Ultime della sera: “Bed & breakfast”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
24 Giugno 2020 18:48
Ultime della sera: “Bed & breakfast”

Ogni volta che prenoto un B & B, in  Patria od altrove, non posso fare a meno di ripensare alla prima volta che mi capitò di dormire in una struttura del  genere, e di ritenermi fortunato per aver vissuto situazioni che oggi, probabilmente, difficilmente si ripeterebbero. Ci fu un momento in cui il viaggio in Irlanda cominciò ad essere un ‘must’ soppiantando quello che era stato il viaggio a Londra, con la scusa, si capisce, di imparare o perfezionare l’inglese. Fu così che decidemmo di lasciare il nostro amato Shakabrà in pieno agosto per risalire, una volta sbarcati a Napoli, tutta la penisola, indi entrare in Francia per costeggiare tutto l’esagono, attraversare la Manica dalle parti di Omaha beach (una volta che c’eri che facevi, non la visitavi la zona dello sbarco?) ed, una volta in Inghilterra, percorrerne velocemente le contee meridionali  ( giusto una sosta di ¼ d’ora a Stonehenge) per giungere a Fishguard, un paesino gallese non più grande di Torretta Granitola, da dove imbarcarsi per l’isola di smeraldo.

Tutto in auto? Si capisce!! Ryanair, allora, era appena stata fondata ma nessuno immaginava che, anni dopo, tantissimi di noi avrebbero viaggiato su aerei irlandesi senza magari mai mettere piede in Irlanda. In compenso, l’auto ti offriva la possibilità di imbarcare quanto bagaglio volevi, compresa una tenda che, secondo uno di noi, che in Irlanda c’era già stato, avrebbe fatto benissimo al caso nostro di studenti squattrinati e vagabondi. Senonché, sbarcati a Rosslare, il nostro look era già mutato da agostano a novembrino: la temperatura si aggirava sui 5° gradi che, scoprimmo poi, era la temperatura media per tutto l’anno, sull’isola; in compenso non pioveva, ed era una vera fortuna: quando avvistammo le isole Aran, che stanno alla costa atlantica irlandese come le Egadi allo Stagnone, ci domandammo come mai la guida, sempre prodiga nell’indicare qualunque panorama, anche non eccelso, non ne facesse cenno: il motivo ce lo spiegò un passante, dicendoci che l’ultima volta che aveva smesso di piovere era stato giusto due anni prima! Altro che tenda, quindi, dovevamo salire di livello nelle opzioni; ma noi avevamo la guida.

Conservo ancor oggi l’abitudine di acquistare una guida prima di ogni viaggio; ottime quelle del Touring Club, salvo taluna che fece un po’ di confusione proprio dalle nostre parti in passato, piazzando Capo Feto una volta nel comune di Marsala, un’altra in quello di Castelvetrano; ma fu un’eccezione, lasciamo stare. In tempi in cui internet non esisteva ancora, erano indispensabili; ebbene, la guida ci diceva che in Irlanda si poteva alloggiare a modico prezzo presso i cosiddetti “Bed & Breakfast”: erano diffusissimi, a tariffa fissa di 8 sterline irlandesi a cranio, pari a 16.000 lire italiane, ed inclusa – udite udite!! la colazione, la ricca colazione britannica con cui avremmo potuto tirare fino a cena, saltando il pranzo; unica avvertenza, preferire quelli certificati dal Borthfail o-come-cavolo-si-chiamava, in gaelico, lingua ufficiale che nessuno parla, ma con cui tutto, in Irlanda, anzi in Eire, si scrive, l’Ufficio turistico.

E rintracciare un B & B approvato era facilissimo: bastava far caso ad un’insegna a forma di trifoglio, il simbolo nazionale, in bella vista su una staccionata o la facciata di una casa. Perché questo erano, ed ancor sono, i B & B in Irlanda: strutture ricettive assolutamente casalinghe. Si arrivava, si scendeva, si  suonava il campanello e:  “Good evening lady…is there a  room available for three people, please?” ( o, più sbrigativamente: Good evening…how much for a room this night for us?) La risposta, va da sè, fu sempre sì.

In Irlanda è pieno di B & B, praticamente chiunque ha una casa abbastanza grande e figli già abbastanza cresciuti, che hanno lasciato il nido liberando le loro stanze, avvia un pratica di certificazione con l’Ufficio del turismo per poter accogliere turisti; e le vicende familiari, nonostante l’abituale riservatezza anglo-sassone, finiscono sempre con l’essere oggetto di conversazione mattutina con i padroni di casa. Della prima breakfast in Irlanda conservo precisa memoria sia perché era una mattina di sole, sia perché la padrona di casa si affacciò chiedendo “tea or coffee?” ed, alla nostra unanime risposta “coffee” si ripresentò, un attimo dopo, con un bollitore pieno di caffè all’americana; come avesse fatto a preparare, istantaneamente, la nostra bevanda, appena scelta, fu subito chiaro: loro tengono sempre un bollitore ripieno di acqua bollente ove, all’occorrenza, gettano foglie di tè per il tè o sferette liofilizzate per il caffè ed, in ambedue casi, tutto sarà subito pronto.

E per quanto il bollitore, pur comodo, sia un articolo del tutto ignoto alle pur esorbitanti batterie da cucina italiche, pure la Alessi, la rinomata casa di design di Omegna, specializzata in casalinghi, ne ha  prodotti diversi, uno più bello dell’altro; ma se li godranno le massaie nordiche, sempre che li ricevano in regalo, considerato il costo proporzionato al loro valore artistico. A tutto questo penso ogni volta che prenoto un B & B, né mai ho potuto fare a meno di osservare, da quando la formula si è diffusa anche da noi ( come speravo), che non era esattamente la stessa cosa, dato che in Italia quasi mai i proprietari risiedono nello stesso edificio che comprende la struttura ricettiva e, molto spesso, ricorrono a personale apposito che si occupi dei clienti, non potendo farlo in prima persona.

E’ un peccato; ma siamo sicuri che ci sia poi tutta questa differenza? Che noi siciliani, in particolare, siamo poi così diversi dagli irlandesi? Non sarà solo che, da noi, per i figli non solo stanze si erano riservate, ma case intere, magari in sopraelevazione, oggi rimaste tristemente vuote, in mancanza di un avvenire assicurato in loco, e che ora si cerca di sfruttare diversamente? Del resto, anche in Irlanda, qualcosa è cambiato: oggi, se vuoi prenotare un B & B, ti basta andare sul sito ufficiale del turismo irlandese che ti rimanderà direttamente su ‘booking’; la poesia dell’andar per case a bussare si è persa, ma magari ora si traduce ‘poesia’ con ‘scocciatura’…le cose cambiano, ed il mondo va come deve andare.

Ma la garanzia di qualità della struttura ricettiva da parte dell’Autorità preposta, che oggi si chiama “Fàilte Ireland”, lì è rimasta, anzi si è evoluta: oggi i B & B vengono classificati in 4 categorie, da 2 a 5 stelle (per i B & B la stella unica non è contemplata ; ad ogni livello corrisponde una precisa tipologia, valutata su diversi parametri, a partire dalla disponibilità o meno di bagno privato in camera (sempre presente, comunque, dalle 3 stelle in su), la qualità degli effetti letterecci, della colazione, le dimensioni  stesse del bagno, la tempistica del check in e del check out e così via; il tutto, come allora, certificato da un apposito ‘signal’, che è sempre lo ‘shamrock’, il caratteristico trifoglio irlandese: comunicazione e trasparenza, rimangono essenziali per la loro cultura, non solo turistica, ed ad ogni tipologia corrisponde, naturalmente, una classe tariffaria, a partire, oggi, da 30 € con incrementi dai 3 ai 5 € man mano che si sale di livello.

Rispetto alle 8 sterline irlandesi dell’epoca del mio viaggio, saremmo nell’ordine del quadruplo, dato che la valuta locale dell’epoca vale quanto oggi l’euro; ma, allora, uno stipendio iniziale si aggirava sul milione di lire: al cambio di oggi sarebbero 500 €,  meno del reddito di cittadinanza, ma allora ci si campava non male. Mi sa che siamo ancora più o meno lì…devo ricordarmi di controllare quanto costano i B & B qui da noi; che nessuno ha ancora pensato, a mio parere, di certificarli come si deve,  contraddistinguendoli, magari con una bella trinacria, lo so già..

Danilo Marino

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza