Ultime della sera: “Una lunga e felice fila di respiri spezzati...”

Una riflessione offerta ai ragazzi e agli adulti

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
24 Luglio 2021 18:30
Ultime della sera: “Una lunga e felice fila di respiri spezzati...”

Li vedo, per strada, sui muretti o sotto le tende al mare, sulle scalinate delle chiese chiuse, oltre i cancelli dei villini presi in affitto, sulla sedia al di là della scrivania che è ponte di contatto, distanza di sicurezza e certezza di vicinanza.

Li vedo, i ragazzi. Occhi spalancati sul mondo o chiusi davanti ad uno specchio, entusiasti e spaventati, gravidi delle aspettative dei genitori, illusi e disillusi.

“Io so già esattamente cosa voglio”, “ io non ho ancora capito niente, e vado a tentoni come cieco fra gli ostacoli”.

Li vedo, innestati ai loro cellulari, come pazienti ipossici avvinghiati alle loro bombole d’ossigeno, arrampicati ai capelli di mille colori e graffiati di disegni sulla pelle, aggrappati alle visualizzazioni, con unghia da fiere sopra unghia rosicchiate.

Li vedo, cercare modelli da seguire fra i cartoni animati e maestri affascinanti, fra gli youtubers di grido, o rinchiudersi nelle stanze che sono celle di sopravvivenza, fare grandi sogni e disperarsi per un no. Belli e forti e si sentono brutti e fragili, sempre inadeguati, inconsapevoli delle proprie possibilità o montati e gonfiati solo per soddisfare le ambizioni degli altri.

Li vedo avvolgersi nelle bandiere dei grandi ideali, improvvisare canzoni per strada, zappare nelle terre della legalità, e piangere per una delusione d’amore, e arrovellarsi la mente e l’anima per non saper rispondere alla domanda di sempre: chi, cosa sono?

Li vedo e li ascolto, e mi imbatto in improvvise ed insperate profondità e in desolanti deserti e mi chiedo se noi abbiamo fatto davvero tutto quello che avremmo potuto fare, se lo stiamo facendo ancora o se ci siamo fermati a noi, alle nostre ambizioni e alle nostre paure.

Li lasciamo andare perché è questo che fa un padre, è questo che fa una madre, è questo che fa una generazione quando un’altra si fa strada: li lascia andare, ma dove, ma come?

Non possiamo vivere la loro vita, ma possiamo equipaggiarli perché la attraversino in maggiore sicurezza. A cominciare dalla nostra prima e più grande responsabilità: testimoniare cosa è bene e cosa è male, amandoli.

Molti di loro partiranno per l’università fra poche settimane, alcuni aspettano quel giorno come il giorno delle catene spezzate, altri lo temono come uccelli implumi al primo volo. E lo stesso è stato per molti di noi. Altri ancora rimarranno nelle loro case, e tutti dovranno inventare un futuro non facile.

Se servisse, vorrei dire a loro quello che ancora dico ai miei figli e a me stessa:

Il vostro tempo, che oggi sembra eterno, è un bene prezioso. Non sprecatelo a seguire i cattivi esempi degli adulti che litigano come galli nel pollaio, che puntano il dito come una spada, che non si mettono mai in discussione. Non date loro credito quando si ergono su piedistalli di cartone a criticare tutto e tutti, quando “hai messo un’altalena? A noi serve un lampione e hai messo un lampione? A noi serve l’altalena!” e fanno dell’insulto il loro stile di vita. Non li seguite quando parlano di un Dio a loro immagine e somiglianza. Non sprecate tempo ad ascoltare le inaudibili ragioni che sostengono per motivare la giustizia fai da te, la superiorità del colore della pelle, il diritto del più forte. Non credete a chi vi dice che quando le donne dicono di no, stanno dicendo sì. Se dicono no, è no.

Usatelo invece per conoscere bellezza e cultura, per seguire quelle persone silenziose che costruiscono con pazienza e tenacia sentieri di pace, che si mettono al servizio degli altri, che valorizzano il patrimonio culturale e ambientale per condividerlo, non per sequestrarlo. Che si indignano per l’ingiustizia e operano per la giustizia. Che si impegnano in prima persona e non fuggono. Che ammettono di sbagliare, che cadono e si rialzano, che pretendono da se stessi più che dagli altri, che trovato un limite, provano a superarlo, che sono capaci di riconoscere una costellazione anche nel cielo più scuro, che conoscono parole per dire l’amore perché conoscono l’amore più delle parole, che ci mettono la faccia per difendere ciò in cui credono, che accettano il rischio di perdere la propria vita, perché altri la guadagnino.

Lo so, non sempre e non tutti, vi rendiamo un buon servizio: mentre vi insegniamo a non dire bugie, mentiamo; mentre vi insegniamo il segno della croce, crocifiggiamo l’umanità, mentre pretendiamo la vostra lealtà, vi inganniamo, mentre vi predichiamo la fedeltà, tradiamo l’amore, i valori, la Costituzione, la buona fede degli altri. Vi diciamo di piantare fiori, mentre avveleniamo fiumi e mari, vi esortiamo a fare la pace mentre vendiamo armi di guerra.

Ma ancora una volta, dimostrateci di essere migliori: abbiate l’intelligenza di cogliere la bellezza del bene, la forza vitale della gioia, il mistero della fantastica avventura della vita.

E se è vero, come qualcuno ha detto, che la vita non si misura dal numero di respiri ma dal numero delle volte in cui il respiro ci si è spezzato in gola, vi auguro (e ancora auguro a noi adulti) una fila di momenti di respiri spezzati. Per amore, per paura, per dolore, per bellezza. Vi (ci) auguro, l’emozione dello stupore, la meraviglia del miracolo della vita.

Vi (ci) auguro di trovare una canzone per ogni momento di tristezza, una spalla su cui appoggiarvi nei momenti di stanchezza, una pagina bianca su cui scrivere, una strada per ogni passo, una matita colorata per ogni giorno grigio, un abbraccio per ogni solitudine, una pila di libri sul comodino e una dispensa piena di fantasia, una famiglia che vi aspetti, una seconda possibilità per ogni fallimento, uno sguardo d’amore dentro cui precipitare.

E mentre vi auguro di costruire una lunga memoria di respiri spezzati, annodo i miei: sono tanti e non sono finiti. Per tutti, sono grata alla vita.

di Maria LISMA

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

Per contatti, suggerimenti, articoli e altro scrivete a: amicidipenna2020@gmail.com

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