La scorsa volta vi ho parlato della terza edizione di Milano Digital Week (interamente online) e di come un evento mainstream con quasi 600 eventi gratuiti e 200m speaker, organizzato dal Comune di Milano, abbia inserito all'interno del suo palinsesto persone e tematiche legate a stretto filo con l'etica pubblica, la generatività, l'innovazione sociale e la rigenerazione di comunità e luoghi. Questo credo sia un segnale. Credo davvero sia un buon segnale di un percorso virtuoso verso un cambiamento voluto da tutte e tutti, perché fa bene a tutte e tutti.
Ci saranno altri eventi di questo tenore - sia fisici che digitali - ma ormai la strada è tracciata e nessuno potrà tirarsi indietro dall'affrontare gli argomenti che più premono la nostra società. Dall'ambiente all'economia al lavoro, in un'ottica generativa e comunitaria. A tal proposito, ha suscitato un vivace dibattito pubblico l'uscita dell'ultimo saggio di Thomas Piketty - economista francese di fama mondiale - seguita da varie interviste e webinar nel panorama culturale anche italiano.
La proposta di Piketty è nuova e radicale: unire un "socialismo partecipativo" (come lui lo definisce) a riforme fiscali progressive e reddito di base. Non è questo il luogo per entrare nel merito, anche tecnico, della questione. Sottolineiamo invece, con piacere, il fatto che intellettuali di grande prestigio e risonanza non abbiano più timore a elargire idee rivoluzionarie, forti e coraggiose. Perché se vogliamo riprenderci in mano il nostro Futuro, così dovremo essere anche noi: forti, coraggiosi, rivoluzionari.
Alessandro Isidoro Re