“Un punta di Sal”. Mazara, l’argilla e le ceramiche: storie di ieri e di oggi

Dai nuovi giovani talenti della “Casa Comunità Speranza” un viaggio a ritroso in una tradizione antichissima della Città

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
03 Luglio 2022 10:33
“Un punta di Sal”. Mazara, l’argilla e le ceramiche: storie di ieri e di oggi

Le fornaci, l’argilla e la ceramica. E nasce una nuova generazione di piccoli artisti. La terrazza di Casa della Comunità Speranza di Mazara, in via Pescatori, accoglie ogni tipo di laboratorio. E, in questi mesi, si è trasformata in un’officina creativa per la lavorazione dell’argilla, grazie al progetto “Dai Sogni ai Bisogni”. L’architetta e ceramista Maria Grosso ha preparato un grembiule per ciascun ragazzo e ragazza. Così, vestiti in maniera professionale, vengono inseriti nel fantastico mondo della ceramica: fredda, morbida, viscida. Il primo impatto con l’argilla dà sensazioni diverse a ciascuno, e soltanto lavorandola con calma e passione ne hanno scoperto la bellezza! La storia della ceramica è molto antica e ad ogni incontro i ragazzi e le ragazze scoprono sempre nuove tecniche di lavorazione, come lastra e colombino e nuovi e curiosi attrezzi del mestiere ricavati anche dal riutilizzo di tappi, contenitori e altri materiali.

E’ un ritorno al passato delle nuove generazioni anche se, negli ultimi dieci anni, la ceramica è ritornata in auge, promossa da Hajto, cioè dall’ex sindaco Nicola Cristaldi. “A Mazara del Vallo – dice il professore Giacomo Cuttone - la tradizione della lavorazione dell’argilla e della decorazione ceramica è stata una tradizione, nei secoli, sicuramente interrotta; una tradizione che inizia da quando l’uomo ha imparato a dominare l’acqua, la terra, l’aria e il fuoco.

Testimonianze archeologiche – continua Cuttone - ci riportano all’Eneolitico o all’Età del Rame (Terzo Millennio a. C. ,5500 anni fa): nelle 47 tombe scoperte nel pianoro di Roccazzo, infatti, sono stati rinvenuti vasi che costituivano parte del loro arredo, vasi che oggi sono esposti presso il Museo “Mirabilia Urbis” (ex Chiesa di S. Bartolomeo), insieme ad altri reperti che includono esemplari di ceramica corinzia e ceramica attica. Nell’XI secolo a.C. si hanno i primi contatti con i Fenici che fondarono un emporio, con stabilimenti e depositi permanenti, come testimoniato dai vasi, vetri e monete di origine fenicia ritrovati tra la foce del Mazaro e Capo Feto.

Altri resti della presenza fenicia a Mazara si hanno negli scavi nel Palazzo dei Cavalieri di Malta. Durante il periodo greco-selinuntino la città divenne un centro urbano organizzato, un fiorente emporio di Selinunte”.

Altre testimonianze archeologiche di scavi e campagne di ricerca, che si sono svolte nelle acque antistanti la costa di Mazara del Vallo, sono esposte presso il Museo del Satiro (anfore da trasporto di epoca arcaica, classica, ellenistica, punica, romana e medievale). Alcune ceramiche sono state realizzate da Hajto e dalla figlia Francesca, che sono state donate al Comune. "Dal mio insediamento di dieci anni fa - afferma Cristaldi - è stato iniziato un lavoro di recupero delle principali vie e piazze del centro storico, cercando di eliminare il degrado causato da immobili fatiscenti per la mancanza di manutenzione".

Poi spiega: "La stragrande maggioranza di questi immobili è di proprietà di gente povera ed è per questo che si è ricorso all'espediente della collocazione di pannelli artistici di ceramica che può sembrare soltanto edonistico, ma non è così, perché senza quel pannello noi non potremmo intervenire su quella casa. La realizzazione di questo arredo, che in questo caso è legato alla ceramica, con l'autorizzazione del proprietario, mi consente nello stesso tempo di ripristinare tutta la parete che altrimenti il proprietario non avrebbe avuto la possibilità di fare.

Senza uno strumento di questo genere noi il centro storico non potremmo mai risanarlo".

Il tema dominante delle ceramiche decorative della città è quello dell'integrazione, unito ad alcuni aspetti della storia e della vita quotidiana mazarese. “La ceramica, in Sicilia – spiega il professore Cuttone - fa la sua comparsa nel VI millennio a.C. e si sviluppa, via via, in tutti i centri dell’Isola.I maggiori centri di produzione ceramica, ancora oggi, sicuramente sono Caltagirone, Sciacca, Burgio, Erice e Santo Stefano di Camastra ma, anche, Collesano e Patti.Il periodo punico e romano, oltre a lasciarci sarcofagi, lapidi funerarie, mosaici e ville, ci ha lasciato alcune urne cinerarie in terracotta.Se, poi, ci rechiamo presso la Galleria Regionale di Sicilia di Palazzo Abatellis a Palermo, possiamo ammirare un vaso arabo del XII- XIV sec., proveniente dal Santuario della Madonna del Paradiso di Mazara.

Il vaso è di terracotta smaltata, fornito di anse e terminante “a punta” come le anfore antiche. Costituisce un pregevolissimo esempio per qualità e dimensioni di ceramica dipinta a lustro metallico (lozadorada), particolare tecnica di decorazione che prevedeva un’attenta e difficile cottura. Un altro vaso “Alhambra” si trova all’Istituto Valencia de Don Juan di Madrid, conosciuto come “Jarrón de OSMA”. I due vasi appartenevano ai Burgio e, probabilmente, entrambi si trovavano nel Baglio della Gazzera.Questo tipo di anfore erano destinate ad arredare delle nicchie appositamente preparate nel palazzo dell’Alhambra.Gli scavi eseguiti nella via Tenente Gaspare Romano hanno certificato la presenza di un grande laboratorio di ceramica siculo-musulmana; altra antica fornace è stata recentemente individuata nell’area interna al Complesso Corridoni”.

Nella seconda metà dell’Ottocento nascono, all’ingresso della Città (nella zona denominata “Mulinu a ventu”), “li stazzuna” (deformazione fonetica della parola “stagione”), luoghi (vedi foto di copertina tratta dal blog “Mazara Forever”) destinati alla lavorazione di vasi, tegole, anfore d’argilla con metodi tradizionali; “stazzuna” perché, appunto, la lavorazione dell’argilla era stagionale e avveniva, per facilitarne l’essiccamento, nel periodo estivo.

Bisogna aspettare gli anni ’70 del Novecento, per poter ammirare pannelli scultorei in ceramica collocati nelle scuole cittadine, in istituti bancari, chiese, cappelle gentilizie e case private realizzate da Vito Gallo, il primo artista ad utilizzare in modo originale e moderno le possibilità creative di questa tecnica.Negli anni ’80 nasce in Città la prima bottega di ceramica artistica, quella di Rosa Signorello e, negli ultimi anni, grazie ai diversi laboratori didattici realizzati dalle scuole cittadine (attraverso l’utilizzo di fondi europei), associazioni e, soprattutto, dall’Istituto Regionale d’Arte (oggi Liceo Artistico) di Mazara del Vallo, hanno preso luce altri laboratori.

Dal 2009 ad oggi, grazie al lavoro di risanamento del Centro Storico della Città (la cosiddetta “Casbah”) intrapreso dall’Amministrazione Comunale di Cristaldi anfore, panchine e pannelli in ceramica – che recano poesie, diciture e disegni – arredano i vicoli, gli slarghi e le pareti dei cortili e delle abitazioni. Sono opere di artisti contemporanei, non solo mazaresi, che rievocano a volte i linguaggi della decorazione ceramica siciliana tradizionale, altre volte rimandano a codici espressivi propri dell’arte moderna e contemporanea.

Ed ora arrivano i giovani talenti della “Casa Comunità Speranza”.

Salvatore Giacalone

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza