Ultime della sera: “I nuovi ottomani”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
16 Luglio 2020 18:40
Ultime della sera: “I nuovi ottomani”

Mi assale sempre una grande tristezza quando entro in qualche edificio già adibito a culto, che magari ha visto nel tempo grande splendore e che ora si trova solo, trascurato, chiuso, decadente o, peggio ancora, riconvertito ad altra disparata destinazione (magazzino, bar, discoteca,  enoteca, B&B etc). Durante le mie escursioni turistiche mi è capitato davvero di vedere di tutto in proposito a conferma di come ormai sia diventato un vero problema per le diverse autorità ecclesiastiche mantenere un patrimonio immenso con risorse sempre più difficili da reperire.

La cosa veramente triste di ciò è che quando col pensiero mi immergo tra le volte, gli archi, pilastri, pulpiti e fregi di tutti questi edifici, sento riecheggiare nella mia mente le voci, i canti e la vita di coloro che nel tempo li hanno abitati e che con il loro servizio hanno dato gloria al Signore e alle genti che li frequentavano. Non che io sia del partito di coloro che approvino l’accumulo di beni e soprattutto da parte della Chiesa, ma giudico ogni dismissione sempre una sconfitta verso quel “nuovo” che avanza e che basa il suo operato sfruttando la debolezza altrui e soprattutto il bisogno di alienare qualcosa di ingombrante.

Cosi’ conventi, complessi, monasteri, edifici, pievi, cappelle etc. sono passate di mano cancellando secoli di storia per affrontare piani di sfruttamento economico che nella migliore delle ipotesi hanno cercato di conservare l’esteriorità e l’imponenza dei suddetti edifici. La crisi delle vocazioni e la sempre maggiore difficoltà di assicurare il culto in maniera diffusa nel territorio hanno certamente contribuito a questo fenomeno ma anche la sempre minore sensibilità religiosa e culturale della gente hanno determinato passaggi di mano effettuati in sordina senza che ci fossero interventi collettivi per acquisire porzioni di patrimonio e di storia che appartengono a tutti.

Senza contare tutti i capolavori artistici contenuti nei suddetti edifici che hanno arricchito le private collezioni o che sono finite per circolare tra dubbi mercanti. Una sconfitta dicevo; una sconfitta per tutti anche per i non credenti. In questi giorni la mia riflessione è stata stimolata anche da quanto sta accadendo a Istanbul per la Basilica di Santa Sofia per la quale Papa Francesco ha elevato il suo rammarico per la definitiva riconversione a moschea. Questo doloroso richiamo del pontefice deve fare riflettere molto seriamente il mondo occidentale, cattolico e liberista su come stiamo gestendo il patrimonio della nostra immensa cultura dove è diventato molto più semplice azzerare che preservare; riconvertire piuttosto che tutelare; alienare piuttosto che conservare con lo sforzo di tutti.

La storia, l’arte, la cultura, il paesaggio fanno parte di noi e di quanto ci ha generato.   Mare Calmo

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