Ultime della sera: "Fiori e colori, tripudio di rinascita e libertà"

In alcune parti del creato ad oggi la primavera non è pronta a spuntare

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
16 Marzo 2022 19:00
Ultime della sera:

Manca davvero poco alla primavera, ci distaccano solamente cinque giorni da un giorno davvero speciale, un giorno dove il cupore e le tenebre si trasformano in un vulcano di colori. Già nella mitologia greca si raffigurava questa rinascita attraverso il mito di Persefone, moglie di Ade, che nelle stagioni fredde restava negli Inferi con il compito di regina dell'oltretomba. All'arrivo della primavera Persefone tornava sulla Terra per andare dalla madre Demetra e al suo passaggio faceva rifiorire piante e fiori.

La primavera non possiede solamente un cambiamento fisico sotto il punto di vista floreale piuttosto che meteorologico ma impone a tutti un cambiamento mentale. Le belle giornate, il sole, il profumo dei fiori trasmettono una gioia di vivere non indifferente e da sempre la Primavera è un grande segno di rinascita, di nuova vita, di libertà.

Molte sono le metafore fatte negli anni sulla nascita di nuovi fiori.

Quest'anno ho la vaga sensazione che sarà una primavera un po diversa. Una guerra folle, senza alcun senso da parte della Russia, sta colpendo il territorio Ucraino radendo al suolo molte località dove in questa primavera non crescerà più neanche un fiore. La nuova vita, la libertà e la rinascita rappresentata dalla primavera, a maggior ragione dopo una Pandemia mondiale, agli Ucraini è stata negata. Nei cieli di Kiev piuttosto che di Odessa piuttosto che di tutta l'Ucraina le belle giornate non serviranno a colorare delle vite o dei viali.

La natura non va intesa soltanto come un fiore che sboccia piuttosto che come una foglia che ritorna verde ma la concezione del termine dovrebbe partire dal fatto che natura significa “creato”.

A spiegare bene l'importanza della salvaguardia del creato, composto non solo da piante e fiori ma anche da vite umane, è proprio Papa Francesco nella recente enciclica di appena qualche anno fa: “Laudato sii”.

«Laudato si’, mi’ Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba».

Nei sei capitoli dell’Enciclica, il Papa evidenzia che la nostra terra, maltrattata e saccheggiata, richiede una “conversione ecologica”, un “cambiamento di rotta” affinché l’uomo si assuma la responsabilità di un impegno per “la cura della casa comune”. Impegno che include anche lo sradicamento della miseria, l’attenzione per i poveri, l’accesso equo, per tutti, alle risorse del Pianeta.

Proprio a proposito di ambiente e salvaguardia del creato, più di cinquant’anni fa, mentre il mondo vacillava sull’orlo di una crisi nucleare, il santo Papa Giovanni XXIII scrisse un’Enciclica con la quale non si limitò solamente a respingere la guerra, bensì volle trasmettere una proposta di pace. Diresse il suo messaggio Pacem in terris a tutto il “mondo cattolico”, ma aggiungeva “e a tutti gli uomini di buona volontà”. Come scritto da Papa Francesco nella lettera apostolica, “adesso, di fronte al deterioramento globale dell’ambiente, voglio rivolgermi a ogni persona che abita questo pianeta”. Continua, “la sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare.”

Godiamoci questa primavera che sta arrivando, non lasciamoci frenare da nulla ma questi colori e questa gioia ci faccia riflettere tanto, in primis su chi purtroppo a causa della guerra non avrà tra le strade un tripudio di colori ed in secundis sul fatto che, per causa nostra un giorno, più tardi che mai, sul creato potrebbe non esserci più una nuova primavera e potrebbe non sbocciare più un fiore colorato per rallegrare i nostri animi. 

di Roberto MARRONE

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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