Sant'Antonio Abate, donna sottraeva denaro a madri di piccoli pazienti

La 39enne era un'impiegata di un'impresa di pulizia

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
06 Maggio 2021 10:49
Sant'Antonio Abate, donna sottraeva denaro a madri di piccoli pazienti

Nei giorni scorsi, personale dell’Aliquota Polizia di Stato della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Trapani ha notificato nei confronti di L.G.V. una donna di 39 anni, l’Avviso della Conclusione delle Indagini Preliminari — art.415 bis c.p.p. - e contestuale Informazione di Garanzia - art.369 c.p.p. -art.369 bis c.p.p. - emessa dal sostituto Procuratore Dr.ssa Giulia Signaroldi. La giovane, dipendente di una ditta di pulizie, è stata indagata per il reato di furto aggravato e per indebito utilizzo di carte di credito e di pagamento, nei confronti di una pluralità di persone, per lo più mamme, che assistevano i figli minori ricoverati in due reparti presso il presidio ospedaliero “Sant'Antonio Abate” di Trapani.

L'attività d'indagine scaturita dalla segnalazione di una poliziotta che aveva il figlio ricoverato, nonché dalle denunce presentate dalle persone offese, condotta dall’Aliquota Polizia di Stato della Sezione di P.G., ha permesso di individuare ed accertare che L.G.V. da circa un anno, si era resa responsabile di furti di denaro che sottraeva dalle borse delle madri dei piccoli pazienti, custodite all’interno degli armadietti, dopo averle invitate ad uscire dalla stanza-degenza per effettuare le pulizie.

Il lavoro degli investigatori ha permesso inoltre di identificare numerose persone che, nel tempo, erano state derubate dal L.G.V., tra queste un infermiere, una dottoressa ed una addetta alle pulizie, collega dell’indagata, che riferivano particolari loro accaduti che riscontravano appieno quanto dichiarato dalle persone offese in ordine alle modalità di commissione dei fatti reato. E’ stato altresì accertato che, in una specifica circostanza, l'indagata ha utilizzato indebitamente, e nell’immediatezza, la carta bancomat che aveva asportato unitamente al borsellino della p.o., per effettuare una serie di operazioni, in particolare pagamenti di piccolo importo, a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro, presso farmacie, distributori di carburante, pasticcerie etc.

in modo da escludere la possibilità di dovere utilizzare il codice di sicurezza personale, cosiddetto “pin.” Per quanto accertato dalla Polizia Giudiziaria, il P.M. condividendone le risultanze, ha emesso il Provvedimento con il quale la Persona Sottoposta ad Indagini L.G.V. è stata avvisata della conclusione delle indagini preliminari.

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