Questa mattina alcuni armatori della pesca di Mazara del Vallo sono intervenuti in diretta nella trasmissione “Agora” in onda su Rai3 per parlare della questione dell’aumento dei carburanti, ed in particolare dell’alto costo del gasolio per i pescherecci; ricordiamo che da qualche giorno la marineria mazarese è in stato di agitazione e quasi tutti i circa 80 pescherecci d’altura (pesca mediterranea) che compongono la flotta si trovano ormeggiati in porto piuttosto che sugli areali di pesca.
“I nostri pescherecci –ha spiegato in collegamento Maurizio Giacalone, presidente di “Liberi Armatori Mazara”- per intraprendere la pesca come minimo devono fare 60mila litri di gasolio in un mese, ciò incide al 95% sui costi del peschereccio. E’ impossibile in queste condizioni tornare a pescare perché non c’è un riscontro economico, quindi siamo in porto e abbiamo proclamato lo sciopero, non sappiamo come fare per riprendere la pesca, e la cosa più brutta sapete qual è? Stando fermi a terra i pescherecci si usurano perché ci vuole continuamente manutenzione, e quindi si aggiunge un ulteriore problema, e non sappiamo più cosa fare”.
La conduttrice Monica Giandotti ha posto così la domanda: “a questo punto di rischia che il pesce al mercato arrivi a prezzi inarrivabili?”. Giacalone ha risposto: “esatto, il pesce aumenta di prezzo e poi succede che il consumatore non riesce a comprare il prodotto e abbiamo poi problemi con la vendita, quindi è come un cane che si morde la coda”. Il problema sollevato da Giacalone riflette l’attuale situazione venutasi a creare negli ultimi mesi con la discesa del prezzo del rinomato gambero rosso al fine di potere smaltire le grandi quantità invendute e “custodite” nei congelatori dei magazzini ittici.
Al mercato al dettaglio in questi giorni un chilo del pregiato crostaceo viene venduto a 60 euro la prima pezzatura, il cosiddetto “gambero di prima”, 50 euro quello di “seconda” e 40 euro quello di “terza”. Negli ultimi mesi infatti si è assistito ad un vero e proprio crollo, oltre il 30%, del prezzo dopo che l’anno scorso, proprio in questo periodo, e fino all’inizio dell’estate, lo stesso prodotto aveva raggiunto il record di 900 euro a cartone (12 kg).
Tornando alla trasmissione “Agorà”(Clicca qui per guardare la puntata) , in studio il vice presidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, l’economista Alberto Bagnai (Lega), ha ricordato agli armatori mazaresi collegati che il gasolio per la pesca è già privo di accise. “Ha ragione –ha risposto Giacalone- è vero noi non paghiamo le accise e abbiamo avuto pure credito di imposta al 20% però il discorso non cambia, il gasolio per noi –ha ribadito l’armatore alludendo invece al prezzo pagato dalle marinerie dei Paesi rivieraschi- rimane sempre caro.
Per potere sostenere la concorrenza dovremmo pagarlo intorno ai 0,35/0,30 al litro”. Interviene anche l’armatore Mimmo Asaro (in foto di copertina accanto a Giacalone): “in base alla quotazione del petrolio il prezzo del gasolio è rimasto sempre alto. Dieci anni fa il barile era a 80 dollari il petrolio costava a 50 centesimi”. Infine gli armatori mazaresi hanno chiesto un intervento del Governo affinchè possa mettere un freno alla speculazione sui prezzi delle materie prime in generale, vedi anche quelli relativi ai cavi di acciaio che due anni fa costava 2 euro al chilo ed oggi invece 3 euro e 20.
Altra problematica sollevata negli ultimi mesi dai pescatori mazaresi riguarda le continue restrizioni degli areali di pesca del gambero rosso, viola e rosa nel Mediterraneo imposte dal Governo Italiano e dai Paesi rivieraschi. “La nuova questione che ci preoccupa molto – ha sottolineato il presidente di “Liberi Armatori Mazara” – riguarda l’istituzione (vedi Regolamento n. 2495 dell’Unione Europea emanato lo scorso 14 dicembre), a seguito di un accordo del precedente Governo italiano con lo Stato ellenico, di una zona economica esclusiva nelle acque internazionali davanti la Grecia che delimita soltanto sei-sette zone di pesca nelle quali possono pescare un massimo di 68 pescherecci italiani.
Questa decisione – spiega Maurizio Giacalone- porta ad un ulteriore restringimento delle zone di pesca; da qualche anno il nostro Paese ci ha vietato di pescare nell’areale internazionale (Gsa 21) davanti la Libia, in pratica rischiamo di fare una grossa spesa armando le nostre imbarcazioni senza sapere dove potere pescare: quali pescherecci mazaresi possono pescare nella ZEE greca? Quali criteri utilizzati? Ad oggi nulla ci è dato sapere dal Dipartimento Pesca del Masaf”.
Francesco Mezzapelle