Ultime della sera: “Il solstizio d’estate”

Tradizioni e riti della notte di San Giovanni

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
24 Giugno 2021 18:30
Ultime della sera: “Il solstizio d’estate”

Il 21 giugno il sole è entrato nel segno del Cancro.

In questo segno il sole raggiunge la sua più alta declinazione positiva sull’orizzonte: lo Zenit.

È il solstizio d’estate!

Nella tradizione romana le feste solstiziali sono dedicate a Giano bifronte e sono state trasformate nelle feste dei due Giovanni: l’Evangelista per il solstizio d’inverno e il Battista per quello d’estate.

Nell'antica Roma le feste solstiziali erano dedicate a Giano bifronte, protettore delle porte e dei passaggi. Giano è bifronte, indica un passaggio: iil solstizio d'estate evidenzia da un lato il punto massimo del sole allo Zenith dall’altro, però, è anche il punto d'inizio della sua fase calante.

Nella tradizione cristiana i due Giovanni impersonano le funzioni di Cristo che ha in mano le chiavi delle due porte: la porta degli uomini e la porta degli dei. Così il Battista ci introduce nell’oscurità, mentre l’Evangelista ci porta verso la luce.

Nella tradizione celtica, invece si celebra la Festa delle nozze del Sole con la Luna.

Ecco perché il 24 giugno è anche considerata la data più propizia per i matrimoni.

Il 24 giugno è una la data che porta amore, proprio perché unisce il Sole e la Luna, simboli del maschile e del femminile.

Molti sono infatti i sono i rituali sparsi nelle varie tradizioni in tutta Italia per le ragazze senza fidanzato che possono provare a eseguire esattamente a mezzanotte, per poter prevedere il proprio futuro sentimentale.

Un’usanza, ad esempio, è quella di raccogliere un cardo e bruciacchiarlo, nasconderlo in una fenditura del muro e aspettare la mattina seguente. Se il cardo è diventato verde e fresco come appena colto, vorrà dire che ci si innamorerà felicemente corrisposte entro l’anno.

Un’altra usanza è quella delle 3 fave. Cosa bisogna fare?

A mezzanotte, prendere tre fave: alla prima togliere completamente la buccia, alla seconda togliere la metà della buccia, e alla terza lasciarla intatta. Poi bisogna incartare le tre fave come se fossero caramelle con tre carte identiche, metterle sotto il cuscino e dormirci sopra.

Il mattino dopo se ne deve pescare una a caso:

- se la buccia è intera vuol dire che s’incontrerà un marito ricco

- con mezza buccia il marito sarà solo benestante;

- se si pesca quella senza buccia il futuro marito sarà povero.

L’importante è sempre che arrivi l’amore, no?

In certe zone invece le ragazze, prima di addormentarsi, pregano San Giovanni di mostrare loro in sogno il volto del futuro compagno; in altre tradizioni ancora, si dice che se una ragazza a mezzanotte si guarderà allo specchio, vedrà riflesso accanto al suo volto quello del suo lui.

La notte di san Giovanni, insomma, è una notte magica. Ma non è finita qui!

Nelle tradizioni padane, oltre mangiare i tortelli di erbette, si dice che bisogna “prendere la rugiada” perché ha un potere trasformativo.

Si dice che rotolarsi nell’erba bagnata proprio nella notte di San Giovanni renderà il fisico scattante, vigoroso ed attraente.

Inoltre in queste zone si raccolgono i malli delle noci acerbe da mettere sotto spirito, per fare il liquore, il famoso nocino, che verrà bevuto nel solstizio d’inverno, la festa dell’altro san Giovanni, l’Evangelista.

Secondo le tradizioni della fitoterapia bisogna uscire a mezzanotte per raccogliere delle erbe curative, come la lavanda e l’iperico, detta per l’appunto, erba di san Giovanni.

L’iperico, è considerata una pianta quasi miracolosa, proprio perché ha diversi usi, soprattutto per i problemi della pelle e le infiammazioni.

L’iperico è anche noto come anti depressivo naturale.

Nella notte tra il 23 ed il 24 giugno anche altre erbe raccolte e bagnate di rugiada diventano prodigiose:

Infatti secondo un proverbio “Chi non prende aglio a San Giovanni, è povero tutto l’anno”.

Nella notte di San Giovanni Battista, tra il 23 e il 24, si mettono insieme tutte queste tradizioni: quella celtica, quella latina e quella cristiana.

La notte di San Giovanni è resa ancor più magica dai fuochi, che si accendono in tutta Europa.

Questa tradizione è antichissima. Si dice che sia stata tramandata addirittura dai Fenici che adoravano il dio Moloch, citato nell’Antico Testamento.

I fuochi di san Giovanni si celebrano persino in Sardegna.

I festeggiamenti si aprono il 21 giugno con “is lampadas” o “is fogaronis” e si chiudono il 29 giugno con la festa dei Santi Pietro e Paolo.

Anche in Sicilia si festeggia san Giovanni, in particolare a Ragusa, a Castelbuono e a Marsala.

Persino Giovanni Lindo Ferretti celebra i fuochi di san Giovanni, nella canzone Fuochi nelle notte di San Giovanni

“Ma non tacciono i canti e si muove la danza

Quietami i pensieri e il canto

E in questa veglia pacificami il cuore

Così vanno le cose, così devono andare

Così vanno le cose, così devono andare”

Le feste solstiziali sono molto antiche. Si ritiene che i complessi megalitici, come Stonehenge e altri sparsi in tutta Europa, siano dei veri e propri osservatori astronomici, in asse con il sorgere del sole al solstizio estivo.

Oltre al fuoco l’altro elemento del solstizio è l’acqua, in particolare quella della rugiada, raccolta in una bacinella insieme a fiori, erbe e aromi, che porta fortuna, salute e amore. Ricorda l’acqua di purificazione del fiume Giordano.

La celebrazione di questi rituali indica in ogni caso un tempo di sosta, un tempo per ritrovarsi e soprattutto per rinascere nella luce del sole e dell’estate!

Comunque lo festeggiate, buon solstizio d’estate a tutti!

di Saveria ALBANESE

La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

Per contatti, suggerimenti, articoli e altro scrivete a: amicidipenna2020@gmail.com

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