Ultime della sera: “Il coraggio di una bambina”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
11 Settembre 2020 19:50
Ultime della sera: “Il coraggio di una bambina”

Vorrei parlare di un anno scolastico un po’ particolare. Non quello che ci accingiamo a vivere a causa del Covid 19 non ancora sconfitto, ma quello vissuto da una bimba di sei anni, Ruby Bridges, a New Orleans, nel 1960. Ruby era stata ammessa alla William Frantz Elementary fino ad allora frequentata da bambini bianchi. Il 14 novembre, il primo giorno di scuola, fu accompagnata da quattro poliziotti, passando attraverso una folla che le urlava contro. Quel giorno, quella bambina cambiò la storia con un coraggio  singolare.

Chissà cosa avrà pensato guardando la folla inferocita e vedendosi sfiorare da oggetti lanciati contro di lei! Un giorno affermò che le sembrava Carnevale, con la sincerità propria dei bambini  Il vice sceriffo Burks disse di lei  “Non ha mai pianto, né piagnucolato e tutti noi eravamo stupiti e orgogliosi del suo incredibile coraggio”. Ruby quel giorno entrò in un’aula vuota ed ebbe una sola maestra ( l’unica che si rese disponibile ad insegnare ad una bambina nera ), la signora Barbara Henry.

L’odio nei suoi confronti e verso la sua famiglia fu tale che, per un anno, la bambina dovette mangiare soltanto il cibo portato da casa per evitare tentativi di avvelenamento. Il padre fu licenziato e il negozio di alimentari vicino casa rifiutò di vendere le provviste alla madre. Ruby non era l’unica bambina afroamericana ad aver superato il test di ammissione alla William Frantz Elementary, ma gli altri  preferirono non avere problemi e rimanere nella vecchia scuola oppure trasferirsi altrove.

Anche il padre di Ruby era riluttante per le minacce ricevute e le tensioni che si erano create intorno alla loro famiglia. Ci voleva molto coraggio per sfidare un sistema ben consolidato e fu la mamma di Ruby a decidere di fare questo passo e di farlo per tutti i bambini afroamericani. La separazione razziale era vietata per legge, ma ciò non bastava perché l’integrazione era ancora rifiutata dalla maggioranza. Un cartello davanti alla scuola portava la scritta assurda “L’integrazione è un peccato mortale”.

Fu molto difficile per Ruby recarsi ogni giorno a scuola in mezzo alle proteste e trovarsi poi in classe da sola, senza un solo compagno. I mesi passarono e dopo le vacanze di Natale, la bambina manifestò il suo disagio con incubi e mancanza di appetito. Oltre  agli insulti e al lancio di oggetti a cui la bambina si era abituata, un giorno accadde che una donna si presentò davanti alla scuola con una piccola bara e dentro una bambola di pezza nera. Fu terribile per Ruby e ciò le causò dei problemi.

A causa  del suo stato di salute psichica ebbe bisogno delle cure del dott. Coles, che si offrì di assisterla gratuitamente. Fu in seguito a questo episodio che alcune persone, tra cui il pastore Foreman, cambiarono atteggiamento  e misero fine al boicottaggio nei confronti di Ruby. Al secondo anno, così, le cose cambiarono e Ruby potè stare in classe con alcuni compagni. Ruby Bridges vive ancora a New Orleans ed è presidente della Fondazione Ruby Bridges da lei fondata per promuovere i valori della tolleranza e del rispetto.

  Josepha Billardello

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