“Una punta di Sal”. Il soggiorno a Mazara di Moustapha Safouan

Il dottore Gino Burzotta racconta l’amicizia con il saggista egiziano, psicanalista a livello internazionale

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
30 Aprile 2023 13:06
“Una punta di Sal”. Il soggiorno a Mazara di Moustapha Safouan

Un uomo, una storia. Si chiama Moustapha Safouan nato ad Alessandria d’Egitto il 17 maggio del 1921 e morto a Parigi il 7 novembre del 2020 all’età di 99 anni. Scrittore, saggista, psicanalista a livello internazionale e traduttore egiziano, visse per molti anni in Francia e anche a Mazara del Vallo. Sembra strano ma è stato così. A Mazara è passato quasi inosservato. Anzi, sembra, che avrebbe voluto essere sepolto a Mazara, tanto si era trovato bene in questa città che amava profondamento.

Gliela fece conoscere un mazarese, il dottore Luigi Burzotta, conosciuto da tutti come Gino, mazarese doc, appassionato di teatro, studioso del teatro e dei personaggi di Pirandello, poi trasferitosi a Roma, insieme alla moglie Bianca, dove ha insegnato e dove cominciò a studiare la psicanalisi fino a dare un contributo notevole all’ Associazione psicanalitica “Cosa Freudiana”. Burzotta ha incontrato per la prima volta Moustapha Safouan nel 1982, anno del suo ingresso proprio nell’Associazione psicanalitica “Cosa Freudiana” diretta da Muriel Drazien, un’allieva di Lacan che aveva fatto con lui un’analisi di controllo e che lo invitava tutti gli anni a portare il suo prezioso contributo nelle attività del Laboratorio.

Come studioso di Jacques Lacan, Burzotta aveva già letto i libri sull’Edipo, la sessualità femminile e lo strutturalismo. Scrive Burzotta su Moustapha Safouan: “Intellettuale di vastissima cultura, attento e lucido nelle sue analisi, considerava Lacan ‘il più autentico continuatore dell’opera di Freud’, riconoscendo nell’insegnamento del suo maestro l’apporto di una svolta innovativa nella ricerca psicanalitica”. Racconta Burzotta che “Le occasioni di incontrare Moustapha Safouan erano divenute negli anni sempre più frequenti, perché non mancava di partecipare ai Colloqui internazionali organizzati a Roma dal Direttivo di “Cosa Freudiana” del quale facevo parte tuttavia, nei confronti di questo illustre e stimato psicanalista dal portamento signorile e distaccato, avevo sempre mantenuto un rispettoso riserbo, senza mai ricercarne un avvicinamento confidenziale.

Nel 1999 dopo una riunione del Secrétariat internationale a Parigi per l’organizzazione del Congresso di Marsiglia del 2000, durante la quale venne anche approvato il progetto di realizzare due Giornate di studio a Mazara del Vallo per l’autunno del 2001, al termine di un conviviale, nel momento in cui mi stavo congedando con l’intenzione dichiarata di andare a visitare alcune botteghe di gravures (incisioni), fui cordialmente preso per mano da Moustapha Safouan che si offrì per guidarmi per il centro di Parigi a visitare alcuni ateliers di sua conoscenza, specializzati nel settore.

Quel pomeriggio doveva cominciare quello scambio amichevole che avrebbe caratterizzato la nostra conversazione per più di venti anni; perché durante la nostra passeggiata il mio nuovo amico mi chiese se gli potevo trovare un’abitazione in affitto nel luogo designato per il programmato colloquio della FEPP in Sicilia”. Racconta ancora Gino Burzotta: “Dopo una prima sistemazione nello stesso Hotel Hopps di Mazara del Vallo dove, nel mese di novembre 2001 si sarebbero svolte con successo le Giornate di studio della FEPP, ‘Psicanalisi e cultura oggi’, trovammo per l’anno successivo, a due passi della mia abitazione estiva sul Lungomare Fata Morgana, a Tonnarella, una villetta in affitto, dove Safouan poté soggiornare solo per due anni.L’anno appresso per buona sorte, proprio nella villetta bifamiliare a due piani, della quale abitavo con la famiglia il piano terra, si liberò l’appartamento del primo piano che l’altro proprietario dava in locazione.

Da quel momento, il piano superiore della nostra abitazione estiva non sarebbe stato più occupato da un estraneo ma da un amico. Nel pomeriggio, quando il mio coinquilino non aveva ospiti, io mi recavo spesso da lui per trascorrere nel suo ampio salotto qualche ora in conversazione con due bicchieri ricolmi di whisky con ghiaccio. Le nostre piacevoli conversazioni finivano inavvertitamente sulla clinica e sulla teoria psicanalitica, e spesso sull’argomento di cui al momento si stava occupando il mio interlocutore, perché questi nel suo otium non la smetteva mai di studiare e scrivere, senza distinguere il giorno dalla notte, così perseverando disteso su un letto finché il libro o la matita non gli cadevano di mano nel sonno”.

Il periodo del soggiorno di Safouan a Mazara (in foto a sx con Gino Burzotta) sarebbe stato uno dei più fecondi della sua produzione di saggista. A Mazara Safouan ebbe un grave incidente, fu investito da una moto sul lungomare davanti al cancello della sua villa; infortunio dal quale si riprese dopo qualche mese, ma che gli impedì di partecipare al Congresso da lui voluto e programmato per il mese di novembre di quell’anno 2005 a Padova, “La psicanalisi e la scienza”. Gli atti di quel Congresso sono stati poi pubblicati da Burzotta in edizione bilingue presso F.

Angeli Editore. Già nell’estate del 2004 Soufien era di nuovo a Mazara, dove riprese il suo stile di vita intensificando le sue attività di studio e di scrittura. “Pourquoi le monde arabe n’est pas libre” “Perché il mondo arabo non è più libero” Denoël 2008, è il primo libro meditato e rielaborato durante il suo soggiorno a Mazara. Nel maggio 2009 sui temi trattati da questo libro si svolsero due Giornate di studio della FEPP a Mazara del Vallo: “Il soggetto e le lingue tra sacro e profano”.

Ricorda sempre Burzotta: “Egli già comunque lavorava con solerzia a un testo a cui teneva molto, ispirandosi anche al comportamento della mia nipotina nei suoi rapporti con il padre ch’egli poteva osservare, attento e curioso, durante il soggiorno estivo: ‘Le langage ordinaire et la différence sexuelle’, sarebbe stato pubblicato nel 2009.Superata l’età di novanta anni Moustapha Safouan mi diceva di cominciare a sentire il peso dell’età avanzata, confidandomi, ogni anno che passava, che non avrebbe mai creduto di poter raggiungere una tale età; tuttavia io costatavo che il suo spirito era ancora quello di dieci anni prima quando era stato rapito dalla città che lo ospitava e che lui raggiungeva periodicamente, non solo nelle lunghe vacanze estive ma anche per soggiorni più brevi in inverno e in primavera.

Addirittura egli ora negava ciò che aveva dichiarato all’inizio e che era diventato un luogo comune nel giro degli amici mazaresi, che cioè la città di Mazara del Vallo lo aveva catturato, perché gli era sembrata, in piccolo, la sua Alessandria d’Egitto ma senza le contraddizioni della sua città natale. Evidentemente, con questo diniego, egli aveva inteso bene la mia amichevole risposta, quella volta che mi aveva formulato, con un sorriso che non saprei descrivere e con le spalle abbandonate sull’antica abside arabo normanna della cattedrale, la domanda di voler morire a Mazara: gli dicevo che non era certamente possibile cercare in questa città siciliana ciò che non aveva mai trovato nella sua Alessandria.

Lasciato l’appartamento in locazione, egli tornò più di una volta a Mazara ospite, in un albergo con vista sul mare, per brevi vacanze che coincidevano per un arco di tempo con quelle mie e di Bianca, mia moglie. In queste occasioni egli mi parlava dei libri che stava scrivendo come ‘Regardsur la civilisation œdipienne”, Hermann 2015, di cui venne a parlare a Roma nei locali del Laboratorio Freudiano, come pure mi accennò qualche cosa di una ricerca che lo stava impegnando nel campo della scienza e che diede vita al libro” Le puits de la vérité”, Hermann 2017, un ragionato panorama sulle più avanzate teorie scientifiche del novecento, confrontate col sapere psicanalitico nel suo rapporto con la verità, la cui presentazione ad opera della FEPP a Parigi nel 2018 mi trovai a presiedere con molto piacere.Non posso tacere infine del suo ultimo libro le cui tematiche erano state da tempo tra noi oggetto di animate e vivaci discussioni, “La civilisation post-œdipienne”, Hermann 2018.

Riporto per finire le parole ch’egli mi ha voluto dedicare nella copia omaggio di questo suo ultimo libro: à Luigi avecmonamitiéquej’ai beau vieillir mais que, elle, reste jeune Moustafa”. Di Moustapha Safouan se ne parlerà a Mazara nell’aula magna del seminario vescovile il 7 e 8 luglio prossimi con due giornate di studio dedicate appunto allo scrittore, saggista egiziano maestro contemporaneo della psicanalisi. Parteciperanno studiosi e psicanalisti autorevoli italiani ed europei.

Le due giornate di studio sono organizzate dalla “Fondation Europeenne Pour La Psicanaliste”.

Salvatore Giacalone

P.S. Che cosa è la psicanalisi? E’ una disciplina psicologica, fondata dal medico neurologo austriaco Sigmund. Freud (1856-1939) in quanto metodo terapeutico (analisi) delle sofferenze psichiche, basata sull'interpretazione dei processi mentali inconsci: questi ultimi vengono ricondotti a livello cosciente tramite la relazione che si stabilisce tra terapeuta e paziente, il quale è così in grado di riconoscerli e controllarli.

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