Ultime della sera: “Il Metodo”

Come si organizzano i tavoli quando bisogna organizzare un tavolo

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
15 Ottobre 2021 19:00
Ultime della sera: “Il Metodo”

Se dovessi consigliare un film appena uscito me ne verrebbe in mente subito uno: Oslo. Non ne ricordo né il regista né gli attori protagonisti, comunque semi sconosciuti. Solo il produttore, l'immenso Spielberg che, come ben sapete, ultimamente privilegia soggetti legati alla questione ebraica, sotto diverse angolazioni: l'olocausto, con the Schindler list o la reazione al terrorismo palestinese, in Munich. E così pure in Oslo, dal momento che la capitale norvegese ospitò, all'inizio degli anni '90, dei colloqui informali tra Israele ed OLP che si rivelarono molto più decisivi e fruttuosi di quelli ufficiali che si tenevano a Washington contemporaneamente. Il film racconta proprio i dettagli dell'organizzazione di tali colloqui, e risulta gustosissimo, a volte nel vero senso della parola, per esempio laddove, in una delle scene più critiche, essendo i colloqui sempre sul punto di saltare (non fidandosi minimamente le parti l'una dall'altra) la situazione sarà risolta da un gustosissimo waffel ai frutti di bosco.

Perché il metodo scelto dagli ospitanti, il presidente di un centro studi internazionali norvegese non governativo e la moglie, sottosegretario agli esteri del governo di Oslo, si rivelerà vincente, consistendo in una netta separazione, in senso fisico, dei negoziatori, in quanto tali, rispetto ai medesimi soggetti fisici al di fuori delle trattative: "là dentro potrete discutere, trattare o.... peggio, ma, qui, in questa stanza, pranzeremo insieme, fumeremo e berremo insieme, parlando di noi e delle nostre famiglie".

E mi si scuserà l'indispensabile spoilerata. Che qui si ferma non volendo rovinare la visione del film a chiunque voglia vederlo. Anche se si comprenderà quanto l'atmosfera di una villa isolata nella tundra norvegese si rivelerà favorevole all'abbattimento delle distanze personali, stimolando il desiderio di pervenire ad una soluzione non sotto la pressione della parte che si rappresenta, ma perché verrà sempre più difficile contrariare una controparte che sempre più amica sul piano personale.

E di cui si comincia a comprendere il punto di vista, opposto al proprio. Non so quanto l'escamotage raccontato in questo film risulterà originale al pubblico mondiale. Io l'ho trovato gustosissimo, ma non sorprendente, perché fosse ancora vivo, il compianto Giovanni Tumbiolo ne rivendicherebbe, immagino, i diritti di autore. Le sue mitiche trattative che risolvevano questioni apparentemente insolubili si svolgevano più o meno così. Ho avuto la fortuna di ascoltare spesso i suoi racconti, nell'ambito di conversazioni amichevoli in cui si divagava parecchio e, naturalmente, non si entrava in dettagli.

Però ricordo che una volta disse: "ho visto all'opera negoziatori di tutti i Paesi...ma noi italiani siamo diversi". Non ho potuto fare a meno di pensarci laddove, nel film, di fronte all'ennesimo scoglio ed alla perplessità della moglie di fronte alla soluzione proposta dal marito, questi l'apostroferà dicendole: "non essere così... norvegese!". E con questo ho veramente finito con gli spoiler.

di Danilo MARINO

La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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