Si è svolta ieri pomeriggio una seduta aperta del Consiglio comunale di Mazara del Vallo con questo ordine del giorno: “Problematiche inerenti la collocazione del ponte alternativo sul fiume Delia e soluzioni alternative per ridurre i disagi agli abitanti di C/da Bocca Arena”.
Era invitato alla seduta, oltre che consiglieri, giunta comunale e deputati, anche il Commissario del Libero Consorzio comunale di Trapani (che ha la competenza sulla questione), il dott. Raimondo Cerami, il quale però non ha partecipato nonostante la stessa seduta prevista per il 14 dicembre fosse stata spostata proprio per consentirne la partecipazione.
La questione del ponte sul fiume Arena è ormai ben nota e sta provocando dal 9 settembre, cioè quando l’ex Provincia decise la chiusura del ponte a seguito di un ispezione ad agosto, attestandone la pericolosità del ponte per la pubblica incolumità a causa del degrado per corrosione delle giunzioni saldate del ponte. A seguito di una gara di appalto espletata mesi fa, ed aggiudicata per circa 800mila euro, i lavori di manutenzione straordinaria del ponte sul fiume Arena sarebbero dovuti iniziare entro la fine di ottobre per la durata di 300 giorni (in questo intervallo la ditta esecutrice dei lavori ha preteso che il ponte fosse rimasto completamente chiuso); il ponte potrebbe riaprire, guarda caso, proprio alla vigilia delle elezioni Regionali.
Dalla chiusura del ponte si registrano notevoli disagi per i circa 3000 residenti del quartiere di Boccarena che sono costretti ad utilizzare un percorso alternativo, attraverso la SP66 (la via Margi) e la SS115 per raggiungere il resto della Città e viceversa per tornare nelle loro case; un percorso molto più lungo ma, soprattutto più pericoloso, considerate curve e lo stato della carreggiata della SP66 (dal passaggio a livello fino all’incrocio con la via Treviso) nonostante espletati alcuni lavori di manutenzione straordinaria da parte dell’ex Provincia.
A seguito di diversi incontri con cittadini residenti nel quartiere di Boccarena, alcuni riuniti in comitati, l’Amministrazione comunale, considerati i tempi indicati dall’ex Provincia, ha intrapreso un iter per la realizzazione di un ponte alternativo da finanziare grazie ad una variazione di bilancio, approvata ai primi di novembre da parte dello stesso Consiglio comunale, di circa 300mila euro provenienti da compensazioni e risparmi di spese correnti.
Lo scorso 26 novembre, attraverso una nostra diretta, moderata da Alessandro Culicchia, abbiamo ascoltato l’ing. Giuseppe Salvo, ben noto professionista mazarese, che ha illustrato il suo studio per un intervento alternativo al progetto dei lavori di manutenzione del ponte del fiume Arena da parte dell’ex Provincia; il tecnico mazarese ha studiato le carte ed il progetto dell’ex Provincia fornite da Sergio Tancredi.
L’ing. Salvo prima di entrare nel merito della questione fece una “doverosa” premessa: “si tratta un ponte di una robustezza fuori dal normale. Ho fatto dei rilievi e posso dire che dal punto di vista strutturale è perfetto negli elementi essenziali. Uniche incertezze tecniche-funzionali riguarderebbero le barre d’acciaio, pendini, dal diametro di 7 cm, che collegano gli archi con le travi principali; così come evidenziato dalla perizia, anch’essa eseguita dall’ing. Granata, dell’ex Provincia, sono ammalorate perché corrose e quindi a rischio di crollo”.
Secondo però lo stesso ing. Salvo questi pendini potrebbero sopportare ancora un maggiore sforzo, così il professionista mazarese sollevò seri dubbi sulla possibilità di tagliare questi pendini in trazione e sostituirli integralmente. Giuseppe Salvo propose invece una soluzione alternativa con l’inserimento di manicotti, squadre sagomate, in acciaio nei pendini ammalorati. Questa soluzione per l’ing. Salvo consentirebbe di eseguire i lavori di messa in sicurezza del ponte in pochi giorni e con costi molto minori rispetto a quelli preventivati e base d’asta della gara di appalto già espletata; ciò permetterebbe la riapertura dello stesso e il “ricongiungimento” del quartiere di Boccarena alla Città.
In quella stressa diretta Sergio Tancredi annunciò una riunione tecnica con rappresentanti dell’ex Provincia, tecnici e lo stesso progettista dei lavori del ponte sul fiume Arena per sottoporre alla loro attenzione tale soluzione alternativa. Infine Tancredi sottolineò “di non voler certo colpevolizzare nessuno” ma si domandò legittimamente: “se il ponte era pericoloso perché non si è chiuso già nel giugno 2020 (quando già effettuata un’ispezione)? E se non era pericoloso perché si è proceduto alla chiusura del ponte?”.
Tornando alla seduta consiliare di ieri sera, a parte alcuni interventi di cittadini residenti a Boccarena, e tralasciando alcuni di carattere politico da parte di consiglieri comunali, è risultato interessante e centrale per il dibattito in aula la presentazione ufficiale da parte dello stesso ing. Giuseppe Salvo di un documento di 22 pagine, da lui firmato con la data di ieri, intitolato “CONSIDERAZIONI AGGIUNTIVE ALLA PERIZIA STRAGIUDIZIALE PRELIMINARE DEL 09 dicembre 2021”. Dello stesso documento riportiamo le “CONCLUSIONI FINALI”:
“La revisione dei nuovi documenti messi a disposizione dall’On. Sergio Tancredi, ha consentito di evidenziare la serie di incongruenze ed errori interpretativi dei valori di durezza misurati dalla ICARO/4M durante le tre (3) campagne di rilevi avvenute fra il maggio e il giugno del 2020. Attraverso la disamina dei documenti, in particolare dei rapporti di prova (A12) e delle interpretazioni dei risultati (A13), sono state evidenziate carenze metodologiche, assunzioni ingiustificate e, quindi, gli errori deduttivi che hanno portato la ICARO ad assumere come vera l’ipotesi che gli acciai attualmente in opera non siano del grado designato, cioè S355, ma bensì, di grado inferiore (S275).
Ipotesi, quest’ultima, che la ICARO sembra abbia voluto assumere anche contro le evidenze scientifiche risultanti dalle prove di durezza e carico di rottura svolte in laboratorio e la disponibilità dei certificati originali degli acciai esistenti che ne certificano qualità e grado. Come dimostrato, anche assumendo corretti i modelli di calcolo di cui la ICARO è proprietaria, tutte le verifiche di Stato Limite Ultimo, in qualunque scenario, risulterebbero superate attraverso veloci ed economici interventi puntuali di rinforzo basati sull’installazione di semplici pezzi sagomati di carpenteria.
Per tutti i motivi sopra elencati, quindi, si certifica che: il progetto di sostituzione di 46 pendini, anche nel loro attuale stato di ammaloramento, essendo il risultato di interpretazioni errate e di metodologie sconsigliate dallo standard UNI EN ISO 18265, è infondato nelle motivazioni e, quindi, inutilmente dispendioso. Si aggiunge quale considerazione finale una valutazione riguardante la possibilità di eliminare le incertezze connesse a tutte le valutazioni, sia dello scrivente che della ICARO, per l’accertamento delle caratteristiche meccaniche degli acciai in opera.
Per la valutazione affidabile dei carichi di rottura e dei carichi di snervamento degli acciai che costituiscono i pendini, infatti, sarebbe sufficiente che l’Autorità preposta ordinasse la rimozione di due dei pendini più corti e ne disponesse l’invio presso laboratori di prova certificati per accertarne definitivamente le caratteristiche”.
Dopo l’intervento dell’ing. Salvo (vedi foto di copertina) ha preso la parola il deputato mazarese Sergio Tancredi che ha chiesto al presidente del Consiglio comunale, Vito Gancitano, di trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica. A concludere la seduta è stato l’intervento del sindaco Salvatore Quinci che da una parte ha ribadito la volontà dell’Amministrazione di realizzare, qualora tutti i pareri degli enti competenti fossero favorevoli, il ponte alternativo, dall’altra il primo cittadino mazarese ha ringraziato l’ing. Giuseppe Salvo ed il suo gruppo di lavoro per lo studio realizzato e sul quale lo stesso primo cittadino mazarese ha annunciato di chiedere un approfondimento al Commissario dell’ex Provincia.
Francesco Mezzapelle