Parco eolico off-shore, il no della pesca siciliana e delle Isole Egadi. Si attende il parere dei sindaci delle principali città del trapanese

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
27 Febbraio 2021 10:50
Parco eolico off-shore, il no della pesca siciliana e delle Isole Egadi. Si attende il parere dei sindaci delle principali città del trapanese

L’Amministrazione ed il Consiglio comunale di Favignana hanno detto no al progetto di parco eolico off-shore al largo dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, nello specchio acqueo compreso fra le isole di Favignana, Marettimo e Levanzo e la Tunisia. La seduta consiliare urgente, convocato dalla presidente Emanuela Serra su richiesta  del gruppo di maggioranza che sostiene l’Amministrazione Forgione, si è tenuta giovedì 25 febbraio, per affrontare appunto il tema della concessione demaniale marittima, di durata trentennale, alla società Renexia, uno specchio d’acqua di 18.505.195 mq per la realizzazione di un parco eolico off-shore composto da 190 turbine e dalle relative opere elettriche al largo dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi.

La seduta si è conclusa con l’approvazione di un documento conclusivo proposto dal capogruppo  di maggioranza Giuseppe Bannino a sostegno della posizione già palesata dal sindaco Francesco Forgione. L’esposizione tecnica del progetto preliminare è stata fatta dal direttore dell’AMP Salvatore Livreri Console che ha spiegato quali potrebbero essere i tre punti vulnerabili, considerando la concessione di un’area così ampia: - gli impatti subacquei sulle migrazioni della fauna marina, sia per le specie ittiche, come il tonno, sia per mammiferi, come balene e capidogli; - gli impatti di superficie aerea, considerando la densità delle pale, sull’avifauna migratoria; - gli impatti, alla luce del posizionamento del parco eolico, sulla navigazione, considerando che sarà interdetta in quel tratto di mare e  spostata, probabilmente, in uno specchio d’acqua ridimensionato tra lo stesso parco e l’isola di Marettimo, con un’intensificazione del traffico marittimo che potrebbe portare conseguenze da un punto di vista acustico per le specie marine migranti.

A trarre le conclusioni è stato il primo cittadino Francesco Forgione che ha ribadito le perplessità sullo stato di progettazione del parco eolico, chiedendo di ricevere chiarimenti, certi e rigorosi, da parte delle autorità competenti, su aspetti riguardanti la tutela dell’ambiente, le eventuali ricadute tecnico/giuridiche di competenza delle Egadi e sulle eventuali prospettive economiche a vantaggio dell’arcipelago. “Il mio parere, non richiesto e non vincolante, e quello del Consiglio comunale, è contrario poiché avvertiamo tutta l'insufficienza della definizione del progetto, dell'ampiezza dello stesso e dell'impatto ambientale che, come illustrato dal direttore Livreri Console, può avere sull’Area Marina Protetta e sulle rotte marittime e navali –ha dichiarato il sindaco Forgione - Pur aderenti, per scelta convinta, alla produzione e alla incentivazione della green energy a largo spettro e alla sostituzione in tempi brevi di tutte le fonti fossili inquinanti, anche in linea con la riconversione energetica su cui punta l’Europa, è lecito avere dei dubbi se anche il WWF e Legambiente hanno assunto posizioni diverse.

Vogliamo, fin da subito, avere un ruolo importante in questa fase e nella successiva, rivendicando un nostro potere contrattuale pertinenziale perché nessuno può farci accettare la logica di una mera opera energetica che attraversa e costeggia la nostra Area marina per produrre energia che non arriva nemmeno sul nostro territorio, senza avere garanzia sulla salvaguardia e tutela dell’ambiente e delle rotte marittime”. Sul progetto del parco eolico alcuni giorni fa si era espressa negativamente AGCI Pesca Sicilia con Giovanni Basciano il quale ha evidenziato come l’areale di mare, enorme, interessato al progetto si trovi in prossimità di aree pescosissime (vedi foto copertina), i banchi Talbot e Skerki.

“Inoltre è facile prevedere –ha sottolineato Basciano- che gli intensi traffici navali esistenti nello stretto tra Capo Bon e la Sicilia, verrebbero costretti a concentrarsi ai lati di quest’enorme concessione, rendendo ancora più difficili e pericolose le attività di pesca nell’area di mare compresa tra questa e la terraferma. Dall’area in concessione partirebbe un cavidotto che arriverebbe fuori Termini Imerese, sottraendo in questo modo ulteriori aree di pesca ai pescatori siciliani”; a Termini Imerese l’energia prodotta dalle pale sarebbe poi trasportata in Campania.

Anche il Distretto della Pesca ha detto no al parco eolico off-shore. Il 12 febbraio scorso lo stesso Assessore regionale all’Agricoltura, Alla Pesca e allo Sviluppo Rurale, Toni Scilla, aveva così dichiarato: “La tutela del settore pesca, che da sempre ritengo essere di enorme rilevanza per l’economia e la cultura stessa della Sicilia, rimane in cima agli interessi del governo Musumeci, pertanto monitoreremo con grande attenzione l’iter del progetto del parco eolico offshore della società Renexia.

Solo a seguito di consultazioni e confronti con il mondo della pesca trarremo le nostre considerazioni e su quelle ci attiveremo di conseguenza. Ad oggi il rischio paventato dagli operatori della pesca siciliana, che operano in quell’area del Mediterraneo particolarmente pescosa, è quello di essere privati di ampi spazi acquei dove esercitare la propria attività. La zona individuata per l’eventuale realizzazione del parco eolico offshore è per di più interessata da un intenso traffico navale che nel cambio di rotta metterebbe ulteriormente a repentaglio le attività di pesca – concluse Scilla -.

Per indole sono sempre favorevole alle iniziative imprenditoriali in grado di creare economia per i territori, così come a quei processi innovativi che guardano allo sviluppo sostenibile, ma solo se nel rispetto del benessere socio economico di una comunità”. Adesso si attende che sulla questione si esprimano i sindaci, i consigli comunali ed i cittadini delle principali Città della Provincia, cioè Trapani, Marsala, Mazara del vallo e Castelvetrano le cui economie si basano, in maniera proporzionale, sulle attività relative al mare e al turismo.

Francesco Mezzapelle

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