Prima si grida al lupo poi si diventa “amici” ma se non fai quello che ti dico diventerò una “belva”. Il Parlamento italiano è diventato il teatro dei burattini che è una forma di spettacolo teatrale in cui uno o più animatori, i burattinai, danno vita ai personaggi tramite particolari pupazzi, detti appunto burattini. In teatro è uno spettacolo bello d vedere ma quello che si vede nel Parlamento italiano è spettacolo di infimo livello. Un tempo la Politica aveva il compito e il dovere di indicare soluzioni e di trovare risposte; oggi la politica vive indicando nemici, spesso e volentieri anche immaginari, e facendo domande.
La Politica è il più alto compito che un uomo (o donna, ovviamente), possa assolvere e lo deve svolgere con completo senso di servilismo verso l’interesse del Paese, non verso un partito, verso la pancia degli elettori, verso una piattaforma web, o nell’interesse personalistico. Oggi giorno siamo riusciti ad elevare a “valore” politico la caccia alle streghe, cioè al nemico, l’indicare sempre e comunque un oscuro avversario che trama nell’ombra contro, abbiamo elevato l’ignoranza, sdoganandola dai bar, dalla piazza, abbiamo azzerato il valore culturale, il merito e la competenza, dando parola a chiunque, soprattutto su argomenti e questioni di cui non sanno niente. Abbiamo scelto di inseguire la mediocrità, come panacea per non mostrare le nostre mancanze e abbiamo criminalizzato il talento e il merito, poichè evidenzia la nostra incapacità.
La Politica doveva inseguire l’eccellenza, doveva essere la risposta ai problemi del Popolo e del Paese, oggi la politica è solo uno strumento. Uno strumento per fare carriera, uno strumento per mantenere il consenso, non importa cosa di concreto si realizzi, l’importante è solo dare la percezione di fare. La politica, così come oggi la interpreta la nostra classe dirigente altro non è che una battaglia tra galli (spennati) che strillano e si beccano tra loro; rimpallandosi responsabilità, colpe, accuse… senza avere il coraggio di prendere in mano questa difficile situazione e proporre soluzioni e risposte concrete.
Non si può governare, ne fare opposizione puntando il dito e inveendo oggi contro uno, domani contro l’altro. Sparando alla cieca tanto per far rumore. Intanto il governo è sempre più in crisi. Si discute ormai da giorni sui possibili scenari. Italia Viva non molla la presa su Conte, Renzi chiede al premier di dimettersi per poi favorire un suo nuovo mandato, ma a quel punto sarebbe necessario un rimpasto di ministri. Ecco il sugo della vicenda. Si è voluta una crisi per arrivare alle poltrone.
Azzardiamo: una delle possibili novità potrebbe essere il ritorno di Maria Elena Boschi, fedelissima di Renzi, al governo, nel ruolo di ministra dei Trasporti o del Lavoro. La Boschi è spinta da Matteo Renzi, ma sarebbe gradita anche al premier Giuseppe Conte, con il quale ha un buon rapporto. L’ipotesi che Renzi voglia entrare nell’esecutivo a sentire lui non esiste: "Non farò il ministro", ha detto ma potrebbe fare il vice primo ministro, cioè la poltrona vicina a Conte, una “poltrona per due”.
Sarebbe un bel colpo di teatro. Ma purtroppo ciò che accade in Parlamento si riflette poi anche sulle amministrazioni locali, nei consigli comunali, nelle nomine di Enti grandi o piccoli che siano, un cattivo esempio che invade e non propone. In Italia, in tutte le latitudini, ormai sembra che ci sia la caccia alla “poltrona”, i meriti di ricercatori, uomini colti in economia, nelle finanze etc., sembra che siano diventati carta straccia, siamo in un degrado globalizzato e non si sa come uscirne.
Stanno cercando in tutti i modi di nascondere, o perlomeno di attenuare, la vergogna di quello che stanno facendo e brigando. Conte, uomo buono per tutte le stagioni, è disperatamente a caccia – tra offerte e lusinghe – di “responsabili”, ribattezzati ridicolmente “costruttori” per tentare di nobilitarli, pur di salvare in extremis la sua poltronissima. È pronto a distribuire nuove prebende, segretarie e auto blu. Vanno benissimo tutti, non importa se vecchi arnesi della politica politicata e “marchettari” incalliti.
Si baratta tutto nel segno del “do ut des”. E il Pd che fa? Non pervenuto! L’uomo della strada invece immagina un’altra Politica: silenziosa, concreta, educata, credibile, meritocratica e competente. La caccia alla poltrona è nemica del “fare”. Salvatore Giacalone