Ultime della sera: “Lettera a Dino Levi”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
27 Gennaio 2021 19:28
Ultime della sera: “Lettera a Dino Levi”

di Corrado SANSONE   Caro Dino, è da quel maledetto 17 Luglio 2018 che mi manchi. Mi mancano le conversazioni nel tuo ufficio al CNR di Mazara, mi mancano le tue lezioni su l’Ebraismo sul significato di essere “ebreo” e per giunta  un ebreo filo palestinese! Fosti tu a spiegarmi la “storia” e forse “storiella” delle 12 Tribù di Israele e mi regalasti la fotocopia di un tuo libro allora introvabile di Koestler, “La tredicesima tribù” che gelosamente conservo ancora tra i miei testi.

Con te commemorammo agli inizi del 2000 la prima istituzione del Giorno della Memoria all’Istituto Commerciale grazie all’interessamento della Prof.ssa Francesca Incandela. Non ricordo più per quanto tempo parlai ma ricordo però ancora benissimo come esordii. Chiesi agli allievi di definirmi Hitler con un solo aggettivo e mentre tutti si scatenavano con le più esecrabili definizioni una ragazzina alzò la mano dicendo flebilmente e timidamente “normale”. L’uditorio si zittì ed io esplosi con uno stentoreo BRAVA.

Oggi provocatoriamente mi sento di “ringraziare” questa pandemia che non ha permesso commemorazioni collettive in quanto considero inutili e fuorvianti questi convegni per i princìpi sui quali essi si basano poiché ancora oggi ci si ostina a porsi sempre le solite stupide domande: Perché? Come mai tutto ciò è potuto accadere? Già il solo fatto di porsi interrogativi così inutili implica per forza di cose la ricerca di un’attenuante! Attenzione, me le sono poste anche io e l’unica risposta che mi sono dato è quella che un popolo intero fosse d’accordo e cosa ancora più grave fosse perfettamente a conoscenza di quanto stava accadendo.

Del resto come si pretende che i tedeschi di allora non  sapessero nulla se in tutto il Reich tra campi di raccolta, lavoro, concentramento e sterminio il loro numero era di circa 700  “riforniti” con svizzera precisione da un ineccepibile servizio ferroviario grazie all’ingegno organizzativo di  Adolf Eichmann. Come sappiamo i treni si fermavano nelle stazioni per rifornirsi e le urla ed il fetore dei vagoni piombati era avvertito da tutti. Ecco sta qui per me la vera risposta e cioè nella complicità quasi totale di un popolo.

Nell’introvabile libro di Telford Taylor “Anatomia dei processi di Norimberga” all’inizio di esso vengono poste due questioni principali; quali capi di imputazione scegliere e chi processare. Questioni non di poco considerato che il “crimine contro l’umanità” ancora non era contemplato e sul chi processare a parte i gerarchi alcuni avanzarono la proposta anche di mettere sotto accusa la Germania stessa. Opzione “ahimè” non percorribile in quanto la responsabilità è solo personale e non attribuibile ad alcuna entità giuridica.

L’ideale oggi sarebbe come sostiene Elena Loewenthal in un suo breve saggio, l’oblio su questa vicenda ma l’oblio generato da una Memoria acquisita in maniera totale e moralmente scontata da parte di tutti. Utopia lo so. Specialmente in questi tempi di crescente suprematismo.   Caro Dino, adesso ti lascio in pace lasciandoti fumare il tuo Toscano chissà dove ma sappi che quando passeggio in riva al tuo mare non perdo mai l’occasione di raccogliere un sasso per lanciarglielo.

Shalom.   La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna. Per contatti, suggerimenti, articoli e altro scrivete a: amicidipenna2020@gmail.com

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza