sicilia è il paese dei balocchi per le tante promesse non mantenute. Piace ascoltare o leggere interessanti interventi pubblici di chi sta al potere ma sembra che la Sicilia è la Regione degli annunci.
Fanno toccare con mano i termovalorizzatori e per la siccità escavatori di pozzi di ultima generazione e di dissalatori… Pagine di giornali piene di assicurazioni e di progetti annunciati che ancora restano nei cassetti della politica. Intanto continua in Sicilia l’esportazione dei rifiuti a peso d’oro sognando appunto i termovalorizzatori di ultima generazione ed ignorando ogni possibilità di attuazione di misure di prevenzione e riduzione dei rifiuti. Dopo la Danimarca e Olanda le ultime mete sono la Finlandia e la Turchia.
Nel 2023 la meta preferita per i rifiuti prodotti da mezza Sicilia era stato il termovalorizzatore vicino a Copenaghen mentre precedentemente le spedizioni avevano preso la strada di altri Paesi tra i quali Olanda, Bulgaria, Grecia, Spagna. Per la siccità, dicono i nostri governanti regionali (ma soltanto dicono), bisogna risolvere non solo le attuali emergenze, ma realizzare anche opere che nel futuro possano evitare ulteriori situazioni di criticità. Con questo obiettivo, il presidente della Regione Renato Schifani ha convocato e presieduto a Palazzo d’Orleans nello scorso mesedi settembre, un vertice sulla siccità al quale hanno partecipato gli assessori regionali e i dirigenti generali di alcuni dipartimenti e i funzionari di alto livello.
“Ho voluto fare il punto – ha detto il presidente Schifani al termine della riunione – con tutti gli uffici coinvolti per conoscere l’attuale situazione degli invasi e lo stato di attuazione degli interventi finanziati e da finanziare. Oltre alla ricerca di nuovi pozzi in tutta la Sicilia, stimolando i sindaci a farlo, e all’uso di autobotti dove servono, dobbiamo evitare che l’acqua si disperda. Oltre, ovviamente, ai grandi interventi strutturali la cui attuazione è nel medio e lungo periodo.
L’attuale previsione meteorologica ci dice che anche nel mese di ottobre (ormai trascorso) non ci saranno molte piogge, per cui dobbiamo accelerare sugli interventi immediati per mitigare il più possibile gli effetti della carenza di acqua negli invasi”. E’arrivato quindi l’annuncio che “si provvederà”, verbo al futuro che ci trasciniamo da almeno 30 anni e forse più. Quale è il programma? Nuovi pozzi e rigenerazione di altri pozzi e sorgenti esistenti, dissalatori mobili e piccoli interventi per il ripristino delle autobotti comunali… Proprio sul fronte dissalatori Schifani ha detto che si lavorerà nell'immediato con l'acquisto e l'installazione di moduli mobili nei siti esistenti, nell'attesa di poter procedere alla sostituzione degli impianti fissi a Porto Empedocle, Trapani e Gela.
Nei tre ex dissalatori sono stati effettuati ispezioni ed i risultati non sono molto positivi. Per ripristinare i tre dissalatori occorrono almeno 90 milioni, soltanto per quello di Trapani ne occorrono 20. E le gestioni quanto costeranno? Si programma sempre il futuro. Ma i lavori quando iniziano? O siamo nel Paese dei balocchi?
Salvatore Giacalone