VIDEO – Recensione del libro: “L'acqua del Lago non è mai dolce”

Per la rubrica UnLibroTiraLAltro il Circolo dei lettori presenta: “ L'acqua del Lago non è mai dolce di Giulia Caminito

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
12 Aprile 2021 17:30

Per la rubrica UnLibroTiraLAltro il Circolo dei lettori presenta: “ L'acqua del Lago non è mai dolce di Giulia Caminito, finalista al Premio Strega 2021:

Una ragazza, della quale non si conosce il nome, è la voce narrante, questa ripercorre, in una sorta di soliloquio, le tappe fondamentali della sua vita, dall’infanzia all’età adulta. Il testo non riporta date precise, ma è evidente che racconta gli anni ’90 e il primo decennio del 2000.

La ragazza prova ostilità per il luogo in cui è nata e per la sua condizione sociale, nutre tanta rabbia nei confronti di chi l’ha messa al mondo, subisce veri e propri attacchi di bullismo dai compagni di classe, non si accetta e non ama le sue grandi orecchie, i suoi capelli rossi e il suo corpo insignificante. Dalle prime pagine si evince che il motore della narrazione è la rabbia, che si trasforma in vari momenti in vero e proprio odio.

Dall’altro lato Antonia, la tenacissima madre, che non si arrende e lotta fino allo stremo delle forze; grazie a un colpo di fortuna riesce a ottenere, per i suoi quattro figli (tra i quali due gemelli) e per il suo compagno rimasto invalido (è caduto dall’impalcatura su cui lavorava in nero), una casa. Qui compaiono il lago di Bracciano e la nuova dimora, attorno ai quali si svilupperanno dinamiche che porteranno l’intera famiglia a scambiare il loro appartamento con un altro collocato in un contesto più umile.

Mentre Antonia mantiene i suoi familiari facendo pulizie in varie case, Gaia (questo il nome della protagonista che viene rivelato solo alla fine) frequenta le medie e poi il liceo classico in scuole dove è circondata da compagni benestanti e lontani dalle dinamiche legate agli stenti e alla povertà. La Nostra stringe rapporti di amicizia con Agata e Carlotta, e poi con Iris, con loro scopre il senso di appartenenza, ma anche la possibilità del tradimento, della delusione e della perdita.

Studiosissima Gaia chiude brillantemente gli studi liceali.

Fino a quel momento la Nostra tende a soddisfare le aspettative della madre tanto da non capire più cosa avrebbe potuto desiderare per se stessa; cresciuta agisce per ripicca, cova rabbia che si alimenta giorno dopo giorno, sfociando in azioni violente; solo la scelta universitaria in filosofia avverrà contro il volere materno.

La Caminito riesce in questo romanzo a mettere in scena il conflitto insanabile tra la giustizia e la rabbia sociale: Antonia si ribella per ottenerla, lotta per i propri diritti mantenendo sempre un comportamento leale; Gaia si ribella e giunge a commettere crimini più o meno gravi, soffre di vittimismo, tende a distruggere tutto ciò che le fa male. Alla fine, quello che Antonia probabilmente non comprende è che ha richiuso i suoi figli in dinamiche che sono prigioni: lo ha fatto con Mariano, che però riesce a scappare, lo fa con più foga e determinazione con Gaia.

Infine la metafora dell’acqua, a volte limpida e a volte torbida del lago, l’acqua che annulla, lava e redime, che fa da sfondo a tutto il romanzo. La Caminito in questo romanzo introspettivo regala forti emozioni, leggendolo non si può rimanere inerti, si viene travolti dagli eventi. Una storia molto dura di cadute e riscatti impossibili, un romanzo crudo, amaro ma vicino alla realtà. “L’acqua del lago non è mai dolce”, consigliatissimo.

Recensione di Francesca Catalano

Legge Maria Elena Bianco

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